Per non lasciare Roma a “mafia capitale”

Quel­lo che sta acca­den­do a Roma con “mafia capi­ta­le” è sem­pre più inquie­tan­te. Negli ulti­mi mesi ci sia­mo inte­res­sa­ti ad una sto­ria con­tro­ver­sa di un’a­zien­da, Roma Mul­ti­ser­vi­zi, che offre ser­vi­zi pri­ma­ri per la cit­tà (tra­spor­to sco­la­sti­co, puli­zia del­le spiag­ge  e di altri luo­ghi pub­bli­ci, etc.), di pro­prie­tà al 51% del Comu­ne di Roma. L’azienda dà lavo­ro a 3800 per­so­ne e negli ulti­mi die­ci anni ha sem­pre rea­liz­za­to uti­li (cir­ca 50 milio­ni di euro)  che han­no con­tri­bui­to al bilan­cio comu­na­le. Non si capi­sce quin­di con qua­le logi­ca si sia deci­so di ven­der­la, oscil­lan­do fra solu­zio­ni che non lascia­no intra­ve­de­re nes­su­na visio­ne poli­ti­ca nel­la gestio­ne del­la cosa pub­bli­ca e crean­do un for­te disa­gio tra i lavoratori.
Ades­so sco­pria­mo da un’in­ter­cet­ta­zio­ne come Buz­zi, il pre­sun­to brac­cio destro di Car­mi­na­ti, abbia fat­to pres­sio­ni, sul­la poli­ti­ca e sul­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne, per acce­le­ra­re la ven­di­ta di Mul­ti­ser­vi­zi. E che da tale ven­di­ta ne sareb­be­ro deri­va­ti gros­si van­tag­gi per gli inte­res­si mafiosi.
Scri­ve Repub­bli­ca: «Buz­zi traf­fi­ca infat­ti per por­ta­re a casa par­te del pac­chet­to di appal­ti (“Se pijia­mo un milio­ne de “ver­de” (pub­bli­co, ndr)”) che il Comu­ne dovrà redi­stri­bui­re ai pri­va­ti dopo la deci­sio­ne di pri­va­tiz­za­re la socie­tà con­trol­la­ta “Multiservizi”».Mentre tra Gover­no e Comu­ne si sta deci­den­do in che modo ven­der­la, ipo­tiz­zan­do spac­chet­ta­men­ti e pri­va­tiz­za­zio­ni insen­sa­te sia dal pun­to di vista socia­le che eco­no­mi­co, noi chie­dia­mo che si lavo­ri ad un serio pia­no di rilan­cio che con­sen­ta all’a­zien­da di con­ti­nua­re a crea­re valo­re, offren­do alla cit­tà ser­vi­zi  di sem­pre mag­gio­re qualità.Continuare a dire che non pos­sa esser­ci alter­na­ti­va a que­sto tipo di poli­ti­ca non solo allon­ta­na i cit­ta­di­ni svuo­tan­do la demo­cra­zia, ma rischia di lascia­re il cam­po alle peg­gio­ri solu­zio­ni.

Men­tre noi, pro­prio a Roma, il 21 giu­gno voglia­mo mostra­re che l’al­ter­na­ti­va esi­ste sem­pre. L’al­ter­na­ti­va è #Pos­si­bi­le.

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Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.