Se persino i vaccini diventano un tema da #specchioriflesso

“Se nien­te impor­ta, non c’è nien­te da sal­va­re” dice­va la non­na di Jona­than Safran Foer, ispi­ran­do il tito­lo di un suo cele­bre libro. E a vede­re la fine che ha fat­to il dibat­ti­to sui vac­ci­ni nel nostro Pae­se, vie­ne da pen­sa­re che dav­ve­ro nien­te impor­ta, ormai, se non ciò che ti fa vin­ce­re la gara dei ret­weet, o ti fa fini­re in tren­ding topic, o in un posto più al sole nei pasto­ni o nel­le agen­zie.

Capi­ta di leg­ge­re, non più tar­di di ieri, un tweet del­la depu­ta­ta M5S Car­la Ruoc­co che can­zo­na bel­la­men­te un par­la­men­ta­re PD col­pe­vo­le di aver riti­ra­to una pro­po­sta di leg­ge vol­ta a isti­tui­re una gior­na­ta di com­me­mo­ra­zio­ne del­le vit­ti­me dei vac­ci­ni. Una cosa evi­den­te­men­te di scar­sis­si­mo con­to, sal­vo per gli aman­ti del grot­te­sco, ma che ben rap­pre­sen­ta lo sta­to del dibat­ti­to pub­bli­co di que­sto Paese.

Un’esponente di uno dei par­ti­ti che più di ogni altro ha fat­to del­la disin­for­ma­zio­ne e del com­plot­ti­smo sul tema dei vac­ci­ni la sua ban­die­ra poli­ti­ca, e che ora è tut­to pre­so in un’improbabile whi­tewa­shing su que­sto tema, accu­sa di ambi­gui­tà sul tema il par­ti­to che più di ogni altro ha scel­to di bran­di­re que­sta col­pe­vo­le posi­zio­ne come una cla­va e segna­re un pun­to in più a pro­prio favore.

Ed entram­bi han­no tor­to, per­ché (pro­prio come gli ultras cui asso­mi­glia­no) a nes­su­na del­le due cur­ve inte­res­sa un bel nul­la del­la par­ti­ta.

In tut­ta que­sta legi­sla­tu­ra non si ricor­da un solo prov­ve­di­men­to, una sola pro­po­sta, un solo affla­to a favo­re di una miglio­re salu­te dei nostri cit­ta­di­ni, o di una miglio­re infor­ma­zio­ne ed edu­ca­zio­ne sani­ta­ria (per resta­re su que­sto tema, ma potrem­mo affron­tar­ne mil­le altri).

Per­ché non è quel­lo il pun­to. Il pun­to è poter dire “visto cosa fan­no quel­li?”, o poter copri­re le pro­prie ver­go­gne con un bel “eh, ma gli altri allo­ra?”.

For­se è il momen­to di stu­dia­re un vac­ci­no con­tro il dibat­ti­to sui vac­ci­ni, anzi con­tro il dibat­ti­to poli­ti­co-media­ti­co tout court. Anche se è pro­ba­bi­le che gran par­te del­la nostra popo­la­zio­ne abbia già svi­lup­pa­to una immu­ni­tà com­ple­ta ver­so il dibat­ti­to poli­ti­co con­tem­po­ra­neo. Dal­le con­se­guen­ze di una poli­ti­ca para­liz­za­ta sul con­ti­nuo bat­ti­bec­co da cor­ti­le dei due mag­gio­ri par­ti­ti ita­lia­ni, però, nes­su­no è immune.

E anche in que­sto caso, per­ciò, l’arma più effi­ca­ce è la pre­ven­zio­ne: vedia­mo di dar­ci un par­la­men­to meno tos­si­co, la pros­si­ma volta.

Per­ché se nien­te impor­ta, non c’è nien­te da sal­va­re, non aspet­tia­mo­ci quin­di che lo fac­cia­no loro.

 

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