di Alicia Ambrosini
A volte ritornano e quasi sempre senza portafoglio. La Lega torna al governo attivo sventolando la bandiera della disabilità, chiedendo a gran voce ed ottenendo quel Ministero che già durante l’amministrazione giallo-verde si rivelò fallimentare, sotto la guida di Lorenzo Fontana.
La disabilità si porta dietro un grande bacino elettorale e anche solo parlarne sposta consensi. Parliamone, allora, parliamo dell’utilità di un Ministero senza portafoglio (con 209 miliardi di euro in arrivo), parliamo del vago sentore di pietismo e ghettizzazione che sempre trasuda da operazioni come queste.
Le persone con disabilità fisica e psichica, i non autosufficienti non vivono in un universo parallelo, sono parte integrante di questa società, sono donne, uomini, queer, figli, genitori, insegnanti, operai, sportivi, impiegati, negozianti, agricoltori, artisti; la lista può proseguirla chiunque di noi attingendo al proprio vissuto. Ma prima di tutto sono persone e in quanto tali andrebbero incluse, sempre, e coinvolte nel processo decisionale.
Che utilità può avere un singolo Ministero rispetto a commissioni dedicate in ognuno degli altri?