[vc_row][vc_column][vc_column_text]La dolorosa verità è che le ingiustizie le percepiamo solo quando ci capitano. Abbiamo raccolto migliaia e migliaia di firme in quella calda estate del 2015; abbiamo poi fatto una campagna referendaria contro le trivelle, stipata già nel magazzino politico più grande d’Italia, quello del dimenticatoio; abbiamo contrastato progetti di inceneritori e di discariche d’ogni tipo. Ma nonostante tutto non siamo ancora riusciti ad affermare e realizzare uno sviluppo sostenibile nella nostra Valle del Simeto, basato sulla valorizzazione del nostro splendido territorio che, con l’Etna sullo sfondo, parla il linguaggio antico dell’agricoltura locale.
Adesso ci risiamo ma stavolta non è una minaccia, è già un attentato; nel territorio di Centuripe, infatti, è stata issata una trivella per la ricerca di idrocarburi, primo passo della concessione territoriale denominata “Biancavilla I” la cui estensione, in realtà, va da Regalbuto a Ragalna a Palagonia, compreso Adrano, Biancavilla, S.Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Tutto questo avviene nel totale silenzio della politica, delle amministrazioni locali e con il consenso della Regione Siciliana. Mentre le indicazioni europee spingono verso una progressiva riduzione delle fonti fossili a vantaggio delle rinnovabili, noi continuiamo a favorire l’estrazione di idrocarburi, gas e metano, trivellando qua e là il nostro territorio.
Per questo Possibile era presente e ha aderito all’incontro costitutivo del comitato “No Triv Valle del Simeto” che avrà come compito quello di stimolare la mobilitazione cittadina (che spesso e purtroppo soffre di pigrizia) e per fare rete con altri comitati civici presenti sul territorio, rendendo la vita difficile a chi pensa che la parola sviluppo debba coincidere con la parola devastazione. Del territorio e della vita.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]