Oltre all’emergenza sanitaria, c’è un’emergenza educativa da affrontare

Ci auguriamo di avere risposte concrete nei prossimi giorni, perché per ora, con il dimezzamento disposto dal MEF dei posti resi disponibili da Quota 100, lo slittamento dell’aggiornamento delle graduatorie di Istituto e il blocco dei concorsi, i segnali non sono incoraggianti.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il rien­tro in clas­se sarà a set­tem­bre, così si è espres­so il Comi­ta­to Scien­ti­fi­co che affian­ca il Gover­no, lo anti­ci­pa­no oggi gli orga­ni di stam­pa.

Per il rien­tro in clas­se si pro­spet­ta­no, tra i vari sce­na­ri pos­si­bi­li, i dop­pi tur­ni di entra­ta mattina/ pome­rig­gio per garan­ti­re il distan­zia­men­to di sicu­rez­za, visto che la capien­za del­le aule è media­men­te di 20 metri quadrati.

Per­ché que­sto sia rea­liz­za­bi­le ser­vo­no più inse­gnan­ti, mol­ti di più, già in aula dal 1 set­tem­bre, quan­do potreb­be­ro comin­cia­re le lezio­ni, for­se per un paio di set­ti­ma­ne anco­ra a distan­za come perio­do di potenziamento/recupero, poi in pre­sen­za ma con misu­re restrittive.

Occor­re quin­di un inve­sti­men­to sen­za pre­ce­den­ti sul­la Scuo­la (pub­bli­ca e sta­ta­le, pri­ma) sia in ter­mi­ni di tem­po, con scuo­le aper­te anche il pome­rig­gio come dovreb­be esse­re sem­pre, sia in ter­mi­ni di strut­tu­re ade­gua­te – e que­sto richie­de tem­pi più lun­ghi e per que­sto è urgen­te comin­cia­re – sia in ter­mi­ni di ridu­zio­ne degli alun­ni per clas­se e di ade­gua­men­to degli orga­ni­ci alla nuo­va situazione.

Che cosa inten­de fare il Gover­no per la Scuo­la, non solo nel­la secon­da fase di emer­gen­za, ma per il futuro?

Ci augu­ria­mo di ave­re rispo­ste con­cre­te nei pros­si­mi gior­ni, per­ché per ora, con il dimez­za­men­to dispo­sto dal MEF dei posti resi dispo­ni­bi­li da Quo­ta 100, lo slit­ta­men­to dell’aggiornamento del­le gra­dua­to­rie di Isti­tu­to e il bloc­co dei con­cor­si, i segna­li non sono inco­rag­gian­ti.

Ci augu­ria­mo sia chia­ro a chi gover­na che la Scuo­la è il pun­to zero da cui ripar­ti­re con con­vin­zio­ne per sol­le­va­re il Pae­se da que­sto disa­stro e che non è più tem­po di far­si det­ta­re l’agenda dal mer­ca­to quan­do si par­la di Scuola.

Se voglia­mo guar­da­re al futu­ro non pos­sia­mo pen­sa­re nean­che per un momen­to che la didat­ti­ca a distan­za diven­ti strut­tu­ra­le per più del­lo stret­to neces­sa­rio: per­ché il sospet­to vie­ne, visti gli inve­sti­men­ti fat­ti in que­sto perio­do per avvia­re la didat­ti­ca a distan­za, che comun­que esclu­de 1 milio­ne e sei­cen­to­mi­la stu­den­ti, secon­do il moni­to­rag­gio del Mini­ste­ro dell’Istruzione e viste le scel­te fat­te sino­ra uni­la­te­ral­men­te dal­la Mini­stra Azzolina.

La Mini­stra rin­gra­zia sem­pre mol­tis­si­mo tut­ti, cer­to, ma poi sem­bra aver dimen­ti­ca­to che gli inse­gnan­ti, che per la mag­gior par­te si sono atti­va­ti di loro ini­zia­ti­va il gior­no dopo la chiu­su­ra del­le scuo­le per rag­giun­ge­re con ogni mez­zo i loro alun­ni e non far­li sen­ti­re soli, van­no tute­la­ti nel­la loro pro­fes­sio­na­li­tà, ascol­ta­ti nei biso­gni e mes­si nel­le con­di­zio­ni di garan­ti­re al più pre­sto una didat­ti­ca vera, che è fat­ta sì di con­te­nu­ti ma tan­to, tan­tis­si­mo di rela­zio­ne, di scam­bio e di pros­si­mi­tà anche fisi­ca, spe­cie con gli alun­ni più pic­co­li e con disa­bi­li­tà, che insie­me ai più pove­ri sono qua­si com­ple­ta­men­te taglia­ti fuo­ri dal­la didat­ti­ca a distan­za.

Il Pae­se, se non fos­se chia­ro, sta andan­do incon­tro a un’emer­gen­za edu­ca­ti­va che va di pari pas­so con quel­la sani­ta­ria: sal­va­re le vite ma anche le per­so­ne, nel momen­to più deli­ca­to del­la loro for­ma­zio­ne, deve esse­re una priorità.

Per far­lo occor­ro­no misu­re emer­gen­zia­li, anche per il reclu­ta­men­to, così come è suc­ces­so per il per­so­na­le sani­ta­rio: ser­vo­no inse­gnan­ti in pri­ma linea e per aver­li non si può appli­ca­re un siste­ma quel­lo sì, vetu­sto: si pro­ce­da all’aggiornamento del­le gra­dua­to­rie miglio­ran­do il siste­ma che le sup­por­ta, per­ché non è accet­ta­bi­le che si rin­vii di un anno a cau­sa di una piat­ta­for­ma che non è in gra­do di soste­ne­re gli ingres­si, lascian­do così fuo­ri pro­prio quei docen­ti pre­ca­ri che si stan­no facen­do in quat­tro per con­sen­ti­re una fine d’anno sco­la­sti­co digni­to­so – e ban­den­do con­cor­si per soli tito­li, per quest’anno.

Sono idee di buon sen­so, lo capi­reb­be chiun­que aves­se a cuo­re il bene del Pae­se.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.