Felice Casson è un simbolo: Giudice Istruttore dai 27 anni, ha seguito le inchieste riguardanti il caso Gladio, la tangentopoli veneta, l’incendio de La Fenice e i danni ambientali nel porto di Marghera. Oggi sostiene Civati e non potrebbe pensare di essere altrove, per la grande affinità con le tematiche che sente sue: la legalità, i giovani, la meritocrazia. Per Felice Casson essere Magistrato significa “amare il proprio lavoro. Stando all’interno della magistratura ho compreso come, pur nella diversità degli approcci, sia una professione fortemente basata sui principi etici e sul rispetto della nostra Costituzione.”
Nel ripercorrere tutte le inchieste ricorda come “l’autonomia e l’indipendenza siano centrali per la magistratura: esternamente e internamente. I maggiori ostacoli probabilmente li ho trovati all’interno della magistratura, ragione per cui non mi sono mai iscritto a nessuna corrente di magistratura.”
Oggi il tema della corruzione pare non essere al centro dell’attenzione come anni fa: “c’è un’assuefazione generale verso la piccola come la grande corruzione, questa va combattuta non con la repressione ma intervenendo sull’aspetto etico ed educativo dei giovani. Nell’ambito processuale, occorre che una persona condannata debba scontare effettivamente la pena.”
Sulla diffidenza dei giovani verso la politica Casson ritiene che “non occorre generalizzare: ho trovato al Senato e nelle amministrazioni locali persone valide, rispettose, serie. Ritengo fondamentale non lasciare la politica ai politicanti di mestiere, ma mettersi in gioco e non esclusivamente mormorare: fare delle scelte, studiare le diversità trai candidati. Per i giovani occorre una valorizzazione reale delle persone mediante una reale meritocrazia. Non bisogna lasciarsi prendere dall’idea che una minoranza non abbia effettivo mordente perché, facendo un esempio recente, nel caso della mozione contro gli F35 se anziché in 20 fossimo stati in 40 avremmo davvero potuto cambiare le cose.”
“Cos’è la politica per lei?” domando, e la risposta è tanto semplice quanto illuminante: “la politica è necessaria: una politica seria e trasparente è fondamentale per i cittadini. Ad esempio, nel caso delle grandi navi a Venezia, la politica non può stare a guardare. Se essa è davvero in simbiosi coi cittadini, prende di petto la questione e la decide: se noi non creiamo dibattito non risolviamo la questione, occorre dare un senso alla politica proprio facendo valere la propria opinione.”
Venezia rimane nel cuore: chiedo cosa sia per lui, e mi risponde che “nonostante la vita del magistrato spesso non mi abbia permesso di vivere pienamente la mia città, Venezia è una grande realtà, quasi unica, che crea tante occasioni lavorative e di rapporti umani. Quando sono a Roma mi manca camminare per Venezia.
“La risposta al perché appoggi Civati la ritiene “semplice: se guardo al mio vissuto, la scelta la vedo scontata. Non potrei salire sul carro delle altre due corazzate dove ci sono tanti che guardano solo al posto. La personalità di Giuseppe e del gruppo intorno a lui è incentrata su tematiche che sento mie: la legalità, i giovani, la meritocrazia. Non potrei pensare di essere altrove.”
Nel tempo libero trova ancora il tempo per giocare a calcio col figlio e per viaggiare, nonostante “il tempo per vedere le bellezze delle città siano purtroppo rare. Sto leggendo Sepúlveda ed Emile Zòla. Ricordo una frase di Montesquieu che dice che le leggi non sono giuste in loro stesse, ma una cosa deve essere legge perché giusta. Questo deve fare anche il legislatore: rendere in legge le situazioni ottimali, e non imporre situazioni ingiuste.”
(Felice Casson ha votato in dissenso dal gruppo del PD a favore dell’ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle che mirava alla calendarizzazione già il 5 novembre prossimo dell provvedimento dall’aula del Senato sul Decadimento di Silvio Berlusconi. Con lui Mineo, Puppato, Ricchiuti, sostenitori al congresso dell documento e della candidatura di Giuseppe Civati ndr.)
#Civoti 02: Felice Casson