Chi ha paura del referendum sui voucher?

 

Il gover­no Gen­ti­lo­ni met­te mano ai vou­cher. Si par­la di “quo­te” per ogni azien­da e di cir­co­scri­ve­re i set­to­ri dove è pos­si­bi­le utilizzarli.

Il mini­stro Polet­ti sostie­ne che non si trat­ta di una misu­ra di maquil­la­ge per aggi­ra­re il refe­ren­dum, però è quan­to­me­no curio­sa la coin­ci­den­za tem­po­ra­le tra l’annuncio di que­sto prov­ve­di­men­to e il pro­nun­cia­men­to del­la con­sul­ta sui que­si­ti refe­ren­da­ri pro­po­sti dal­la CGIL casual­men­te riguar­dan­ti anche lo stru­men­to dei voucher.

E d’altra par­te que­ste dichia­ra­zio­ni si inse­ri­sco­no in un cano­vac­cio già visto da par­te del gover­no e del­la mag­gio­ran­za, con leg­gi che tut­ta Euro­pa ci invi­dia, ma che poi per qual­che moti­vo van­no sem­pre cambiate.

Non ver­se­re­mo una lacri­ma per i mol­ti prov­ve­di­men­ti del gover­no Ren­zi in fase di sman­tel­la­men­to, dal­la rifor­ma Madia, alla Buo­na Scuo­la e al Jobs Act, ma cer­to è inte­res­san­te rico­strui­re il filo del logos gover­na­ti­vo.

Il 2 giu­gno del 2015 il respon­sa­bi­le eco­no­mi­co del PD, Filip­po Tad­dei, dichia­ra:

“Il vou­cher rego­la­riz­za il lavo­ro in nero saltuario”

Gli fa eco Polet­ti, il 16 giu­gno 2015, dicen­do che è sta­to pro­prio il gover­no Ren­zi a miglio­ra­re lo strumento:

“Pri­ma di noi i vou­cher non era­no trac­cia­ti, ora saran­no controllati.”

A meno di un anno di distan­za, però, si comin­cia già a par­la­re di revi­sio­ne. Dichia­ra Tad­dei, (7 mar­zo 2016):

“Non c’è biso­gno di un decre­to ad hoc: baste­rà una pro­ce­du­ra di revi­sio­ne. Tem­po pochi mesi e macro abu­si come quel­li dei taglian­di tenu­ti in tasca, inat­ti­vi, non saran­no più pos­si­bi­li. Sen­za aggra­vi per le imprese.”

Lo stes­so respon­sa­bi­le eco­no­mi­co del PD, però, il 26 apri­le 2016 pre­ci­sa:

“Non tor­nia­mo indie­tro, i vou­cher scon­fig­go­no il nero, trac­cia­bi­li­tà con­tro gli abusi”

“Non va cam­bia­ta la legge”

“I vou­cher resta­no un impor­tan­te incen­ti­vo per l’emersione del lavo­ro nero”.

Ma le pole­mi­che sui vou­cher non si pla­ca­no, e arri­va la noti­zia dei milio­ni di fir­me rac­col­te a soste­gno dei que­si­ti refe­ren­da­ri che potreb­be­ro met­te­re mano alla materia.

Il 15 dicem­bre il gover­no, per boc­ca del mini­stro Polet­ti, affron­ta con corag­gio la sfida:

“Vota­re in pri­ma­ve­ra per evi­ta­re il referendum”

E, per argi­na­re le pole­mi­che ine­vi­ta­bil­men­te segui­te, pro­va ad aggi­rar­la:

“Pron­ti a limi­ta­re l’u­ti­liz­zo dei voucher”

Se qual­cu­no si azzar­da a fare 2+2, però,  Tad­dei si indi­gna:

“Tro­vo offen­si­vo che si accu­si il Pd di voler­li modi­fi­ca­re solo per evi­ta­re la con­sul­ta­zio­ne sul Jobs act.”

 

Quin­di rica­pi­to­lan­do: il jobs act era la leg­ge più di sini­stra degli ulti­mi vent’anni, i vou­cher lo stru­men­to prin­ci­pe per l’emersione del nero, mes­si in sicu­rez­za con la trac­cia­bi­li­tà. Poi qual­cu­no comin­cia a rac­co­glie­re fir­me per un refe­ren­dum con­tro. E allo­ra in effet­ti una revi­sio­ne, per­ché no, ma nien­te di che, un’aggiustatina. Poi le fir­me ven­go­no effet­ti­va­men­te rac­col­te. E allo­ra si è pron­ti a misu­re di revi­sio­ne. Poi si per­de un altro refe­ren­dum. E allo­ra ci si dichia­ra pron­ti a tut­to, anche alle ele­zio­ni anti­ci­pa­te, pur di evi­ta­re il voto. Ma che non si dica che si vuo­le evi­ta­re il voto. Poi la con­sul­ta appro­va il que­si­to sui vou­cher. E allo­ra il gover­no annun­cia modi­fi­che sostan­zia­li. Ma mica per evi­ta­re il voto, eh.

Come al soli­to, sul fron­te gover­na­ti­vo, la situa­zio­ne è gra­ve, ma non è seria.

 

A chi vuo­le capi­re meglio il feno­me­no vou­cher, al di là del­la pro­pa­gan­da gover­na­ti­va, con­si­glia­mo que­sta let­tu­ra di “V come Vou­cher: la nuo­va fron­tie­ra del pre­ca­ria­to” dell’ottimo Davi­de Sera­fin:

Chi vuo­le par­te­ci­pa­re, chi vuol stu­dia­re e ragio­na­re insie­me a noi sugli stru­men­ti che la poli­ti­ca deve met­te­re in cam­po, chi vuo­le rac­con­tar­ci la pro­pria sto­ria, può far­lo scri­ven­do a campagne@possibile.com.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.