L’intervento del Ministro della Transizione Ecologica: parole, parole, parole

A leg­ge­re l’intervento del neo Mini­stro del­la Tran­si­zio­ne Eco­lo­gi­ca, Rober­to Cin­go­la­ni, in occa­sio­ne del­la Con­fe­ren­za pre­pa­ra­to­ria del­la Stra­te­gia Nazio­na­le per lo Svi­lup­po Soste­ni­bi­le sem­bra di esse­re tor­na­ti agli anni ’90, quan­do la cri­si socio cli­ma­ti­ca ambien­ta­le veni­va pre­an­nun­cia­ta dal­la Comu­ni­tà Scien­ti­fi­ca all’interno del mene­fre­ghi­smo poli­ti­co di allora.

Paro­le, paro­le, paro­le… nes­su­na pro­po­sta con­cre­ta, anco­ra un riman­do sul­le deci­sio­ni da pren­de­re così come sul­la stra­te­gia. Stia­mo per­den­do altro tem­po. E non abbia­mo tem­po da perdere!

Il discor­so richia­ma il lavo­ro già ini­zia­to sul PNRR, come fece Dra­ghi, ma richia­ma anche il Green New Deal Euro­peo com­ple­ta­men­te dimen­ti­ca­to dai due gover­ni Conte.

“Più lavo­ro sul con­cet­to del­la tran­si­zio­ne, più mi ren­do con­to di quan­to sia impor­tan­te svi­lup­pa­re un model­lo adat­ti­vo basa­to sul­la cono­scen­za del­la situa­zio­ne e del­le istan­ze pre­sen­ti”. Con­cet­to su cui potrem­mo tut­ti esse­re d’accordo, ma è il come che ci pre­oc­cu­pa, per­ché sul come il silen­zio è imbarazzante!

Soprat­tut­to quan­do subi­to dopo aggiun­ge “è neces­sa­rio tro­va­re e defi­ni­re il miglio­re per­cor­so per arri­va­re dal pun­to A al pun­to B, e la miglio­re via non è quel­la linea­re. In que­sto momen­to dif­fi­ci­lis­si­mo, con la pan­de­mia mon­dia­le del Covid, è quan­to più neces­sa­rio con­ci­lia­re istan­ze diver­se. Sia­mo in un momen­to in cui la sof­fe­ren­za socia­le è ele­va­tis­si­ma, e non solo l’economia sta pagan­do un pegno for­mi­da­bi­le. Non pos­sia­mo né dob­bia­mo igno­ra­re le dif­fi­col­tà che si stan­no viven­do”. Pec­ca­to che l’economia e i mec­ca­ni­smi eco­no­mi­ci sfre­na­ti e scon­si­de­ra­ti ci abbia­no con­dot­to in que­sta situazione.

L’indicatore prin­ci­pa­le da tene­re ben pre­sen­te in tut­te le scel­te poli­ti­che e tec­ni­che è che la bio­ca­pa­ci­tà del nostro pia­ne­ta tra luglio e ago­sto sarà ter­mi­na­ta: signi­fi­ca che vivia­mo in un’era di debi­to ambien­ta­le”. Con­ti­nua anco­ra il Mini­stro “Sia­mo tan­ti, le dise­gua­glian­ze sono aumen­ta­te e tra luglio e ago­sto esau­ria­mo la nostra par­te di risor­se natu­ra­li”. “Vivia­mo quin­di in una socie­tà del debi­to non solo eco­no­mi­co, ma anche ambien­ta­le, e in altri con­te­sti cogni­ti­vo, per­ché per­si­no l’informazione e la cul­tu­ra ven­go­no media­ti da siste­mi tal­men­te velo­ci che la nostra men­te spes­so non rie­sce a meta­bo­liz­za­re le infor­ma­zio­ni”. E quin­di, cosa si fa per allen­ta­re il nostro sac­cheg­gio alle risor­se ambien­ta­li? Nes­su­na indi­ca­zio­ne e nes­su­na proposta…

Anche sul cli­ma­te chan­ge rima­nia­mo nel vago, con un riman­do a quel­lo che non stan­no facen­do gli altri, come se noi in Ita­lia fos­si­mo in pri­ma linea per con­tra­sta­re i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. Se è vero che le que­stio­ni lega­te al cli­ma­te chan­ge sono inter­na­zio­na­li, non è accet­ta­bi­le liqui­da­re la que­stio­ne sca­ri­can­do su altri i pro­pri ritar­di. Tra l’altro, caro mini­stro si è distrat­to e non si è accor­to che dall’altra par­te del mon­do l’amministrazione Biden ha deci­so di rien­tra­re negli accor­di di Parigi.

Ma è quan­do par­la di inqui­na­men­to e qua­li­tà dell’aria che il Mini­stro dà il meglio – o il peg­gio – di sé.

“Abbia­mo una gran­de sfi­da che è quel­la dei tra­spor­ti – ha spie­ga­to il Mini­stro — sull’elettrificazione, sul tra­spor­to pub­bli­co, sul­la ridu­zio­ne di mez­zi pri­va­ti, su siste­mi che ci con­sen­ta­no di ave­re un’industria for­te, di pro­dur­re pro­gres­so ma che nel­lo stes­so tem­po sia il più soste­ni­bi­le pos­si­bi­le. Ci sono sfor­zi enor­mi in pro­gress, ma i gran­di siste­mi indu­stria­li sono ener­gi­vo­ri, quin­di è neces­sa­rio tro­va­re giu­sto bilan­cio tra le esi­gen­ze di un’economia che gene­ra lavo­ro e benes­se­re e il fat­to che que­sta eco­no­mia non deb­ba esse­re imple­men­ta­ta a spe­se dell’ambiente in cui vivia­mo. Ci sarem­mo aspet­ta­ti un cam­bio di mis­sion, con l’ambiente mes­so al cen­tro dell’azione e con un chia­ro pro­get­to di equi­li­brio tra gli inte­res­si ambien­ta­li e quel­li eco­no­mi­ci. Equi­li­brio e giu­sto bilan­cio non sono la stes­sa cosa… per cui alla fine sarà anco­ra l’ambiente a dover subi­re. Quel “ma” dopo il rife­ri­men­to agli sfor­zi enor­mi in pro­gress è emble­ma­ti­co, purtroppo.

Inte­res­san­te poi par­la­re di tra­spor­ti, sen­za par­la­re del tema del­le infra­strut­tu­re inu­ti­li che si vor­reb­be­ro rea­liz­za­re con­su­man­do suo­lo e spre­can­do risor­se eco­no­mi­che. Tut­te le for­ze poli­ti­che di mag­gio­ran­za han­no negli scor­si mesi pre­sen­ta­to il lun­go elen­co del­le cola­te di cemen­to per il nostro paese.

C’è poi un aspet­to su cui non pos­sia­mo rima­ne­re silen­ti. Fino ad oggi gli stru­men­ti per una cor­ret­ta e soste­ni­bi­le pia­ni­fi­ca­zio­ne ter­ri­to­ria­le veni­va­no visti e con­si­de­ra­ti come un limi­te allo svi­lup­po. Ribal­ta­re que­sta erra­ta con­vin­zio­ne sareb­be già un gran­de pas­so cul­tu­ra­le in avan­ti, ma nel “con­cet­to” di Svi­lup­po Soste­ni­bi­le del Mini­stro emer­ge che il pri­mo è più impor­tan­te del secondo.

Tra l’altro la Dire­zio­ne Gene­ra­le VIA/VAS esi­sten­te ai tem­pi del Mini­ste­ro dell’Ambiente oggi sono è sta­ta rele­ga­ta ad una sem­pli­ce Divi­sio­ne del­la Dire­zio­ne Gene­ra­le per la cre­sci­ta soste­ni­bi­le e la qua­li­tà del­lo sviluppo.

Una chic­ca del Mini­stro arri­va sui rifiu­ti… dan­do anche qui le col­pe ad altri, “i Pae­si ric­chi che espor­ta­no enor­mi quan­ti­tà di mate­ria­le pla­sti­co in Pae­si che poi li river­sa­no nei fiu­mi e van­no a fini­re nei mari: que­sto ciclo non va bene”. Zero accen­ni al fat­to che da noi, l’unica solu­zio­ne che si pro­spet­ta è la costru­zio­ne di nuo­vi ter­mo­va­lo­riz­za­to­ri, anche quan­do si rag­giun­go­no per­cen­tua­li ele­va­te di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta. Caro Mini­stro, inol­tre l’Europa chie­de una gestio­ne dei rifiu­ti qua­si a chi­lo­me­tro zero inve­sten­do sul­le 4R. Dovreb­be ripas­sar­le, anzi, studiarle.

La Bio­di­ver­si­tà e la Natu­ra ven­go­no cita­te SOLO per le que­stio­ni lega­te al cibo. Che tri­stez­za! Sul poten­zia­men­to del­la rete eco­lo­gi­ca, del­la sal­va­guar­dia dei siste­mi natu­ra­li e dei ser­vi­zi eco­si­ste­mi­ci che ven­go­no for­ni­ti nem­me­no una paro­la. Nul­la! E poco impor­ta se il Green New Deal inve­ce pun­ta tut­to su que­sti aspetti.

Inte­res­san­te la par­te sul­la tec­no­lo­gia da met­te­re a ser­vi­zio del­la pre­ven­zio­ne. Ma oggi le prio­ri­tà sono altre. Il ter­ri­to­rio ita­lia­no fra­na e si inon­da ad ogni feno­me­no meteo­ro­lo­gi­co inten­so e qui si dovran­no met­te­re in atto tut­te le ope­re per met­te­re in sicu­rez­za il ter­ri­to­rio evi­tan­do di com­met­te­re gli stes­si erro­ri com­mes­si negli ulti­mi 30 anni: costru­zio­ne negli alvei e del­le zone gole­na­li dei fiu­mi, defo­re­sta­zio­ne del­le zone col­li­na­ri pre­al­pi­ne e pre-appe­ni­ni­che, ope­re e cemen­ti­fi­ca­zio­ne in mon­ta­gna, con­su­mo di suo­lo a rit­mi assur­di, per­di­ta di bio­di­ver­si­tà, distru­zio­ne degli habi­tat, cemen­ti­fi­ca­zio­ne del­le coste, infra­strut­tu­re inu­ti­li, deser­ti­fi­ca­zio­ne dei suo­li… e l’elenco è anco­ra lungo.

Caro Mini­stro, ci per­met­tia­mo di rivol­ger­ci diret­ta­men­te a lei. Le ter­re­mo gli occhi addos­so, non pos­sia­mo per­met­ter­ci di per­de­re ulte­rio­re tem­po in discor­si inu­ti­li o “fuo­ri tema” come que­sto suo intervento.

Lo svi­lup­po soste­ni­bi­le è una cosa ben diver­sa rispet­to alle con­si­de­ra­zio­ni che lei ha espres­so fino ad oggi. Abbia­mo più di una impres­sio­ne che lei abbia­mo par­la­to più per accon­ten­ta­re le real­tà che la ospi­ta­va­no che non per espri­me­re in manie­ra coe­ren­te il suo pen­sie­ro. Le con­si­de­ra­zio­ni sul­le rin­no­va­bi­li, ad esem­pio, ripre­sa dal­la stam­pa nel­le scor­se set­ti­ma­ne, è la pro­va più evidente.

Que­sto ci pre­oc­cu­pa e non poco. Anche per­ché la varie­ga­ta mag­gio­ran­za che la sostie­ne ha sul­le que­stio­ni ambien­ta­li idee e pen­sie­ri com­ple­ta­men­te agli anti­po­di e il silen­zio del pre­mier non aiuta.

Vede, caro Mini­stro, le que­stio­ni ambien­ta­li sono deter­mi­nan­ti e impor­tan­ti per le gene­ra­zio­ni futu­re ma anche per le gene­ra­zio­ni attua­li: oggi dob­bia­mo costrui­re il futu­ro soste­ni­bi­le di doma­ni.

Que­sto per­ché “mai una gene­ra­zio­ne pri­ma del­la pre­sen­te ha avu­to nel­le sue mani la stes­sa deci­sio­ne se lasciar con­ti­nua­re la suc­ces­sio­ne di gene­ra­zio­ni o se inter­rom­per­la o met­ter­la comun­que assai peri­co­lo­sa­men­te a repentaglio”.

E que­ste deci­sio­ni van­no pre­se pri­ma che giun­ga­no fuo­ri tem­po massimo.

Il tem­po del­le chiac­chie­re è finito!

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