Per la gran parte dei migranti che giungono sul suolo italiano, il nostro paese è solo una delle tante tappe di un lungo e pericoloso viaggio iniziato molto tempo prima. In molti vogliono raggiungere il Nord del nostro continente alla ricerca di una vita sicura e dignitosa, spesso rasserenata dal ricongiungimento a familiari che li hanno preceduti.
Ma la risposta dell’Europa a questo flusso di migranti è stato ed è la chiusura di tutte le frontiere: del Brennero verso l’Austria, di Ventimiglia verso la Francia ed ora è la volta di Chiasso verso la Svizzera.
Otto sono i chilometri che separano Como, ultima città italiana prima del confine italo-svizzero, da Chiasso, prima città in territorio elvetico.
Otto sono i chilometri che dal qualche tempo, i migranti, per lo più eritrei ed etiopi, in sosta nella città di Como percorrono nel tentativo di varcare quella linea di demarcazione tra due stati, l’Italia che li ha accolti e la Svizzera che sistematicamente li respinge. Fanno tentativi continui, la maggior parte delle volte vani, e non resta loro altro che tornare a Como in attesa di conoscere il loro destino e di avere un foglio di via.
Il loro numero varia di giorno in giorno: poche settimane fa erano 200, oggi se ne possono contare 450. Di questi circa la metà sono minori non accompagnati e moltissime sono le madri sole con figli.
Per andare in loro soccorso, La Croce Rossa, la Caritas, associazioni locali e parrocchie hanno attivato servizi di accoglienza, mense che distribuiscono pasti e colazioni ed effettuato raccolte di beni di prima necessità. Nonostante il grande e costante impegno però, faticano a gestire una situazione in continua evoluzione che si è guadagnata anche l’attenzione dei telegiornali nazionali ed hanno chiesto sostegno.
Ecco perché qui a Como e Varese, ci siamo sentiti in dovere di raccogliere l’appello della Croce Rossa a contribuire, fornendo cibo e beni di prima necessità: riso, scatolame, olio, latte, biscotti oltre che coperte, accappatoi, salviette e prodotti per l’igiene intima.
Questa settimana i nostri Comitati si sono prontamente mobilitati nell’organizzare punti di raccolta che coprissero l’intera provincia, uno più a Nord e l’altro più a Sud e nel diffondere sulla stampa locale e sui social media, questa nostra iniziativa per renderla il più fruttuosa possibile.
Ci ha confortato la generosità delle persone che hanno donato interi scatoloni di provviste e di chi ha fatto donazioni che ci hanno permesso di allestire un banco alimentare con cui abbiamo potuto acquistare altri generi alimentari.
Ma quello che ci ha colpito di più non è stata la quantità di cibo raccolto in così poco tempo ma la rete di solidarietà che si crea in situazioni come questa e riesce a dare un sostegno concreto ed efficace. Il Direttore della Caritas Roberto Bernasconi ha dichiarato che “Como ha bisogno di aiuto, i volontari non bastano, occorre che la politica intervenga a livello nazionale”.
Nel frattempo, aspettando “la politica nazionale”, nella sede della Croce Rossa, dove abbiamo consegnato la nostra raccolta, partecipavamo ad un operoso via vai di persone che entravano portando pacchi e uscivano per prenderne altri, di volontari che ne spostavano alcuni per far posto ad altri e altri volontari ancora che trasferivano materiale su un auto per distribuirlo alla mensa di Sant’Eusebio e alle Parrocchie dove sono ospitati i migranti.
Non solo. A colpirci ancor di più è stato il fatto che alcuni dei donatori che abbiamo incontrato a Como erano svizzeri: cittadini del paese che respinge i migranti si sono mobilitati per portare il loro aiuto ai migranti respinti…
Noi li ringraziamo perché, così facendo, non hanno portato solo cibo ma anche un messaggio di irriducibile solidarietà che ci sentiamo di condividere.
Non è certo una frontiera, voluta da uomini per fermare altri uomini, a dividerci tra chi è solidale da una parte e chi non lo vuole essere dall’altra.
Non è certo una frontiera a farci demordere dal nostro ostinato intento: rimanere umani.
Ringraziamo allora tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta e ricordiamo che partecipare è ancora possibile facendo donazioni a:
Caritas
Credito Valtellinese
IBAN IT95F0521610900000000005000
Caritas diocesana di Como viale Battisti 8 22100 Como
Causale “emergenza stazione”
Comitati Possibile di Como e Varese