Immaginate un posto (scegliete voi la latitudine, dal paese abbarbicato sulla cima di una montagna, alla città metropolitana, dall’isola meta di turisti, alla campagna coperta di agrumeti) in cui, pensate un po’, a tutti i lavoratori sia riconosciuto il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Provate a immaginare se in quel posto la donna lavoratrice avesse gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Si potrebbe persino pensare che in quel posto i lavoratori avessero diritto a mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
In un posto così vorrebbero viverci tutti, perché i lavoratori avrebbero tutti gli stessi diritti e a nessuno sarebbero imposti orari insostenibili, lavori pericolosi, salari insufficienti, licenziamenti illegittimi…
Sapete che c’è?
Quel posto esiste già ed è il posto immaginato dalla nostra Costituzione per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori.
Se la Costituzione valesse davvero per tutti, anche per i fattorini che fanno le consegne a domicilio, anche per i magistrati onorari disonorati dal ministero della giustizia, anche per i tirocinanti, gli stagisti, gli apprendisti, i raccoglitori di pomodori nei campi riempiti dai caporali, i lavoratori delle finte cooperative, insomma, se la Costituzione valesse davvero per tutti, allora sì che oggi, Primo Maggio, sarebbe Festa!
Beatrice Brignone
Andrea Maestri