[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1507284509312{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Con immenso piacere apprendiamo la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la Pace a ICAN, l’organizzazione che da anni si batte, a livello internazionale, per la messa al bando delle armi nucleari. E con ICAN, l’affiliata italiana “Rete italiana per il disarmo”, con la quale da tempi insospettabili ci confrontiamo e collaboriamo.
Grazie anche al loro impegno, l’ONU ha adottato lo scorso luglio il “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari”, che dal 20 settembre è aperto alla firma degli Stati e entrerà in vigore alla cinquantesima sottoscrizione. Un tema di strettissima attualità, data la facilità con cui si evoca il disastro nucleare lungo la direttissima Washington — Pyongyang. Non è un caso se sin da subito quaranta paesi hanno scelto di aderire.
Tra questi non rientra l’Italia che, anzi, non si è distinta affatto nel processo che ha portato all’approvazione del trattato, di fatto non sostenendolo.
Il Nobel di oggi non può che portarci a chiedere nuovamente che l’Italia ratifichi in tempi rapidi il trattato e si impegni in una più ampia azione per il disarmo, cominciando dal blocco all’export di armamenti verso l’Arabia Saudita.
Complimenti ancora a ICAN. Un grande risultato. Andiamo avanti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]