Ospedale San Paolo di Savona, giornata di routinaria sala operatoria immagino, intervento di ernia, il paziente improvvisamente rifiuta di farsi operare.
Cosa è successo? La cosa più incredibile nel 2017: l’anestesista è una donna, fatto tra l’altro comunissimo oramai; il paziente dice di aver sentito voci, le anestesiste del San Paolo non sarebbero brave. A nulla serve l’intervento del chirurgo e dell’anestesista, il paziente rifiuta l’intervento.
Il primario di Anestesia e Rianimazione denuncia il fatto come molto grave e difende i suoi operatori, ma questa vicenda mette in luce un problema di discriminazione e uguaglianza che ancora esiste, purtroppo.
Certo questo è un caso limite, estremo, personalmente mai mi è capitato che un paziente non volesse una donna come medico o anestesista, ma quante volte a tutte noi capita di essere chiamate “signorina” invece che dottoressa, mentre i colleghi maschi sono tutti dottori se non professori? E lo stesso vale per le infermiere. Il rispetto che viene portato di default agli uomini non viene portato alle donne, ed è una questione inter-generazionale. Con l’aumento esponenziale delle donne medico i pazienti si stanno abituando, tranne il signore di Savona, ad avere donne come curanti ma in molti casi ancora manca quella parità anche “a parole” che sarebbe auspicabile e che ci farebbe tanto piacere.
Basta. Non chiamateci più signorine.
Fosca Benne