Per una pace duratura, o meglio, “perpetua”

Abbiamo il dovere morale di contrastare Putin e Trump e di continuare a mettere pressione ai leader europei per raggiungere un accordo in grado di stabilire una pace duratura. In questo contesto è fondamentale aprire spazi di mediazione e iniziare a ridurre il livello di violenza, nell’attesa di raggiungere una soluzione diplomatica adeguata, che veda attorno al tavolo dei negoziati anche l’Ucraina. Perché la soluzione si traduca in una pace duratura, o meglio “perpetua”, occorre ritrovare lo slancio federale degli autori del Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita.

“Dob­bia­mo urgen­te­men­te riar­ma­re l’Europa” dichia­ra Ursu­la von der Leyen uscen­do dal ver­ti­ce di Lon­dra, in cui 12 lea­der euro­pei, insie­me ai ver­ti­ci del­le isti­tu­zio­ni dell’UE, al pre­mier cana­de­se, al mini­stro degli Este­ri tur­co e al segre­ta­rio gene­ra­le del­la NATO, si sono riu­ni­ti per accor­dar­si su un pia­no di ces­sa­te il fuo­co in Ucrai­na da discu­te­re con gli Sta­ti Uniti.

Eppu­re, non è suf­fi­cien­te con­ti­nua­re a con­cen­tra­re il dibat­ti­to uni­ca­men­te sul­le spe­se mili­ta­ri e sul loro rap­por­to per­cen­tua­le al PIL. Non ser­vi­rà rio­rien­ta­re ver­so le spe­se mili­ta­ri i fon­di euro­pei di coe­sio­ne, ad esem­pio svuo­tan­do in Fon­do Socia­le Euro­peo, oppu­re taglian­do il soste­gno alla coo­pe­ra­zio­ne inter­na­zio­na­le come già avve­nu­to negli Sta­ti Uni­ti pre mano di Donald Trump.

Con l’aggressione dell’Ucraina, che va avan­ti da tre anni, la Rus­sia ha attac­ca­to l’Unione euro­pea e tut­ti i valo­ri che rap­pre­sen­ta e che abbia­mo l’occasione di incar­na­re appie­no. Fin dal pri­mo istan­te, sen­za esi­ta­re, il popo­lo ucrai­no ha riget­ta­to la visio­ne di Putin e guar­da­to ver­so di noi per costrui­re un futu­ro comu­ne, fon­da­to sui valo­ri di demo­cra­zia, di soli­da­rie­tà e su una sovra­ni­tà condivisa.

La rispo­sta dell’Unione euro­pea (un soste­gno mora­le ed eco­no­mi­co alla “sorel­la” Ucrai­na, basa­to essen­zial­men­te sul­la for­ni­tu­ra di armi, sen­za riu­sci­re a pro­por­re nes­su­na solu­zio­ne diplo­ma­ti­ca per met­te­re fine al con­flit­to), è sta­ta insuf­fi­cien­te, come dimo­stra­no gli even­ti degli ulti­mi giorni.

La dife­sa euro­pea è di cer­to par­te essen­zia­le del­la solu­zio­ne, ma se non rea­liz­za­ta nell’ambito di una com­piu­ta rifor­ma isti­tu­zio­na­le che ne assi­cu­ri la legit­ti­mi­tà demo­cra­ti­ca e ne defi­ni­sca un chia­ro indi­riz­zo poli­ti­co, non vedrà mai la luce.

Men­tre il con­te­sto geo­po­li­ti­co si fa sem­pre più cupo, men­tre due veri e pro­pri bul­li (a capo di Sta­ti Uni­ti e Rus­sia) si accor­da­no per tro­va­re il pro­prio con­to in un even­tua­le e pre­ca­rio ces­sa­te il fuo­co, l’Unione euro­pea deve final­men­te tro­va­re il corag­gio di diven­ta­re adul­ta e tra­dur­re gli idea­li di pace, liber­tà e demo­cra­zia su cui si fon­da, attra­ver­so solu­zio­ni concrete.

Con­sa­pe­vo­li del­la nostra sto­ria e del futu­ro che inten­dia­mo costrui­re, abbia­mo il dove­re mora­le di con­tra­sta­re Putin e Trump e di con­ti­nua­re a met­te­re pres­sio­ne ai lea­der euro­pei per rag­giun­ge­re un accor­do in gra­do di sta­bi­li­re una pace dura­tu­ra. In que­sto con­te­sto è fon­da­men­ta­le apri­re spa­zi di media­zio­ne e ini­zia­re a ridur­re il livel­lo di vio­len­za, nell’attesa di rag­giun­ge­re una solu­zio­ne diplo­ma­ti­ca ade­gua­ta, che veda attor­no al tavo­lo dei nego­zia­ti anche l’Ucraina.

Per­ché la solu­zio­ne si tra­du­ca in una pace dura­tu­ra, o meglio “per­pe­tua”, occor­re ritro­va­re lo slan­cio fede­ra­le degli auto­ri del Mani­fe­sto di Ven­to­te­ne per un’Europa libe­ra e unita.

Euro­pa Possibile

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