Parco del Gran Sasso: i deputati di Possibile e le ire di qualche politico

Con l’interrogazione sul peri­co­lo di una nuo­va e deva­stan­te cemen­ti­fi­ca­zio­ne nel “Par­co Nazio­na­le del Gran Sas­so e Mon­ti del­la Laga” abbia­mo sca­te­na­to le ire di alcu­ni poli­ti­ci loca­li e del­la sena­tri­ce abruz­ze­se Ste­fa­nia Pez­zo­pa­ne. Ma a con­fer­ma del­la bon­tà dell’iniziativa di sin­da­ca­to ispet­ti­vo abbia­mo rice­vu­to mol­te­pli­ci atte­sta­ti di sti­ma e l’appoggio da par­te del­le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste, comi­ta­ti, cit­ta­di­ni, orga­ni d’informazione e, per for­tu­na, anche di mol­ti poli­ti­ci sul­la neces­si­tà che di que­sta situa­zio­ne sia infor­ma­to il Par­la­men­to con cui si chie­de un pro­nun­cia­men­to del Mini­ste­ro dell’Ambiente.

L’incompatibilità ambien­ta­le del pro­get­to è tal­men­te evi­den­te che non è pos­si­bi­le far fin­ta di nien­te o nascon­der­si die­tro argo­men­ta­zio­ni dema­go­gi­che e incon­si­sten­ti. La rea­liz­za­zio­ne di una nuo­va seg­gio­via del­le Fon­ta­ri distrug­ge­reb­be in modo irre­pa­ra­bi­le habi­tat prio­ri­ta­ri di alta quo­ta d’interesse comu­ni­ta­rio e ric­chis­si­mi di bio­di­ver­si­tà. I pro­get­ti, poi, sono in pale­se con­tra­sto sia con la Leg­ge qua­dro sul­le aree pro­tet­te, sia con i vin­co­li posti dall’Unione Euro­pea che, non per caso, han­no isti­tui­to per quell’area “sito inte­res­se comu­ni­ta­rio” e una “zona pro­te­zio­ne speciale”.

Non si pre­ve­de lo sman­tel­la­men­to del­la vec­chia seg­gio­via Fon­ta­ri in quan­to il pro­get­to “Nuo­ve Fon­ta­ri” non è una sosti­tu­zio­ne del vec­chio poi­ché si tro­va in altra posi­zio­ne geo­gra­fi­ca ed è lun­go il dop­pio, da 800 metri a 1600 metri. Che dire poi sul fat­to che non c’è alcu­no stu­dio sul­l’e­spo­si­zio­ne al ven­to. Secon­di i dati del Cen­tro Turi­sti­co Gran Sas­so, ente gesto­re degli impian­ti, i gior­ni scia­bi­li sul Gran Sas­so, a cau­sa del­l’e­spo­si­zio­ne par­ti­co­la­re del­la mon­ta­gna al mal­tem­po, negli ulti­mi 20 anni non sono sta­ti supe­rio­ri a 40.

Come si può pen­sa­re di spen­de­re milio­ni di euro per soli, ipo­te­ti­ci, 40 gior­ni di atti­vi­tà in un fran­gen­te in cui i muta­men­ti cli­ma­ti­ci ren­de­ran­no sem­pre più impro­ba­bi­li pre­ci­pi­ta­zio­ni nevo­se sui nostri Appen­ni­ni? Evi­den­te­men­te si pre­fe­ri­sce far fin­ta di non sape­re quan­ti sono, già oggi, gli impian­ti di risa­li­ta inu­ti­liz­za­bi­li e ormai in rovi­na nel­le nostre montagne.

Noi rite­nia­mo giu­sto e dove­ro­so inve­sti­re per lo svi­lup­po del ter­ri­to­rio del Gran Sas­so, ma affin­ché lo svi­lup­po, e i sui bene­fi­ci, sia­no uti­li e dura­tu­ri, que­sto deve esse­re soste­ni­bi­le e ambien­tal­men­te com­pa­ti­bi­le, pena la dis­si­pa­zio­ne o, peg­gio, la distru­zio­ne del bene natu­ra­le che abbia­mo il dove­re di gesti­re con cura e di tute­la­re per le futu­re generazioni.

Que­sto è quel­lo che pen­sia­mo noi di Pos­si­bi­le. Svi­lup­po e valo­riz­za­zio­ne con pro­get­ti soste­ni­bi­li e lun­gi­mi­ran­ti per­ché al nostro patri­mo­nio ambien­ta­le ci tenia­mo davvero!

Pur­trop­po però con­sta­tia­mo che per­ma­ne anco­ra un’idea roz­za e sui­ci­da del­lo svi­lup­po turi­sti­co che met­te in peri­co­lo gli stes­si beni che s’intendono “valo­riz­za­re” attra­ver­so la logi­ca dell’appalto e dell’utile imme­dia­to rispet­to alla cor­ret­ta gestio­ne degli inve­sti­men­ti pub­bli­ci e del ter­ri­to­rio, nostro “bene comu­ne” irriproducibile.

Lo dedu­cia­mo anche dal­le paro­le rila­scia­te dal­la sena­tri­ce abruz­ze­se Pez­zo­pa­ne “nota” ambien­ta­li­sta, che ha con­te­sta­to la nostra ini­zia­ti­va par­la­men­ta­re dichia­ran­do: “Con tan­ti pro­ble­mi che abbia­mo, l’on. Bri­gno­ne non ave­va altro di cui occu­par­si. Com’è pos­si­bi­le pro­muo­ve­re un’interrogazione par­la­men­ta­re da fuo­ri regio­ne, sen­za aver mai mes­so pie­de sul ter­ri­to­rio, sen­za con­fron­tar­si con i sin­da­ci, che inop­por­tu­na­men­te ven­go­no cita­ti, con le asso­cia­zio­ni e con chi que­sto ter­ri­to­rio lo rap­pre­sen­ta? Chi le ha for­ni­to le infor­ma­zio­ni assur­de, che leg­gia­mo, l’ha fat­to solo per crea­re problemi”.

Noi sap­pia­mo che la nostra atti­vi­tà (che dovreb­be esse­re anche quel­la del­la Pez­zo­pa­ne) è con­for­me all’art. 67 Costi­tu­zio­ne: “Ogni mem­bro del Par­la­men­to rap­pre­sen­ta la Nazio­ne ed eser­ci­ta le sue fun­zio­ni sen­za vin­co­lo di man­da­to”, e l’attività di sin­da­ca­to ispet­ti­vo riguar­da, e riguar­de­rà, tut­to il nostro Pae­se sen­za alcun riguar­do, o pau­ra, di indi­spet­ti­re qual­cu­no.

Tut­ta­via, nei gior­ni scor­si abbia­mo appre­so con pia­ce­re che nel cor­so di un incon­tro tra Regio­ne, Sin­da­co dell’Aquila, Asso­cia­zio­ni, Par­co Nazio­na­le ed espo­nen­ti poli­ti­ci loca­li si è tro­va­to un accor­do sul­la neces­si­tà d’interventi prio­ri­ta­ri neces­sa­ri per assi­cu­ra­re al Gran Sas­so un deci­so rilan­cio del­le atti­vi­tà eco­no­mi­che lega­te al turi­smo ma allo stes­so tem­po sal­va­guar­dan­do l’ambiente anche attra­ver­so la tan­to discus­sa seg­gio­via del­le Fon­ta­ri che sarà rea­liz­za­ta sul trac­cia­to pre­e­si­sten­te e non più su un nuo­vo per­cor­so.

Per ora ha vin­to il buon sen­so e la buo­na pra­ti­ca di voler ammi­ni­stra­re con coscien­za, ma noi a bre­ve andre­mo sul luo­go per incon­tra­re i tan­ti che han­no dato bat­ta­glia per l’equilibrio tra svi­lup­po e com­pa­ti­bi­li­tà ambientale.

Dob­bia­mo pen­sa­re alla con­ver­sio­ne in chia­ve eco­lo­gi­ca median­te l’attuazione di este­si inter­ven­ti di risa­na­men­to e rina­tu­ra­liz­za­zio­ne del ter­ri­to­rio, la rea­liz­za­zio­ne di mol­tis­si­mi micro-inter­ven­ti che tute­li­no quell’ambiente uni­co si potreb­be final­men­te svi­lup­pa­re un turi­smo indi­pen­den­te dal­la pre­sen­za di neve sul­le piste, in gra­do di rivi­ta­liz­za­re l’economia dell’area in modo dure­vo­le, for­nen­do lavo­ro a deci­ne di miglia­ia di per­so­ne per decen­ni e miglio­ran­do, e non peg­gio­ran­do, la qua­li­tà del nostro pre­zio­sis­si­mo ambien­te natu­ra­le e di quan­ti ci vivono.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Possibile sostiene Coopla Green. Fallo anche tu.

Pri­ma l’a­zien­da si chia­ma­va Man­fre­pla­st e pro­du­ce­va sto­vi­glie in pla­sti­ca monou­so. Ope­ra­ie e ope­rai licen­zia­ti voglio­no ricon­ver­ti­re l’azienda nel­la pro­du­zio­ne di posa­te com­po­sta­bi­li uti­liz­zan­do solo ener­gie rinnovabili.

Han­no biso­gno del soste­gno di tut­te e tut­ti noi. Noi abbia­mo fat­to la nostra par­te, ma chie­dia­mo anche a te di fare un pic­co­lo sforzo.