Pastorino Possibile

10593120_562314677206147_2003731565349946860_n

Pos­si­bi­le si pre­fig­ge, sin dal­la sua fon­da­zio­ne, di met­te­re a dispo­si­zio­ne uno spa­zio di dia­lo­go, di col­la­bo­ra­zio­ne, tra­sver­sa­le alla socie­tà e alle appar­te­nen­ze inter­ne al cen­tro­si­ni­stra ita­lia­no. Riu­ni­sce, acco­mu­na­te da una cer­ta idea di Pae­se, per­so­ne iscrit­te ai par­ti­ti e altre non iscrit­te, e in par­ti­co­la­re ne rac­co­glie tra gli iscrit­ti al Par­ti­to Demo­cra­ti­co, tra quel­li che non lo sono mai sta­ti, e tra quel­li, sem­pre più nume­ro­si, che non lo sono più. Potrem­mo citar­ne del­la Cam­pa­nia, del­la Sici­lia, del­la Tosca­na, un’in­te­ra cul­tu­ra poli­ti­ca esce dal­la mili­tan­za del par­ti­to che ave­va con­tri­bui­to a fon­da­re, e suc­ce­de continuamente.

Ma in Ligu­ria, in par­ti­co­la­re, è suc­ces­so di peg­gio: in Ligu­ria si sono con­su­ma­te pri­ma­rie in cui non è sta­to mes­so nes­sun limi­te o con­fi­ne alle for­ze che avreb­be­ro potu­to par­te­ci­par­vi, e non per un sen­so di aper­tu­ra demo­cra­ti­ca, ma con lo sco­po dichia­ra­to di atti­ra­re pez­zi di voto orga­niz­za­to del­la destra loca­le. In Ligu­ria è suc­ces­so che alle irre­go­la­ri­tà gra­vi e pro­va­te non sono segui­ti prov­ve­di­men­ti, ed è suc­ces­so che nel bel mez­zo del­l’e­sa­me di una situa­zio­ne così deli­ca­ta il segre­ta­rio del Pd ha pro­cla­ma­to la vin­ci­tri­ce liqui­dan­do tut­ta que­sta fac­cen­da con una bat­tu­ta nel cor­so di un suo inter­ven­to a una riu­nio­ne di partito.

In Ligu­ria è suc­ces­so che il can­di­da­to che ave­va rac­col­to pra­ti­ca­men­te la metà dei voti è usci­to dal Pd e nes­su­no ha fat­to una pie­ga, è suc­ces­so che metà degli elet­to­ri del­le pri­ma­rie sono sta­ti defrau­da­ti del loro voto e pri­va­ti, con arro­gan­za, del­la loro rap­pre­sen­tan­za, e que­gli elet­to­ri han­no det­to: basta. Tra di loro, anche gli ade­ren­ti di Ligu­ria Pos­si­bi­le, pro­ta­go­ni­sti un lavo­ro par­ti­to mol­to tem­po pri­ma che pren­de il nome di Rete a Sini­stra e che ha appun­to pro­va­to a fare ciò che il suo nome sug­ge­ri­sce, e che dopo esse­re sta­to poli­ti­ca­men­te esclu­so dal Pd ha scel­to la stra­da del­l’au­to­no­mia, e di costi­tui­re un nuo­vo sog­get­to per can­di­dar­si alla gui­da del­la regio­ne Ligu­ria, e con Luca Pasto­ri­no in qua­li­tà di can­di­da­to pre­si­den­te.

Tra i fon­da­to­ri e i prin­ci­pa­li ani­ma­to­ri del­la nostra asso­cia­zio­ne, Pasto­ri­no è sta­to — con Giu­sep­pe Civa­ti — in pri­ma linea in tut­te le bat­ta­glie e le cam­pa­gne che abbia­mo con­dot­to sin dal­la nostra fon­da­zio­ne, lo ha fat­to con il suo con­tri­bu­to idea­le e con­cre­to, e lo ha fat­to in aula con le posi­zio­ni che corag­gio­sa­men­te ha pre­so su temi qua­li le rifor­me costi­tu­zio­na­li, lo Sbloc­ca Ita­lia, il Jobs Act, la leg­ge elet­to­ra­le.

Ligu­ria Pos­si­bi­le non può che soste­ner­lo nel­la nuo­va sfi­da che lo atten­de, invi­tan­do chi ci segue dal­la Ligu­ria ad atti­var­si, a pren­de­re con­tat­to e con­tri­bui­re alla cam­pa­gna che sta partendo.

Cer­to, nel dolo­re di aver dovu­to assi­ste­re a que­sta muta­zio­ne: ma nel­la con­sa­pe­vo­lez­za che, come è suc­ces­so in Ligu­ria, se la sini­stra diven­ta destra e ne assu­me le sue peg­gio­ri logi­che non resta altro da fare.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.