Overshoot day: abbiamo un solo pianeta, ma lo sfruttiamo come se ne avessimo quasi due

di Chia­ra Bertogalli 

Abbia­mo un solo pia­ne­ta, ma lo sfrut­tia­mo come se ne aves­si­mo qua­si due. 

La natu­ra rige­ne­ra le risor­se di cui abbia­mo biso­gno per vive­re, ma noi ne chie­dia­mo sem­pre di più e, se non ral­len­tia­mo, un pia­ne­ta fini­rà per non basta­re. Ovvia­men­te ciò non è pos­si­bi­le. Solo una pro­spet­ti­va mio­pe ed indi­vi­dua­li­sta può con­tem­pla­re uno sti­le di vita sen­za limi­ta­zio­ni in un pia­ne­ta a risor­se limi­ta­te. Per noi, que­sta pro­spet­ti­va è ter­mi­na­ta: era figlia di un’epoca che non esi­ste più, di un’epoca indu­stria­le, in segui­to dive­nu­ta con­su­mi­sti­ca, e ormai fran­ca­men­te obso­le­ta. Per que­sto, alla cre­scen­te doman­da ener­ge­ti­ca deve esse­re abbi­na­ta la cre­sci­ta di ener­gia otte­nu­ta da fon­ti rin­no­va­bi­li, gene­ran­do comu­ni­tà di inten­ti ed impian­ti e dismet­ten­do gra­dual­men­te, ma velo­ce­men­te, i com­bu­sti­bi­li fos­si­li. Per que­sto, pri­ma di con­su­ma­re altro suo­lo agri­co­lo, deve esse­re uti­liz­za­to suo­lo già imper­mea­bi­liz­za­to: occor­re una leg­ge per col­ma­re il vuo­to nor­ma­ti­vo che ci sta facen­do per­de­re una risor­sa così limi­ta­ta al rit­mo di una cit­tà di media gran­dez­za all’an­no. Per que­sto, abbia­mo biso­gno che la ricer­ca indi­vi­dui solu­zio­ni nuo­ve per otti­miz­za­re l’u­so del­le risor­se in uno sce­na­rio ormai del tut­to cam­bia­to. Ognu­no di noi può fare la dif­fe­ren­za con scel­te indi­vi­dua­li come con­su­ma­re meno car­ne, con­sen­ten­do di spre­ca­re meno ener­gia e meno acqua, vola­re meno, non acqui­sta­re pro­dot­ti usa e get­ta o con imbal­li inu­ti­li, vero. Ma la vera dif­fe­ren­za la vedre­mo solo se e quan­do le rin­no­va­bi­li, l’economia cir­co­la­re, l’uso soste­ni­bi­le del­le risor­se e la rige­ne­ra­zio­ne degli ambien­ti natu­ra­li diver­ran­no il ful­cro di un model­lo di svi­lup­po inte­gra­to nel­le poli­ti­che ener­ge­ti­che ed eco­no­mi­che dei gover­ni del mon­do. Quan­do ricer­ca ed inno­va­zio­ne, spin­te dall’istruzione, saran­no la prio­ri­tà per man­te­ne­re la vivi­bi­li­tà ambien­ta­le e cli­ma­ti­ca che abbia­mo cono­sciu­to fino­ra, non lascian­do che a paga­re le con­se­guen­ze sia­no le fasce più fra­gi­li. Non solo si può fare, ma l’o­ver­shoot day oggi ci ricor­da che si deve. 

Quest’anno, sic­ci­tà pro­lun­ga­ta, trom­be d’aria, cal­do tor­ri­do sono sta­ti impos­si­bi­li da igno­ra­re. Un serac­co del­la Mar­mo­la­da si è stac­ca­to facen­do vit­ti­me, gli altri ghiac­ciai alpi­ni si stan­no scio­glien­do a velo­ci­tà mai vista. 

Ciò che pen­sa­va­mo sareb­be acca­du­to fra alcu­ni anni si è pre­sen­ta­to alla por­ta, ora. 

Il 26 luglio è usci­to il rap­por­to ISPRA sul con­su­mo di suo­lo, in aumen­to gra­zie soprat­tut­to alla logi­sti­ca: basta leg­ge­re l’in­tro­du­zio­ne per com­pren­de­re quan­to que­sta risor­sa sia cru­cia­le. Oggi, 28 luglio, è l’overshoot day del pia­ne­ta, ma ogni gior­no attor­no a noi emer­ge l’inadeguatezza dif­fu­sa ad affron­ta­re la cri­si, dall’industria alle ammi­ni­stra­zio­ni loca­li, dai mass media che tac­cio­no all’opinione pub­bli­ca che non ha gli stru­men­ti per affron­ta­re le que­stio­ni ambien­ta­li e cli­ma­ti­che con un dibat­ti­to argomentato.

Ele­men­ti, risor­se, cli­ma ed altri anco­ra, tut­ti lega­ti fra loro, a testi­mo­nia­re come una clas­se diri­gen­te ormai fos­si­le sia sta­ta capa­ce di gene­ra­re pro­ble­mi che ora fin­ge di non saper risol­ve­re. Il 25 set­tem­bre si andrà a vota­re e que­sti temi, pur gra­vi, impel­len­ti e tre­men­da­men­te signi­fi­ca­ti­vi per la vita e il futu­ro di cia­scu­no, ven­go­no pun­tual­men­te igno­ra­ti, men­tre sono la vera emer­gen­za da cui la poli­ti­ca dovreb­be pro­teg­ger­ci. Poi dici l’astensionismo. 

 

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