Non ci fermiamo qui

Dalla collaborazione con Sinistra Italia a quella con Green Italia, passando attraverso i movimenti e le associazioni di cittadinanza attiva. Sempre con un focus sui programmi. Sempre con il giusto slancio alla mobilitazione.

Ieri gli Sta­ti gene­ra­li di Pos­si­bi­le han­no salu­ta­to con favo­re qua­si una­ni­me la col­la­bo­ra­zio­ne par­la­men­ta­re con Sini­stra italiana.

Un pas­sag­gio che per noi con­fer­ma una col­la­bo­ra­zio­ne che non è cer­to ini­zia­ta ora, ma che non si esau­ri­sce in que­sto rap­por­to più stret­to e cooperativo.

Doma­ni sare­mo con Green Ita­lia per lan­cia­re insie­me la nostra cam­pa­gna #pri­ma­del­di­lu­vio, con un rife­ri­men­to alla cam­pa­gna che i Ver­di euro­pei han­no pro­mos­so per il defi­ni­ti­vo supe­ra­men­to del­le fon­ti fossili.

Mer­co­le­dì pros­si­mo si riu­ni­ran­no a Roma i respon­sa­bi­li del­le ses­sio­ni del­la Costi­tuen­te del­le idee, con il comi­ta­to scien­ti­fi­co di Pos­si­bi­le aper­to al con­tri­bu­to dei nostri inter­lo­cu­to­ri: defi­ni­re­mo il nostro per­cor­so pro­get­tua­le offren­do­lo imme­dia­ta­men­te alle altre for­ze poli­ti­che, ai movi­men­ti, alle asso­cia­zio­ni del­la cit­ta­di­nan­za più atti­va, a quel­la socie­tà civi­lis­si­ma che spes­so ha dato pro­va di esse­re all’a­van­guar­dia del­le bat­ta­glie poli­ti­che nel nostro Paese.

Nel frat­tem­po, pro­se­guo­no le nostre cam­pa­gne lai­che, con la ripre­sa del tour per la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, tema che fa mol­to ride­re ai ben­pen­san­ti e ai benal­tri­sti ma che vale più del­lo 0,2 per cen­to (non solo dal pun­to di vista eco­no­mi­co, ovvia­men­te) che tan­to pre­oc­cu­pa il gover­no attual­men­te in carica.

All’e­la­bo­ra­zio­ne asso­ce­re­mo come sem­pre la mobi­li­ta­zio­ne: rima­ne­te in con­tat­to con noi e con i nostri 200 comi­ta­ti e se pen­sa­te di fare una cosa appa­ren­te­men­te impos­si­bi­le, ade­ri­te a Pos­si­bi­le. Insie­me si può, come dice­va il gat­to con gli sti­va­li al fra­tel­li­no più pic­co­lo, quan­do vide che l’e­re­di­tà più gran­de anda­va agli altri. Poi funzionò.

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Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.