Non c’entra ma c’entra

Cari amici del Sì, vorrei foste consapevoli che state chiedendo a me e a tutti gli Italiani di votare PD al Senato nell’unica competizione elettorale (in senso lato, la prima e l’ultima), dove il voto dei cittadini conterà per determinarne la composizione.

Per­so­nal­men­te ho affron­ta­to que­sta cam­pa­gna refe­ren­da­ria uni­ca­men­te con argo­men­ti di meri­to, maga­ri sot­to­li­nean­do le devia­zio­ni altrui da que­sta stra­da mae­stra, soprat­tut­to quel­le del Sì ma non disde­gnan­do di far­lo anche con quel­le del No.

Tut­ta­via in que­sti gior­ni c’è una recru­de­scen­za da par­te di alcu­ni soste­ni­to­ri del Sì a sot­to­li­nea­re la pre­sun­ta ete­ro­ge­nei­tà del­lo schie­ra­men­to del No, come se fos­se una vera e pro­pria coa­li­zio­ne poli­ti­ca (come l’attuale gover­no, per fare un esem­pio) e non sem­pli­ce­men­te la som­ma arit­me­ti­ca dei con­tra­ri ad una spe­ci­fi­ca leg­ge di rifor­ma costituzionale.

Ovvio come si trat­ti di un argo­men­to con­sa­pe­vol­men­te stru­men­ta­le, ma sen­tir­lo ripe­te­re da poli­ti­ci noti e navi­ga­ti alla lun­ga dà noia.

Allo­ra se pro­prio mi vole­te costrin­ge­re ad entra­re in que­sto cam­po, fac­cia­mo una pic­co­la ecce­zio­ne, uscia­mo per un atti­mo e con­sa­pe­vol­men­te dal meri­to in sen­so stret­to e ragio­nia­mo su un aspet­to che inve­ce non è affat­to stru­men­ta­le ma oggettivo.

Per­ché i limi­ti di que­sta rifor­ma costi­tu­zio­na­le sono quel­li che io ed altri abbia­mo sot­to­li­nea­to mil­le vol­te, ma esi­ste un non det­to, una pre­sun­zio­ne di par­ten­za di cui nes­su­no par­la aper­ta­men­te ma che di fat­to è una cer­tez­za, che vor­rei pro­va­re a spiegare.

Come è noto, il Sena­to pre­fi­gu­ra­to dal­la rifor­ma sarà com­po­sto da 74 con­si­glie­ri regio­na­li, 21 sin­da­ci e 5 nomi­na­ti dal Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, così come è altret­tan­to noto che i sena­to­ri saran­no elet­ti dai con­si­gli regionali.

Pre­ven­go l’obiezione, le indi­ca­zio­ni degli elet­to­ri ed even­tua­li leg­gi elet­to­ra­li regio­na­li modi­fi­ca­te, cioè gli argo­men­ti fan­ta­scien­ti­fi­ci che ven­go­no usa­ti per con­vin­ce­re gli elet­to­ri stes­si che potran­no vaga­men­te influi­re su que­sta ele­zio­ne, oltre ad esse­re appun­to aria frit­ta, sono irri­le­van­ti, per­ché non è affat­to pre­vi­sto che tut­ti i con­si­gli regio­na­li o comu­na­li ven­ga­no sciol­ti al momen­to del­la non auspi­ca­bi­le entra­ta in vigo­re del­la rifor­ma.

Sap­pia­mo inve­ce che il man­da­to dei con­si­gli regio­na­li, oltre che dei sin­da­ci, rimar­rà immu­ta­to e che quin­di (tra l’altro anche que­sto potreb­be esse­re un bel pro­ble­ma) il ricam­bio dei sena­to­ri sarà annua­le e a mac­chia di leopardo.

Ma biso­gne­rà pur comin­cia­re e quin­di, sen­za ahi­mè le gene­ri­che e giu­ri­di­ca­men­te impal­pa­bi­li “indi­ca­zio­ni degli elet­to­ri”, al momen­to del­la pri­ma appli­ca­zio­ne del­la rifor­ma (la legi­sla­tu­ra suc­ces­si­va a quel­la attua­le) i sena­to­ri sareb­be­ro elet­ti dai con­si­gli regio­na­li nel­la com­po­si­zio­ne del momento.

Se si scio­glies­se­ro le came­re il gior­no dopo il refe­ren­dum, nel­la com­po­si­zio­ne attuale.

Ora, secon­do tut­te le pro­ie­zio­ni (cito quel­la de La Stam­pa che ha anche un bel gra­fi­co e i dise­gni­ni ser­vo­no) se il nuo­vo Sena­to nasces­se il 5 dicem­bre con­te­reb­be 55 sena­to­ri del PD.

Poi ci sareb­be­ro i 5 dei par­ti­ti auto­no­mi­sti allea­ti del PD e i 5 di NCD UDC, e ciò sen­za con­ta­re i 5 nomi­na­ti dal Pre­si­den­te del­la Repubblica.

Con 55 sena­to­ri su 100 il PD avreb­be comun­que una soli­da mag­gio­ran­za, che aumen­te­reb­be a 65 tenen­do con­to solo dell’area di governo.

Se poi ci fos­se­ro anche solo 2 nomi­ne “giu­ste”, nean­che tut­te e 5 (che poi qual­cu­no di For­za Ita­lia lo si con­vin­ce sem­pre), l’attuale schie­ra­men­to di gover­no avreb­be alme­no 67 sena­to­ri su 100 cioè oltre i due ter­zi del sena­to (66,6 periodico).

E dif­fi­cil­men­te fra quei 55 del PD, scel­ti dai con­si­glie­ri regio­na­li, quin­di dal par­ti­to, avrem­mo espo­nen­ti di mino­ran­ze più o meno bel­li­co­se (in real­tà assai mansuete).

Quin­di cari ami­ci del Sì, quan­do par­la­te di Sena­to e quan­do par­lia­mo di schie­ra­men­ti, vor­rei foste con­sa­pe­vo­li che sta­te chie­den­do a me e a tut­ti gli Ita­lia­ni di vota­re PD al Sena­to nell’unica com­pe­ti­zio­ne elet­to­ra­le (in sen­so lato, la pri­ma e l’ultima), dove il voto dei cit­ta­di­ni con­te­rà per deter­mi­nar­ne la composizione.

Per­ché que­sto acca­dreb­be se vin­ces­se il Sì.

In via auto­ma­ti­ca si andreb­be a com­por­re un Sena­to a mag­gio­ran­za asso­lu­ta PD e a mag­gio­ran­za di oltre 2/3 di area gover­na­ti­va, cioè a dire, il sena­to sareb­be sal­da­men­te nel­le mani dei pro­mo­to­ri del­la rifor­ma (come ades­so, peral­tro, a pro­po­si­to di cam­bia­men­ti radicali).

E non cre­do sia casua­le, diciamo.

Un Sena­to, come è noto, il cui voto sarà indi­spen­sa­bi­le per alcu­ne leg­gi (per le qua­li il bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio rima­ne) e deter­mi­nan­te per l’approvazione di altre, oltre che per baz­ze­co­le come l’elezione del Pre­si­den­te del­la Repubblica.

Ecco, io fac­cio par­te di un altro par­ti­to e, pri­ma di tut­to, vor­rei vota­re per eleg­ge­re il Sena­to, e poi, se potes­si vota­re, vote­rei il mio, di par­ti­to, non il vostro.

Per­ciò non stu­pi­te­vi se insie­me ad altri elet­to­ri di par­ti­ti da me lon­ta­nis­si­mi non vote­rò PD al Sena­to il 4 dicem­bre e quin­di vote­rò No a que­sta rifor­ma, che ogni gior­no che pas­sa si dimo­stra più insensata.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.