Mentre numerosi stati europei si affrettano a sospendere Schengen, il Parlamento Europeo ha votato per un aumento dei fondi a favore di FRONTEX.
Contemporaneamente, l’Europarlamento ha bocciato un emendamento che prevedeva l’istituzione di un fondo di ricerca e soccorso, nonostante a luglio lo stesso parlamento avesse votato una risoluzione per favorire l’istituzione di una missione di ricerca e soccorso europea.
Proprio perché non abbiamo una missione di ricerca e soccorso europea, le ONG svolgono un compito fondamentale. C’è chi supporta economicamente le ONG che operano nel Mediterraneo, come fa la Germania, o chi, come l’Italia, tenta in tutti i modi di ostacolarne l’operatività.
Non solo, ma la Mare Jonio di Mediterranea è stata pesantemente multata per essersi rifiutata di consegnare alla Libia 69 persone che aveva soccorso. È stata multata per non aver permesso di respingere queste persone nelle mani di chi gestisce i campi di detenzione libici, in quella spirale di violenza e soprusi.
Assistiamo quasi giornalmente a dibattiti surreali, al “diritto di non partire” e ad altre idiozie del genere, mentre il principio base, umanitario, dovrebbe essere universalmente riconosciuto: prima si soccorrono le persone e poi viene tutto il resto.
Dovremmo stare a parlare, appunto, di tutto il resto: di accoglienza, di integrazione, di cittadinanza, delle cause profonde delle migrazioni.
Invece abbiamo governi sempre più improntati alla criminalizzazione di chi cerca un futuro in Europa, al respingimento illegale delle persone migranti, all’emarginazione di quelli che restano.
Il Mediterraneo quest’anno ha visto probabilmente più morti in mare di quante ne siano mai avvenute prima. Le persone continuano a morire nel deserto del Sahara, nei lager libici o percorrendo la rotta balcanica.
L’importante, per le nostre autorità, è che tutto avvenga il più lontano possibile da noi. Per fare in modo che non siano più donne, uomini, bambine e bambini in carne ed ossa. Ma asettici numeri senza volto.