[vc_row][vc_column][vc_column_text]Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Voglio dirvi grazie. Voglio dirvi grazie perché dopo tanto tempo questa mattina mi sono svegliato con un sogno, con una speranza. Sento che ieri avete tolto quella patina che offuscava i sentimenti, le passioni e la voglia di un mondo più giusto e uguale che mio papà, ferroviere in pensione oggi di 82 anni, mi ha passato da quando ero piccolo.
Io e mio papà negli ultimi anni ci sentivamo persi. Non capivano perché la sinistra, per così dire, si occupava dei padroni, di fermare i migranti, di togliere quei diritti per cui mio papà ha lottato e scioperato. Ricordo un giorno, io ero piccolino: mio papà chiamò me e mia sorella e ci disse che quell’anno, a Natale, non potevano esserci regali perché lo stipendio sarebbe stato poco. Perché stava scioperano, ma lo stavano facendo per noi, per il nostro futuro. Allora mi sono preoccupato solo del fatto che non avrei avuto nessun regalo e mi sono arrabbiato poi, da grande, ho capito.
Quando Renzi ha distrutto tutto ciò per cui mio papà aveva lottato mi sono arrabbiato di nuovo, poi mi sono rassegnato. Ora vi dico grazie perché voi date una speranza a chi come me e mio papà si era rassegnato. Ed è per questo che vorrei poter dare una mano a Liberi e Uguali.
Voi avete fato il primo passo, noi dobbiamo essere al vostro fianco, in un cammino di giustizia e diritti per i più deboli, per gli esclusi e per chi per un motivo o per un altro resta indietro. Perché in questa società che corre e guarda solo avanti serve qualcuno disposto a rallentare e girarsi indietro per vedere ed aspettare chi è rimasto indietro. Grazie e ditemi cosa posso fare per dare il mio contributo.
Stefano Marenaci
un leccese emigrato a Bologna tanti anni fa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]