“Il problema principale del decreto legislativo in discussione alla Commissione finanza sulla vicenda dei mutui è che viola palesemente un principio cardine dell’ordinamento giuridico del nostro Paese: quello per cui il creditore non può prendersi direttamente la proprietà dei beni del debitore. Inoltre viola il diritto di difesa e mette a serio rischio quello di proprietà, ponendosi in contrasto con la Costituzione.
“Consentire alle banche di espropriare la casa dopo sette rate di mutuo non pagate vuol dire sacrificare e stravolgere un pilastro democratico a favore di una misura iniqua e discriminatoria. E’ assolutamente irragionevole da parte del Governo continuare su questa linea e stabilire una nuova forma di espropriazione senza le garanzie da cui sono circondate quelle esistenti. Si imporrebbe per legge e in un momento di crisi economica gravissimo che le banche hanno più diritti dei cittadini, in assenza di una determinazione del debito certa che soltanto un verifica giurisdizionale potrebbe continuare a garantire.
“In più la norma è pasticciata e confusionaria: la direttiva comunitaria (2014/17) che questo decreto dovrebbe recepire prevede che “le parti di un contratto di credito possono convenire espressamente che la restituzione o il trasferimento della garanzia reale o dei proventi della vendita della garanzia reale è sufficiente a rimborsare il credito”. Quella che poteva essere recepita come una garanzia per il consumatore/debitore, ponendo un limite al suo indebitamento, viene rovesciata e interpretata con un ‘eccesso di zelo’ da parte del Governo: il trasferimento della garanzia reale su un bene è cosa ben differente dalla vendita della proprietà ad opera del creditore.
Un Governo che avalla questa norma è un Governo che si carica di una responsabilità enorme: quella di speculare sulla pelle dei cittadini colpendoli nel diritto primario, intangibile, sacrosanto ad avere una casa e a difendersi di fronte alle controversie legali”: lo dichiarano in una nota i deputati di Possibile Pippo Civati e Luca Pastorino.