“Se niente importa, non c’è niente da salvare” diceva la nonna di Jonathan Safran Foer, ispirando il titolo di un suo celebre libro. E a vedere la fine che ha fatto il dibattito sui vaccini nel nostro Paese, viene da pensare che davvero niente importa, ormai, se non ciò che ti fa vincere la gara dei retweet, o ti fa finire in trending topic, o in un posto più al sole nei pastoni o nelle agenzie.
Capita di leggere, non più tardi di ieri, un tweet della deputata M5S Carla Ruocco che canzona bellamente un parlamentare PD colpevole di aver ritirato una proposta di legge volta a istituire una giornata di commemorazione delle vittime dei vaccini. Una cosa evidentemente di scarsissimo conto, salvo per gli amanti del grottesco, ma che ben rappresenta lo stato del dibattito pubblico di questo Paese.
Ieri un deputato del PD con tempismo perfetto, ha ritirato una sua proposta di legge SULLE VITTIME DEI VACCINI https://t.co/IRJs6tj2c8 😂 pic.twitter.com/QDkUhJsbZ3
— Carla Ruocco (@carlaruocco1) May 4, 2017
Un’esponente di uno dei partiti che più di ogni altro ha fatto della disinformazione e del complottismo sul tema dei vaccini la sua bandiera politica, e che ora è tutto preso in un’improbabile whitewashing su questo tema, accusa di ambiguità sul tema il partito che più di ogni altro ha scelto di brandire questa colpevole posizione come una clava e segnare un punto in più a proprio favore.
Ed entrambi hanno torto, perché (proprio come gli ultras cui assomigliano) a nessuna delle due curve interessa un bel nulla della partita.
In tutta questa legislatura non si ricorda un solo provvedimento, una sola proposta, un solo afflato a favore di una migliore salute dei nostri cittadini, o di una migliore informazione ed educazione sanitaria (per restare su questo tema, ma potremmo affrontarne mille altri).
Perché non è quello il punto. Il punto è poter dire “visto cosa fanno quelli?”, o poter coprire le proprie vergogne con un bel “eh, ma gli altri allora?”.
Forse è il momento di studiare un vaccino contro il dibattito sui vaccini, anzi contro il dibattito politico-mediatico tout court. Anche se è probabile che gran parte della nostra popolazione abbia già sviluppato una immunità completa verso il dibattito politico contemporaneo. Dalle conseguenze di una politica paralizzata sul continuo battibecco da cortile dei due maggiori partiti italiani, però, nessuno è immune.
E anche in questo caso, perciò, l’arma più efficace è la prevenzione: vediamo di darci un parlamento meno tossico, la prossima volta.
Perché se niente importa, non c’è niente da salvare, non aspettiamoci quindi che lo facciano loro.