E’ di qualche giorno fa la notizia di un’aggressione avvenuta il 5 ottobre ai danni di due poliziotti a Borgo Mezzanone, nel foggiano.
A dare la notizia è stato, come spesso accade, il Ministro degli interni Matteo Salvini, con un post su facebook:
Nel racconto del Ministro degli Interni gli operatori di polizia sono stati presi “a calci e pugni” da un gruppo di 50 “richiedenti asilo” per un “semplice controllo” non rispettato da un cittadino gambiano di 26 anni.
Le parole di Salvini sono state riprese l’8 ottobre dal Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), che in un duro comunicato stampa ha descritto in questi termini quanto accaduto.
Foggia. 50 extracomunitari mandano in ospedale due poliziotti. Pulli (Sap): «Punire chi delinque e dotare la Polizia. Serve segnale di sicurezza per i cittadini» Erano circa in cinquanta gli extracomunitari del Cara di Borgo Mezzanone, che si sono scagliati a calci e pugni contro due poliziotti “colpevoli” di aver fermato per un controllo, un cittadino gambiano di 26 anni. «I due colleghi sono stati letteralmente pestati e hanno riportato importanti ferite con prognosi che vanno dai 15 ai 30 giorni – spiega Francesco Pulli, Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) – l’intervento di altre pattuglie ha scongiurato il peggio per i colleghi. Episodi del genere non sono nuovi e, sicuramente, a spingere questa gente a delinquere indisturbata, è anche la consapevolezza di restare impunita. Servono pene severe per chi non rispetta le regole – tuona Pulli – e occorrono anche maggiori tutele per i poliziotti operativi su strada, come i taser ad esempio. Se fosse successo il contrario, nessuno avrebbe esitato ad urlare al razzismo. E’ ora che chi sbaglia paghi e che la Polizia sia messa in condizioni di difendersi e operare in totale sicurezza in situazioni del genere, per dare un segnale positivo alla collettività»
Degli ottimi rapporti tra alcuni sindacati di polizia e la Lega ci eravamo già occupati in un pezzo di Antivirus sull’introduzione dei taser.
Allora il Sindacato che aveva fatto da fonte per un post di Salvini era l’UGL. In questo caso invece è stato il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) a riprendere le parole del Ministro dell’Interno.
Probabilmente, per capire la genesi di questo comunicato stampa, è utile ricordare che il segretario generale del SAP, Stefano Paoloni, ha espresso forte sostegno al Decreto Sicurezza in questa intervista a Diario del Web, ha dato solidarietà al Ministro con una lettera al Tempo in occasione delle indagini per la questione della nave Diciotti e in generale non si fa scrupoli a condividere sulla propria pagina facebook materiale di Salvini.
La notizia, dopo il comunicato stampa del SAP, è rimbalzata sui maggiori quotidiani locali e nazionali. Una breve rassegna dei titoli:
Il Giornale: “Li circondano, poi calci e pugni: agenti pestati da 50 immigrati.”
Sky TG 24: “Sap: “Due poliziotti aggrediti da 50 migranti a Foggia, più tutele”
Imola Oggi: “Caporalato, Foggia: 50 migranti si scagliano a calci e pugni contro due poliziotti”
RTL: Foggia, due poliziotti aggrediti da cinquanta migranti
Quotidiano.net: “Foggia, rivolta nel ghetto dei migranti. “In 50 contro due poliziotti”
TGR Puglia: “Poliziotti aggrediti da un gruppo di immigrati”
Quotidiano di Puglia: Rivolta nel ghetto di Foggia, 50 migranti aggrediscono i poliziotti”
ANSA (versione in inglese): 50 migrants attack 2 police
Oggi, 10 ottobre, però, iniziano a spuntare alcuni dubbi sulla ricostruzione data da Salvini.
Uno dei primi ad occuparsene è Butac, che alle 12 del 10 ottobre segnala l’esistenza di una versione alternativa dei fatti, offerta dal magazine indipendente Terra di Frontiera.
È vero che Omar cercava di resistere per non farsi arrestare. Era spaventato, sapeva che aveva sbagliato e aveva paura di perdere il permesso e di andare in carcere. Non ha fatto bene. Ed è vero pure che altri ragazzi del Gambia cercavano di tirare il compagno per difenderlo, anche perché si era fatto male. Quando la polizia è arrivata – spiega Marco – hanno inseguito Omar e per mettergli le manette lo hanno buttato a terra, tra i cumuli di rifiuti fatti per la maggior parte da bottiglie di vetro. Lui è caduto e si è fatto male. Ha cercato di non farsi mettere le manette e si è agitato tanto. Uno dei poliziotti è caduto insieme a lui per terra. Si è fatto male pure lui alle mani, con vari tagli, si è sporcato il pantalone nell’immondizia ed è andato a finire con la faccia dentro la polvere […] Tutti cercavano di parlare con la Polizia per vedere cosa si doveva fare. Ma nessuno, giuro nessuno, ha picchiato poliziotti. Nessuno. Dopo sono arrivati altri poliziotti, con quattro macchine in tutto. Se noi avevamo picchiato, perché dovevano arrestare solo Omar? Arrestavano anche altri. Tutti gli altri. Nessuno ha picchiato la Polizia, veramente no. Se qualcuno di noi picchiava, poteva succedere una guerra. Noi siamo irregolari, è vero, ma non siamo stupidi.
Ci sono almeno tre cose che non tornano, quindi, nella ricostruzione di Salvini che poi è finita su tutti i giornali:
- La nozione di “richiedenti asilo” usata per definire le 50 persone coinvolte -> Come spiega la persona intervistata da Terra di Frontiera quelle persone non sono richiedenti asilo. In quel caso, risiederebbero all’interno del CARA di Borgo Mezzanone. L’aggressione è avvenuta in un centro nato in modo spontaneo per offrire rifugio alle persone costrette a vivere al di fuori del CARA, un ulteriore segno dell’inefficienza e dell’insicurezza di quel sistema di accoglienza straordinaria di fatto promosso da Salvini con il depotenziamento degli SPRAR.
- “Per un semplice controllo” -> Salvini scrive che la presunta “aggressione” sarebbe avvenuta a causa del controllo al posto di blocco. Non è così. Come si vede dai video registrati sul luogo, pubblicati sul profilo twitter di Campagne in Lotta, la scena avviene in un momento successivo al controllo, quando il 26enne viene violentemente trascinato a terra dai due poliziotti e ammanettato alla ruota posteriore della volante.
- I “calci e pugni” -> Il racconto di Terra di Frontiera parla sì di resistenza e di una colluttazione, ma non di un’aggressione di gruppo a colpi di calci e pugni. I video, confermano quanto sostenuto dai migranti, e lo stesso segretario provinciale del SAP, Peppino Vigilante, intervistato dall’ANSA, si è visto costretto a smentire la prima versione del suo sindacato ed ammettere che “parlano da soli, basta vederli attentamente. E’ chiaro che non ci sono calci e pugni.”
A prescindere da come andrà a finire questa storia (oggi Matteo Salvini scrive che il richiedente asilo sarà espulso dal paese “grazie” agli effetti del Decreto Sicurezza, anche se al momento non sono attivi accordi per i rimpatri con il Gambia), rimane la solita sensazione: quella di un Ministro dell’Interno che — invece di pensare alla sicurezza di tutte e tutte noi — non si fa scrupolo di dare in pasto ai suoi seguaci notizie distorte e non verificate, e di mezzi di informazione che — almeno in un primo momento — seguono la sua versione dei fatti senza chiedere alle altre parti in causa cosa sia successo.
Chiudiamo con le parole di Alessandro (nome di fantasia di uno dei migranti che hanno ripreso la scena e hanno parlato a Terra di Frontiera, a cui va il nostro ringraziamento per il loro lavoro sul campo):
“È brutto che si dice su tutti i giornali che noi abbiamo picchiato la Polizia, perché non è vero. Nessuno ha chiesto a noi cosa è successo veramente. Così non va bene. Venerdì è successo un casino, Omar ha sbagliato, i gambiani hanno cercato di difenderlo e stavano sbagliando pure loro. Ma veramente nessuno ha picchiato la Polizia. Siamo arrabbiati perché non ci possiamo difendere, non abbiamo una voce. Se abbiamo picchiato Polizia, altri poliziotti potevano venire in questi giorni per arrestare quelli che hanno sbagliato. Ma non sono venuti. Nessuno ha chiesto a noi cosa è successo. Ma se due persone litigano e il giornalista ascolta solo uno di questi, fa bene il suo lavoro? Secondo me no. Se sei bravo, ascolti tutti e due. Così noi siamo solo criminali – conclude – I mostri da mettere sul giornale.”