[vc_row][vc_column][vc_column_text]Questa è solo una delle ultime puntate del social drama della GDO, ne parlavamo in GiustaPaga lo scorso anno e all’inizio del 2020 qui a proposito della gravissima crisi delle strutture di vendita oltre i 2500 mq. Auchan nel caso specifico, come altri grandi gruppi della grande distribuzione organizzata. La rete Conad ha acquisito i punti vendita di Auchan e Simply Market (260 punti vendita nazionali per 18 mila dipendenti), completando il passaggio lo scorso autunno. La costante perdita di fatturato ha imposto ad Auchan di sacrificare la divisione Auchan Italia (in Francia il piano di dimissioni volontarie dei lavoratori è stato presentato in gennaio). A Mestre Conad ha confermato il taglio di 100 dipendenti all’Auchan (già chiuso un piano, rimarranno solo alimentari e prodotti per la casa) proponendo un incentivo all’esodo fra i 29.000 – 40.000 euro, a seconda dei livelli e dell’orario, da accettare entro giugno per non rischiare di vederselo dimezzare.
L’emergenza sanitaria e il lockdown hanno ridotto ulteriormente i volumi di vendita degli ipermercati: la prospettiva per tanti è la lettera di licenziamento dopo la cassa integrazione. E se il Dpcm del governo non prevede la possibilità di licenziamenti, le dimissioni volontarie restano libere. Anche Carrefour, negli ultimi giorni, ha chiesto la cassa integrazione in deroga per 4500 lavoratori in 26 punti vendita del Nord Italia.
Le sfide per il mercato della GDO rimangono sempre la frammentazione del consumo di prodotti (continua il boom delle vendite online) alimentari (e non solo) e una rete di vendita da reinventare. Per adesso i fattori che stanno incidendo sulla spirale involutiva sono la riduzione del fatturato e il conseguente taglio di costi (soprattutto di personale) ed è difficile pronosticarne una ripresa o la stabilizzazione.
La diversificazione che stiamo vedendo, dai sex toys di MediaWorld a ‘la mia salumeria’ di Auchan sono solo tentativi di mitigare un crollo di cui non si vede la fine. Il ritorno dello schema bottega interno ai punti vendita, gli accordi sull’ecommerce, la spinta digitale e delle casse ‘veloci’ stanno rallentando il declino di un modello che ha prima cannibalizzato il commercio di vicinato scoprendo nella perdita di territorialità uno dei suoi punti deboli. In compenso aumenta il fatturato dei discount, i quali punteranno a breve ad allargare la breccia per conquistare altre fette di mercato. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]