Per il diritto all’aborto libero e sicuro

È davvero allarmante il fatto che a 41 anni dal varo della L.194 del 1978 siamo ancora oggi nella condizione di doverne rivendicare la piena applicazione e chiedere misure di contrasto all'uso massiccio dell’obiezione di coscienza.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quest’anno la Gior­na­ta Mon­dia­le per il dirit­to all’a­bor­to libe­ro e sicu­ro del 28 set­tem­bre ha avu­to un’eco mino­re del soli­to nei mez­zi di infor­ma­zio­ne, for­se per via del con­co­mi­tan­te scio­pe­ro per il cli­ma del gior­no pre­ce­den­te al qua­le abbia­mo con­vin­ta­men­te par­te­ci­pa­to. Pur­trop­po è la cro­na­ca degli stes­si mez­zi di infor­ma­zio­ne (oltre ai fred­di nume­ri del­le sta­ti­sti­che uffi­cia­li) a ripor­tar­ci alla dura real­tà, come gli svi­lup­pi del pro­ce­di­men­to pena­le per il caso di Valen­ti­na Mil­luz­zo.

È dav­ve­ro allar­man­te il fat­to che a 41 anni dal varo del­la L.194 del 1978 sia­mo anco­ra oggi nel­la con­di­zio­ne di dover­ne riven­di­ca­re la pie­na appli­ca­zio­ne e chie­de­re misu­re di con­tra­sto all’u­so mas­sic­cio dell’obiezione di coscien­za. I dati su quest’ultima, ripre­si dal­la “Rela­zio­ne con­te­nen­te i dati defi­ni­ti­vi 2017 sul­l’at­tua­zio­ne del­la L.194/78” che il Mini­ste­ro del­la Salu­te ha pre­sen­ta­to in Par­la­men­to il 18/01/2019, ci dico­no che sono obiet­to­ri il 68,4% dei gine­co­lo­gi (con pun­te in alcu­ne regio­ni del 90%); il 45,6% degli ane­ste­si­sti e il 38,9% del per­so­na­le non medi­co. Le cose non miglio­ra­no se si tie­ne con­to dei meto­di uti­liz­za­ti: quel­lo far­ma­co­lo­gi­co, ad esem­pio, è dispo­ni­bi­le media­men­te solo nel 18% del­le strut­tu­re. Come se que­sti dati non fos­se­ro suf­fi­cien­ti, in Tosca­na, la Regio­ne, in net­to con­tra­sto con la liber­tà di scel­ta e di auto­de­ter­mi­na­zio­ne del­le don­ne così come pre­vi­sta nel­la L.194 e con il prin­ci­pio di lai­ci­tà che lo Sta­to deve garan­ti­re all’in­ter­no dei ser­vi­zi pub­bli­ci, ha fir­ma­to (a segui­to di Deli­be­ra n.1186 del 30-10-2017) un accor­do tra le tre azien­de sani­ta­rie — Tosca­na cen­tro, nord ove­st e sud est — e il Forum tosca­no del­le asso­cia­zio­ni per i dirit­ti del­la fami­glia, al cui inter­no vi sono anche asso­cia­zio­ni Pro-vita dichia­ra­ta­men­te anti­a­bor­ti­ste. Que­sto accor­do di dura­ta trien­na­le pre­ve­de, tra le altre cose, un finan­zia­men­to dal­la Regio­ne di 65.000 euro per cia­scu­na annua­li­tà, con un esbor­so tota­le di 195.000 euro.  Sol­di pub­bli­ci che anzi­ché ser­vi­re a poten­zia­re il ser­vi­zio pub­bli­co dei con­sul­to­ri, van­no a fini­re in mano a sog­get­ti pri­va­ti che più vol­te si sono resi pro­ta­go­ni­sti di attac­chi ai dirit­ti del­le don­ne. Il movi­men­to Non Una di Meno ha fin da subi­to con­tra­sta­to tale accor­do con azio­ni dimo­stra­ti­ve con­ti­nue tra cui l’interruzione di alcu­ne sedu­te del Con­si­glio regio­na­le del­la Tosca­na e que­sta mobi­li­ta­zio­ne ha fat­to sì che l’accordo sia per il momen­to “con­ge­la­to”.

Lo Sta­to e la Regio­ne com­pe­ten­te in mate­ria sani­ta­ria devo­no garan­ti­re che una don­na che si reca in ospe­da­le abbia l’opportunità di tro­va­re sia un medi­co obiet­to­re che uno non-obiet­to­re nel­lo stes­so tur­no, non un’associazione Pro-Vita; deve for­ni­re strut­tu­re pub­bli­che in gra­do di aiu­ta­re le don­ne ad affron­ta­re la loro scel­ta con­sa­pe­vo­le per met­ter­la in atto nel­la manie­ra meno trau­ma­ti­ca pos­si­bi­le, ad esem­pio pro­prio con l’utilizzo del­la tera­pia far­ma­co­lo­gi­ca anzi­ché con l’ospedalizzazione.

Pos­si­bi­le ha pro­mos­so varie ini­zia­ti­ve nel cor­so degli anni a par­ti­re dal­la pre­sen­ta­zio­ne in Par­la­men­to di due pro­po­ste di leg­ge nel 2016 (pri­mi fir­ma­ta­ri Bea­tri­ce Bri­gno­ne e Giu­sep­pe Civa­ti), per garan­ti­re la pie­na appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194, in cui si pre­ve­de che alme­no il 50% del per­so­na­le sani­ta­rio e di quel­lo eser­cen­te le atti­vi­tà ausi­lia­rie in ser­vi­zio non sia obiet­to­re di coscien­za.

Ulti­ma­men­te, in Lom­bar­dia dove è nata la cam­pa­gna Abor­to al Sicu­ro, Pos­si­bi­le ha imme­dia­ta­men­te ade­ri­to e con­tri­bui­to alla rac­col­ta del­le fir­me neces­sa­rie per la pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re rivol­ta alla Regio­ne: 10 pun­ti chia­ve, tra cui il poten­zia­men­to e l’ampliamento dei com­pi­ti dei con­sul­to­ri, ade­gua­ta for­ma­zio­ne del per­so­na­le medi­co, dif­fu­sio­ne del­la contraccezione.

Oggi più che mai neces­sa­rio tene­re alta l’attenzione e rilan­cia­re la bat­ta­glia e per que­sto Pos­si­bi­le chie­de con for­za con­trac­cet­ti­vi gra­tui­ti, alme­no il 50% di medi­ci non obiet­to­ri, poten­zia­men­to dei con­sul­to­ri, for­ma­zio­ne nel­le scuo­le, ripri­sti­no del­la pil­lo­la del gior­no dopo tra i far­ma­ci prio­ri­ta­ri da ave­re in far­ma­cia. Pos­si­bi­le con­si­de­ra inol­tre neces­sa­rio impe­di­re l’obiezione di coscien­za dei far­ma­ci­sti e isti­tui­re un nume­ro gra­tui­to a soste­gno di chi neces­si­ta di infor­ma­zio­ni sul­l’in­ter­ru­zio­ne di gravidanza.

Fer­nan­da De Luca[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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