Mobilitiamoci! Sabato 8 giugno a Venezia

L’incidente di domenica, in cui una nave da crociera si è schiantata contro la banchina di San Basilio, è solo una delle conseguenze del traffico delle grandi navi in Laguna. Drammatica, immediatamente visibile, di impatto mediatico ed emotivo: catalizza quindi l’attenzione dei media e delle autorità e impone un’accelerazione delle decisioni, nell’ottica di un interventismo emergenziale tipico del quadro italiano.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’incidente di dome­ni­ca, in cui una nave da cro­cie­ra si è schian­ta­ta con­tro la ban­chi­na di San Basi­lio, è solo una del­le con­se­guen­ze del traf­fi­co del­le gran­di navi in Lagu­na. Dram­ma­ti­ca, imme­dia­ta­men­te visi­bi­le, di impat­to media­ti­co ed emo­ti­vo: cata­liz­za quin­di l’attenzione dei media e del­le auto­ri­tà e impo­ne un’accelerazione del­le deci­sio­ni, nell’ottica di un inter­ven­ti­smo emer­gen­zia­le tipi­co del qua­dro ita­lia­no.

Ciò che i comi­ta­ti, i cit­ta­di­ni e le poche voci atten­te al tema denun­cia­no da anni è l’impatto che il pas­sag­gio del­le gran­di navi in Lagu­na cau­sa anche quan­do non avven­go­no inci­den­ti o incon­ve­nien­ti (che sono ricor­ren­ti, anche se in for­me meno dram­ma­ti­che di quel­la di dome­ni­ca) e che inve­ste mol­ti ambi­ti: ambien­ta­le e mor­fo­lo­gi­co, sani­ta­rio, socio-eco­no­mi­co, cul­tu­ra­le, occu­pa­zio­na­le.

La stes­sa idea di cit­tà che il turi­smo del­le gran­di navi ha in men­te è inso­ste­ni­bi­le: il model­lo è quel­lo di un gran­de par­co a tema, con tan­to di tor­nel­li all’ingresso, con tut­te le con­se­guen­ze che que­sto ha sia sui resi­den­ti sia sui visi­ta­to­ri e su chi vive la cit­tà per lavo­ro o stu­dio. Un tema che è stret­ta­men­te intrec­cia­to con le pres­san­ti que­stio­ni abi­ta­ti­ve, con la turi­stiz­za­zio­ne e gen­tri­fi­ca­zio­ne degli spa­zi urba­ni e con l’uso degli spa­zi comuni. 

Un’ulteriore dimo­stra­zio­ne che la giu­sti­zia ambien­ta­le e quel­la socia­le sono stret­ta­men­te lega­te e pro­ce­do­no sul­lo stes­so bina­rio, come soste­nia­mo da tem­po e come appa­re evi­den­te in tut­te le gran­di que­stio­ni che sono (o dovreb­be­ro esse­re) sul tavo­lo. Non è tol­le­ra­bi­le che le per­so­ne sia­no costret­te a sce­glie­re tra lavo­ro e salu­te, tra ambien­te e occu­pa­zio­ne, tra rispar­mio e sicu­rez­za: un ricat­to che col­pi­sce pri­ma e più dura­men­te chi è più vul­ne­ra­bi­le, eco­no­mi­ca­men­te e socialmente.

Il dibat­ti­to eter­no e sem­pre ugua­le (come se aves­si­mo tut­to il tem­po del mon­do e l’emergenza cli­ma­ti­ca non fos­se già qui, con solo undi­ci anni rima­sti per inver­ti­re la rot­ta) su gran­di navi, gran­di ope­re, gran­di nume­ri, è scar­di­na­to dal­la poten­za del mes­sag­gio di Gre­ta Thun­berg, che ci ricor­da che non si è mai trop­po pic­co­li per fare la dif­fe­ren­za.

 

Mobi­li­tia­mo­ci!

Il Comi­ta­to No Gran­di Navi ha lan­cia­to una mani­fe­sta­zio­ne per saba­to 8 giu­gno alle 16.00 a Vene­zia, per dire Basta alle gran­di navi in Lagu­na: ci vedia­mo lì, in tan­te e tanti!

Qui tro­vi le nostre cam­pa­gne per l’ambiente.

Qui per leg­ge­re i set­te pun­ti per la giu­sti­zia cli­ma­ti­ca.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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