Oggi a Napoli sono scese in piazza le associazioni riunite ne La via maestra, per sollevare l’allarme sul disastroso progetto dell’autonomia differenziata e l’attenzione sui temi al centro della nostra Costituzione: dalla democrazia alla pace, dalla giustizia sociale al lavoro dignitoso.
Dopo la grande manifestazione nazionale del 16 marzo organizzata dal Comitato No AD, rinnoviamo anche in questa occasione la nostra opposizione a ogni autonomia differenziata, un pericoloso attacco ai diritti, all’uguaglianza e all’unità del paese. Le proposte succedutesi negli anni, fino al DDL Calderoli, favorirebbero un aumento delle diseguaglianze tra i territori, con le conseguenze peggiori che si registrerebbero proprio al Sud. Non smetteremo mai di opporci a questo ulteriore attacco ai diritti e ai servizi di cittadine e cittadini.
Con la mozione “Senza confini” Possibile ha voluto rilanciare una proposta politica per il Meridione e le Isole: un partito che mette al centro il contrasto alle diseguaglianze socioeconomiche deve necessariamente investire energie e voce sulle questioni meridionali. Guardare alle questioni nazionali attraverso la lente del Mezzogiorno, restando lontani da considerazioni campanilistiche o revansciste, è una sfida irrinunciabile, e così dovrebbe essere per il paese tutto: un Sud più forte giova all’Italia intera.
Partendo da una rinnovata presenza dalle Regioni meridionali nei comitati nazionali del partito, con un parallelo approfondimento dei temi che da sempre affrontiamo — dal lavoro ai diritti, passando per i servizi e la sanità pubblica — abbiamo avviato un confronto con i comitati che oggi vogliamo formalizzare e strutturare lanciando un coordinamento del Sud. Mettendo in rete chi ha scelto di tesserarsi a Possibile per portare le battaglie nel proprio territorio e per dare il proprio contributo a un modo diverso di fare politica, favorendo la partecipazione di chi ha difficoltà a riunirsi col proprio comitato, mettendoci a disposizione.
Da Taranto, rappresentazione plastica di una politica economica che non ha saputo rinnovarsi nonostante i grandi cambiamenti avvenuti nell’economia globale, lasciando la cittadinanza di fronte al ricatto della scelta tra salute e lavoro, alle servitù militari, in particolare in Sardegna, dove si concentra il 60% delle servitù militari di tutto il paese, senza lasciare indietro voci ed esperienze troppo volte dimenticate — le donne e le persone lgbtiq+, le fasce più giovani e chi ha dovuto partire (2,5 milioni di persone tra 2002 e 2021).
Lo faremo con il nostro modo di fare politica: affrontando i temi in modo intersezionale e trasversale, e non per compartimenti stagni, lasciandoci alle spalle la miope divisione tra diritti sociali e civili che serve solo a negarli entrambi, e riconoscendo che tutte le lotte sono collegate: clima, salute, lavoro, diritto allo studio, parità di genere e contrasto alle discriminazioni omotransfobiche e alla povertà. E non lasciando che siano altri a parlare per il sud: se è irrinunciabile che la “questione meridionale” debba essere un impegno di tutto il paese, perché ci riguarda tutte e tutti, nessun risultato può essere raggiunto senza che a parlare sia chi vive, conosce ed è presente sul tema.
Francesca Druetti, Segretaria nazionale di Possibile
Anna Rita Altamura, Comitato scientifico di Possibile
Andrea Laerte Davide, Comitato Organizzativo di Possibile
Francesca Mulas, Comitato Organizzativo di Possibile
Diletta Nuzzo, Comitato Organizzativo di Possibile