Per il bene comune: la salute planetaria

Ha un suono diverso, adesso, sentirsi dire che dobbiamo fare un cambiamento repentino nel nostro modo di vivere se vogliamo evitare delle ripercussioni al lungo termine, vero?

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Gli ulti­mi mesi sono sta­ti e con­ti­nua­no ad esse­re mol­ti inten­si e dolo­ro­si. Que­sto “esse­re” invi­si­bi­le che stia­mo com­bat­ten­do ci coglie di sor­pre­sa per­ché non sap­pia­mo bene come com­por­tar­ci quan­do il nemi­co non si vede ad occhio nudo. Per la pri­ma vol­ta in decen­ni, il nostro pae­se si è dovu­to fer­ma­re per aiu­ta­re chi sta lavo­ran­do su vari fron­ti per scon­fig­ge­re que­sto micro­sco­pi­co nemi­co. Sia­mo sta­ti costret­ti a fer­mar­ci, a ral­len­ta­re, a tro­va­re solu­zio­ni alter­na­ti­ve, tut­to per il bene comu­ne. Ed è sul­la paro­la comu­ne che mi sono sof­fer­ma­ta a pen­sa­re in que­ste ulti­me settimane.

L’essere uma­no dipen­de oggi più di ieri dal bene comu­ne, dal­l’in­te­res­se comu­ne, dall’azione comu­ne. Infat­ti, il nostro mon­do è più inter­con­nes­so che mai e ora, che non ci pos­sia­mo muo­ve­re poi tan­to, ci ren­dia­mo con­to anco­ra di più di que­ste con­nes­sio­ni fisi­che o vir­tua­li, e del­la loro impor­tan­za. Con­ti­nuia­mo a ripe­te­re in que­sti gior­ni che quel­lo che stia­mo facen­do lo fac­cia­mo per gli altri, per aiu­ta­re gli altri, oltre che noi stessi. 

“Fon­da­men­tal­men­te, come esse­ri uma­ni, abbia­mo a cuo­re gli altri. Non avrem­mo mes­so in pie­di siste­mi sani­ta­ri se non ci impor­tas­se nul­la gli uni degli altri”, que­ste sono le paro­le pro­nun­cia­te da Richard Hor­ton, edi­to­re di Lan­cet, uno dei gior­na­li scien­ti­fi­ci più rino­ma­ti, in un video a sup­por­to dei pro­fes­sio­ni­sti sani­ta­ri che si era­no fat­ti arre­sta­re, lo scor­so otto­bre, per richia­ma­re l’attenzione del gover­no ingle­se sui cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci e le loro diret­te impli­ca­zio­ni sul­la salu­te e il siste­ma sani­ta­rio. Quin­di sen­za dub­bio ci impor­ta degli altri, sen­za dub­bio la salu­te è una valo­re fon­da­men­ta­le. Come dice quel mot­to? “L’im­por­tan­te è che ci sia la salu­te”.

Abbia­mo impa­ra­to in que­ste set­ti­ma­ne che sia­mo por­ta­to­ri di una respon­sa­bi­li­tà ver­so gli altri e che le nostre azio­ni fan­no la dif­fe­ren­za. Si è par­la­to di respon­sa­bi­li­tà socia­le, cioè dob­bia­mo agi­re per il bene comu­ne, non solo per inte­res­se per­so­na­le. Solo attra­ver­so la tute­la del bene comu­ne, cioè la salu­te di tut­ti, pos­sia­mo ral­len­ta­re il pro­gre­di­re dell’epidemia, per­met­ten­do ai pro­fes­sio­ni­sti sani­ta­ri di fare il loro lavo­ro al meglio, nel­le attua­li circostanze.

Que­sto virus ci sta mostran­do che il bene comu­ne è la nostra prio­ri­tà, e ci sta anche mostran­do dove dob­bia­mo miglio­ra­re con­cre­ta­men­te se voglia­mo che la salu­te riman­ga, pas­sa­ta l’emergenza, la nostra prio­ri­tà. Per­ché come dice un altro mot­to “pre­ve­ni­re è meglio che cura­re”

La pri­ma cosa da fare è intro­dur­re l’educazione alla salu­te pub­bli­ca nel­le scuo­le e nei posti di lavo­ro. Non dovrem­mo aspet­ta­re una pan­de­mia per sape­re come pro­teg­ge­re noi stes­si e gli altri, capi­re qua­li sono le pro­ce­du­re che le auto­ri­tà seguo­no e l’importanza dell’azione di ogni sin­go­lo indi­vi­duo. Sia­mo par­ti di un ingra­nag­gio e ci dob­bia­mo muo­ve­re all’unisono per far­lo fun­zio­na­re. Ma se non sap­pia­mo nem­me­no di esse­re un ingra­nag­gio, o qua­le par­te costi­tuia­mo, come pos­sia­mo con­tri­bui­re al movimento?

Abbia­mo capi­to che sia­mo tut­ti con­nes­si e che dob­bia­mo agi­re insie­me per il bene comu­ne, ades­so dob­bia­mo solo appli­ca­re il con­cet­to anche su più lar­ga sca­la, per­ché salu­te è un ter­mi­ne ampio. Se non c’è la salu­te, non c’è eco­no­mia , non c’è cre­sci­ta, non c’è pro­gres­so. La salu­te dell’uomo dipen­de dal­la salu­te del pia­ne­ta. Dob­bia­mo ini­zia­re a par­la­re di salu­te con il ter­mi­ne salu­te pla­ne­ta­ria, per­ché fac­cia­mo par­te di un siste­ma com­ples­so dove tut­to inte­ra­gi­sce con tut­to. Se il siste­ma ter­ra per­de il suo sta­to di salu­te gli effet­ti saran­no diret­ti o indi­ret­ti sul­la nostra salute. 

Allo­ra la secon­da cosa fare è cam­bia­re la nar­ra­zio­ne, ini­zian­do a par­la­re di salu­te quan­do si par­la di cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. Ha un suo­no diver­so, ades­so, sen­tir­si dire che dob­bia­mo fare un cam­bia­men­to repen­ti­no nel nostro modo di vive­re se voglia­mo evi­ta­re del­le riper­cus­sio­ni al lun­go ter­mi­ne, vero? Pen­sia­mo anco­ra che non sia pos­si­bi­le, se a repen­ta­glio c’è la salu­te di tut­ti, il bene comu­ne? Nell’ultimo rap­por­to di Lan­cet sui cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci e i loro effet­ti sul­la salu­te uma­na, pub­bli­ca­to nel novem­bre 2019, si dice «la vita di ogni bam­bi­no nato oggi sarà pro­fon­da­men­te influen­za­ta dai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci; i popo­li del mon­do dovran­no affron­ta­re più con­di­zio­ni cli­ma­ti­che estre­me, più insi­cu­rez­za dal pun­to di vista ali­men­ta­re e del­le fon­ti idri­che, cam­bia­men­ti nel­le dina­mi­che del­le malat­tie infet­ti­ve e un futu­ro meno cer­to»

I cam­bia­men­ti sono dif­fi­ci­li ma abbia­mo visto che sia­mo pron­ti a far­li se neces­sa­ri. Per il bene comu­ne, per la salu­te di tut­ti. Pron­ti a fare i pros­si­mi pas­si tut­ti insieme?

 

Gior­gia Dal­la Libe­ra Mar­chio­ri — ricer­ca­tri­ce nell’ambito del­le malat­tie infet­ti­ve e del­la salu­te glo­ba­le. Nel 2017 ha otte­nu­to un master in bio­me­di­ci­na alla Karo­lin­ska Insti­tu­tet, a Stoc­col­ma, con tesi sul­la mala­ria e, dall’aprile 2018, è assi­sten­te ricer­ca­to­re alla Lon­don School of Hygie­ne & Tro­pi­cal Medi­ci­ne di Lon­dra dove fa ricer­ca sul­la lesma­nio­si visce­ra­le in India. All’interno del­la Lon­don School, fa anche par­te di un grup­po chia­ma­to Pla­ne­ta­ry Health Net­work, per il qua­le orga­niz­za even­ti che si foca­liz­za­no sul­la con­nes­sio­ne tra salu­te uma­na e salu­te del pia­ne­ta. Inol­tre, Gior­gia è diret­tri­ce del­la ONG Swe­dish Orga­ni­za­tion for Glo­bal Health, che si occu­pa di fare edu­ca­zio­ne riguar­do alla salu­te pla­ne­ta­ria, svi­lup­pa­re pro­get­ti in col­la­bo­ra­zio­ne con orga­niz­za­zio­ni loca­li in pae­si come l’Uganda e dare oppor­tu­ni­tà a stu­den­ti e gio­va­ni pro­fes­sio­ni­sti di lavo­ra­re su pro­get­ti con­cre­ti e all’interno di una pic­co­la orga­niz­za­zio­ne no-pro­fit.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.