Il PD e l’immigrazione: tutto e il suo contrario

Questo PD, con dentro tutto e il suo contrario, che dice tutto e il suo contrario ci sconcerta e ci spaventa. Per questo, da tempo, ci siamo messi in cammino per costruire analisi e risposte serie: quelle che il PD non è più in grado di dare. Ne parleremo, insieme ad altri importanti temi, alla nostra Costituente delle Idee a Roma il 24, 25 e 26 febbraio.

Sono tan­ti quel­li del PD e quin­di pos­so­no per­met­ter­si (e se lo per­met­to­no mol­to) di reci­ta­re tut­te le par­ti in com­me­dia. «L’I­ta­lia sono anch’io», dice­va­no, quan­do la leg­ge sul­la cit­ta­di­nan­za ai mino­ri stra­nie­ri nati in Ita­lia era nel pro­gram­ma elet­to­ra­le del PD: noi era­va­mo d’ac­cor­do e lo sia­mo anco­ra, quel­li del PD sì, no, forse.

Intan­to han­no fat­to una leg­ge (appro­va­ta solo dal­la Came­ra — dove il PD ha la mag­gio­ran­za e impan­ta­na­ta al Sena­to — dove il PD ha la mag­gio­ran­za) che con­tie­ne uno ius soli mol­to tem­pe­ra­to, tal­men­te tem­pe­ra­to che discri­mi­na i bam­bi­ni in base al red­di­to dei geni­to­ri (la cit­ta­di­nan­za solo ai figli di geni­to­ri tito­la­ri del per­mes­so di sog­gior­no a tem­po inde­ter­mi­na­to). Non un dirit­to ma un mez­zo dirit­to: e nono­stan­te si sia appro­va­ta a metà una mez­za leg­ge, nean­che quel pez­zet­ti­no di dirit­to in più il PD rie­sce a rico­no­sce­re, bloc­ca­to dai suoi equi­li­bri­smi e dal­le sue furbizie.

«I CIE sono cam­pi di con­cen­tra­men­to e van­no chiu­si», dice­va­no, quan­do l’at­tua­le mini­stro del­l’in­ter­no Min­ni­ti era respon­sa­bi­le sicu­rez­za del PD: noi era­va­mo e sia­mo d’ac­cor­do. Ma il nuo­vo Min­ni­ti del vec­chio PD oggi li vuo­le riaprire.

«Non si fan­no accor­di per il rim­pa­trio dei pro­fu­ghi coi pae­si che non rico­no­sco­no i dirit­ti uma­ni», dice­va­no: non era­va­mo e sia­mo d’ac­cor­do. Ma il PD ha rega­la­to ton­nel­la­te di doblo­ni al demo­cra­ti­co Erdo­gan per fer­ma­re i flus­si di dispe­ra­ti in Turchia.

E lo stes­so PD, ma con un pre­si­den­te del con­si­glio diver­so, appa­ren­te­men­te più… Gen­ti­lo­ni del pre­ce­den­te, ha rin­ca­ra­to la dose facen­do un accor­do per il con­te­ni­men­to dei flus­si di migran­ti nien­te­po­po­di­me­no­che con la Libia, pae­se che non ha rati­fi­ca­to la Con­ven­zio­ne di Gine­vra del 1951 sul­la pro­te­zio­ne dei rifu­gia­ti e che bril­la per incar­ce­ra­zio­ni, stu­pri, vio­len­ze, tor­tu­re si dan­ni degli iner­mi dispe­ra­ti pro­ve­nien­ti dal­l’A­fri­ca sub­sa­ha­ria­na.

Que­sto PD, con den­tro tut­to e il suo con­tra­rio, che dice tut­to e il suo con­tra­rio ci scon­cer­ta e ci spa­ven­ta. Per que­sto, da tem­po, ci sia­mo mes­si in cam­mi­no per costrui­re ana­li­si e rispo­ste serie: quel­le che il PD non è più in gra­do di dare.

Ne par­le­re­mo, insie­me ad altri impor­tan­ti temi, alla nostra Costi­tuen­te del­le Idee a Roma il 24, 25 e 26 feb­bra­io.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.