Metropark è la società che opera sotto il controllo di FS Sistemi Urbani, Gruppo Ferrovie dello Stato che ne detiene il 100%, alla quale è affidata la gestione dei così detti “parcheggi di stazione”, ossia tutte quelle aree di sosta presenti all’interno, o nelle immediate vicinanze, delle stazioni ferroviarie.
Navigando sul sito dedicato, la mission e la vision che vengono espressamente descritte conciliano con la logica imprescindibile di incentivazione all’uso dei mezzi di trasporto, il treno in questo caso, mettendo a disposizione aree comode dove lasciare le proprie vetture. Non mancano, naturalmente, le logiche di offerte di mobilità integrata a beneficio del cliente.
Tutto assolutamente corretto. Il problema è che nulla di tutto ciò viene rispettato e basta guardare la tabella riportata in fondo a questo articolo per rendersi conto che esistono due problemi principali:
il primo problema è l’assoluta disomogeneità tariffaria che si intreccia in tutto il territorio nazionale, con differenze eclatanti che insistono non solo fra le regioni ma addirittura nelle medesime città, quelle più grandi, dove coesistono più strutture a disposizione.
Se fossimo davanti a lievi differenze tariffarie, restanti in range contenuti, potrebbe essere una disomogeneità anche accettabile ma, come potrete constatare voi stessi, le differenze riguardano una forbice molto ampia che parte da € 0,70 per ora/frazione fino ad arrivare a € 3,00.
Anche l’offerta a “tariffa giornaliera”, forse quella che più potrebbe essere appetibile allo scopo modale, è fortemente compromessa: su 66 “parcheggi di stazione”, sotto la diretta gestione di FS, in ben 18 l’offerta è totalmente assente, in 14 è da bollino rosso per essere troppo alta, in 5 da bollino giallo. Solo 33 rispondono ad un’offerta accettabile, da bollino verde.
Il secondo problema si lega al primo proprio per la perseverante mancanza di una logica di “integrazione modale” che non si ritrova in alcun pacchetto/offerta. Ad eccezione dell’unico caso di Torino Porta Susa, non vi è alcun riferimento all’integrazione di tariffe legate al possesso di un biglietto/abbonamento treno e, comunque, anche in questo unico caso si fa riferimento a titoli riguardanti tratte superiori ai 50 chilometri; quasi come a significare che per tratte chilometriche inferiori sia superfluo utilizzare il treno per spostarsi.
Complessivamente, guardate, la situazione è grave.
Abbiamo il dovere politico di intervenire richiamando il Gruppo Ferrovie dello Stato alla corretta morale, in rispetto dei Cittadini (per i quali un posteggio è uguale ovunque ci si trovi e un euro vale sempre uno per questo stesso posteggio) ma ancor più in rispetto del territorio in cui opera.
Ferrovie dello Stato deve essere promotore dei principi di sostenibilità, di rispetto dell’ambiente, di abbattimento dell’inquinamento, di buone pratiche volte a favorire e incentivare l’uso dei mezzi di trasporto.
Un’offerta univoca economicamente, accessibile su tutto il territorio nazionale e che sia particolarmente mirata all’integrazione biglietto/abbonamento e senza limiti di percorrenze perché quello che conta non è dove vai; quello che conta è come ci vai. E se sostituisci il treno alla macchina, che sia per esigenze di pendolarità che di spostamenti occasionali, stai sicuramente contribuendo ad un ambiente più pulito e sostenibile.
Roberto Schenone