Abbiamo lavorato durante tutte le fasi della prima ondata del contagio da Coronavirus, abbiamo visto gli assalti, abbiamo visto i padroni vietarci le mascherine e i guanti per evitare il panico tra i clienti, abbiamo visto protocolli e DPCM passarci sulla testa e applicati nei punti vendita senza che nessuno ci chiedesse nulla, senza che nessuno si preoccupasse di noi, delle nostre paure, delle nostre richieste, delle nostre persone! Siamo stati tranquilli per un po’ e per assurdo durante il picco della curva dei contagi.
Gli ingressi contingentati, il divieto di spostamento tra comuni, le restrizioni per i nuclei familiari, in definitiva la ridottissima affluenza all’interno dei punti vendita garantiva sia i lavoratori che i padroni e nessuno è rimasto senza viveri in casa. Abbiamo visto le spese on line crescere in maniera vertiginosa e creare drive through in una nottata.
Abbiamo vissuto e lavorato anche durante la fase delle riaperture ed è proprio durante questa fase che le organizzazioni datoriali hanno esercitato evidenti pressioni sulla politica e ne siamo convinti perché appare davvero incredibile che non esista un protocollo ad hoc per la grande distribuzione, ci appare incredibile che il governo abbia incluso tutto dentro allo zibaldone del commercio al dettaglio, è incredibile che debbano valere le stesse regole per il piccolo esercente e per la grande distribuzione anche in questo caso. L’ultimo DPCM dice, ad esempio, che ogni esercizio deve esporre il numero massimo di persone che può contenere contemporaneamente ed è assurdo vedere fuori dai nostri negozi esposti cartelli che riportano numeri nell’ordine delle centinaia di persone. Addio contingentamenti quindi e libertà di assembramento all’interno dei negozi e attorno ai lavoratori specialmente durante i fine settimana visto che molte regioni hanno chiuso i centri commerciali. Non c’è molta differenza, ve lo assicuriamo, fra un treno regionale in arrivo in una grande stazione nell’ora di punta e un grande supermercato al sabato pomeriggio: il contagio corre insieme alla nostra paura.
Siamo stati equiparati ai servizi essenziali ma non salviamo vite umane, abbiamo ricevuto una gratifica di cento euro per i full time e modulati a cinquanta per i part time ma solo se si era lavorato per almeno il sessanta per cento delle ore nei mesi di marzo e aprile, una beffa più che altro.
Ma tutto questo non ci basta, dobbiamo anche subire il silenzio delle organizzazioni sindacali confederali di settore, il silenzio della politica, il silenzio dei media e non solo durante questa pandemia, il silenzio sulla grande distribuzione è una grandissima conquista di una tra le lobby più forti nel nostro paese e allora giunti allo stremo sfruttiamo questa occasione per chiedervi di aiutarci a rompere questo silenzio che ci condanna da anni alla trasparenza.
Un dipendente