Nella notte del 28 gennaio, è morto di freddo un richiedente asilo in fila davanti all’Ufficio Stranieri in via Patini, a Roma.
L’uomo era in fila dalle 22.00 del giorno prima, ma secondo i testimoni già alle 4.00 non era più in vita.
La morte dell’anziano è il tragico epilogo di una situazione indegna di un paese che si vuole considerare civile.
Ormai è normale trovare lunghe file di richiedenti asilo costretti a passare più giorni e più notti al freddo, davanti all’Ufficio Stranieri, nella speranza di essere finalmente chiamati.
Questo calvario a cui sono sottoposti per ottenere un documento necessario per lavorare e poter andare dal medico è causato dalla pessima organizzazione della Questura di Roma. Non è pensabile che una città come la capitale metta a disposizione dei richiedenti asilo un solo sportello che avrebbe il compito di gestire flussi umani di grande entità. Al problema dell’assenza di più uffici preposti a tale funzione si aggiunge la mancanza di un sistema di prenotazione online, che faciliterebbe lo scorrere dei flussi.
La morte del richiedente asilo si sarebbe potuta evitare se la Questura si fosse organizzata diversamente, invece di assecondare un sistema costruito per disincentivare i richiedenti asilo a mettersi in regola.
E si sarebbe potuta evitare se la Questura non fosse impegnata a seguire logiche discriminatorie che non aiutano nessuno e che sono gli ultimi a pagare, in questo caso anche con la vita.
Chiediamo con forza la semplificazione delle procedure e il rispetto della dignità della persona nel sistema di accoglienza.
Roma Possibile