Quattromila persone sono venute a firmare ai banchetti che Possibile, insieme ad altre forze politiche, ha organizzato nella città di Fano. La ragione era semplice: partecipare a una scelta politica a tutela del diritto alla salute della collettività. Un esempio di democrazia e di cittadinanza.
Il tema all’ordine del giorno, e in realtà da parecchi anni, era infatti quello della costruzione di un nuovo ospedale, per chiudere i due attuali presidi di Pesaro e l’ospedale di Fano. Il progetto qualche tempo fa era piuttosto chiaro, soprattutto perché la Regione avrebbe acceso un mutuo con lo Stato, quindi i soldi per finanziare l’ospedale sarebbero stati pubblici; in più si erano coinvolti gli Amministratori dell’intera provincia di Pesaro-Urbino.
Oggi invece di chiaro e condivisibile non c’è quasi più niente. Il nuovo ospedale, infatti, non sarà più pubblico, ma realizzato con finanziatori privati. Il sito precedentemente individuato, dati scientifici alla mano, è critico dal punto di vista idrogeologico. I sindaci della Provincia di Pesaro e Urbino sono scettici. I cittadini hanno capito che i problemi veri, quelli reali della sanità, quali la mobilità passiva e soprattutto le liste di attesa, non saranno affatto risolvibili con la costruzione di un nuovo ospedale. In più, in questi anni, gli ospedali in essere hanno subito continui lavori di ristrutturazione, e quindi continue spese.
Alla luce di tutto questo, il Comitato Possibile di Fano ha deciso di attivare in città un processo partecipativo per condividere valori e principi ispiratori di una politica sanitaria a tutela dell’articolo 32 della Costituzione. Processo politico decisionale trasparente, partecipato e condiviso; tutela dei diritti di tutti; servizi pubblici e mai privati; rispetto dell’ambiente e non consumo del suolo; ristrutturazione dell’esistente evitando nuovi piani di edificazione urbanistica non necessari; razionalizzazione dei costi e aumento dei benefici; coinvolgimento di tutto il territorio, dagli amministratori, ai soggetti politici, ai movimenti, alle associazioni, ai cittadini.
L’iniziativa, denominata “Io firmo per la salute”, ha raccolto 4000 firme in poco meno di un mese, e ha presentato al Consiglio Comunale di Fano una proposta di Referendum per coinvolgere l’intera comunità nel processo decisionale.
Purtroppo però la politica ha preferito subordinare la democrazia al tecnicismo delle regole e così si è fatto finta che nulla fosse successo e il movimento spontaneo e libero di tanti uomini e donne é stato semplicemente dichiarato inammissibile da una Commissione di Garanti.
Di inammissibile però c’è ben altro: un Pd comunale sotto la leadership del vice presidente della Regione che antepone agli interessi della città la linea del partito provinciale. Un Sindaco di Fano che mostra coraggio a parole e non nei fatti. Una sinistra debole, che sbandiera la sanità pubblica ma poi continua ad andare a braccetto col Pd.
E che dire poi della trovata dell’app che deresponsabilizza e auto assolve tutti?
Proprio così: il Governatore delle Marche, dopo che le truppe di sindaci piddini sono state via via decimate nelle ultime tornate amministrative, si è inventato un algoritmo super partes per individuare il sito migliore ove costruire il fantomatico nuovo ospedale, così decide la tecnologia e non possiamo prendercela con nessuno.
Surreale ma vero, ahimè, tanto più che indiscrezioni rivelano che la fantomatica app abbia individuato tale luogo più idoneo in mare, a dieci chilometri dalla costa che divide le due città di Fano e Pesaro.
Noi però non possiamo rimanere silenti di fronte al fallimento della politica e alla censura della democrazia. Per questo abbiamo tappezzato la città di Fano di manifesti e denunciato chi fa finta di non avere responsabilità in una scelta che penalizza fortemente, non solo Fano che é la terza città delle Marche, ma un’intera comunità.
Con libertà e determinazione continueremo a denunciare prassi scorrette e scelte di parte, al fine di aprire spazi di partecipazione e ritornare a dare alla politica un’etica, una credibilità, una responsabilità.
Come ha ben detto la nostra deputata Beatrice Brignone, “la politica in cui crediamo noi di Possibile si assume il coraggio delle proprie scelte, se non è in grado di farlo fallisce, e si va a casa”. La tecnologica versione di Pilato 2.0 ci atterrisce.
Marta Costantini — Possibile Fano, comitato XXV aprile