In piazza per cambiare l’alternanza scuola-lavoro

Il 13 ottobre, in 70 piazze italiane, gli studenti manifesteranno contro l'attuale impianto dell'alternanza scuola-lavoro (ASL), con uno sciopero indetto dall'Unione degli Studenti.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1507827943416{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Il 13 otto­bre, in 70 piaz­ze ita­lia­ne, gli stu­den­ti mani­fe­ste­ran­no con­tro l’at­tua­le impian­to del­l’al­ter­nan­za scuo­la-lavo­ro (ASL), con uno scio­pe­ro indet­to dal­l’U­nio­ne degli Studenti.

Pos­si­bi­le ha dedi­ca­to atten­zio­ne e stu­dio al “for­mat” ASL, così come è sta­to volu­to dal­la l. 107/2015, che non è né uti­le né neces­sa­rio, anzi, dan­no­so piut­to­sto: spez­za il rit­mo del lavo­ro sco­la­sti­co di costru­zio­ne dei sape­ri disci­pli­na­ri, sot­trae alla scuo­la tem­po – tan­to tem­po!, dre­na ener­gie pre­zio­se per svol­ge­re i com­pi­ti che le dovreb­be­ro esse­re pro­pri. Con­se­gna inol­tre gli stu­den­ti, il loro tem­po e la loro “for­ma­zio­ne” ai cosid­det­ti “cam­pio­ni del­l’al­ter­nan­za”, come McDo­nal­d’s e Zara, o altre real­tà azien­da­li in cui addi­rit­tu­ra si tro­va a rischio la loro stes­sa sicu­rez­za, come il caso limi­te del ragaz­zo feri­to a La Spe­zia ha mes­so tra­gi­ca­men­te in luce. Ecco allo­ra che l’in­se­gna­men­to prin­ci­pa­le pare esse­re quel­lo di adat­tar­si a lavo­ri scar­sa­men­te qua­li­fi­ca­ti, pre­ca­ri, non a matu­ra­re la coscien­za di esse­re tito­la­ri di diritti.

Que­sto è quel­lo che emer­ge dai dati, come quel­li rac­col­ti dal­l’inchie­sta del­l’E­spres­so, in rife­ri­men­to alla qua­le abbia­mo pre­sen­ta­to un’inter­ro­ga­zio­ne par­la­men­ta­re: “L’alternanza scuo­la lavo­ro non ha pro­dot­to i risul­ta­ti desi­de­ra­ti in ter­mi­ni di occu­pa­zio­ne, con un aggra­va­men­to del feno­me­no se ci si spo­sta dal nord al cen­tro-sud. Inol­tre, nel­la mag­gio­ran­za dei casi gli stu­den­ti ven­go­no impie­ga­ti per man­sio­ni super­flue o ven­go­no loro affi­da­ti com­pi­ti di bas­sis­si­mo rilie­vo, che non con­tri­bui­sco­no al con­se­gui­men­to di un per­cor­so for­ma­ti­vo vali­do, né a un’e­spe­rien­za di lavo­ro qua­li­fi­can­te per digni­tà, sicu­rez­za e appro­fon­di­men­to”, ha dichia­ra­to la depu­ta­ta di Pos­si­bi­le Bea­tri­ce Bri­gno­ne.

La scuo­la è sta­ta lascia­ta sola, men­tre il nume­ro di mano­do­pe­ra (rigo­ro­sa­men­te gra­tui­ta) diven­ta­va impos­si­bi­le da assor­bi­re per enti che non pos­so­no o non voglio­no segui­re gli stu­den­ti e cer­ta­men­te non assu­mer­li un doma­ni. Un mon­te ore assur­do, un inve­sti­men­to insuf­fi­cien­te per costrui­re un qual­sia­si serio pro­get­to for­ma­ti­vo, insie­me al disin­te­res­se per la sicu­rez­za e la digni­tà del­lo stu­den­te, lo svi­li­men­to del lavo­ro e del ruo­lo del­la scuo­la fan­no di que­sta alter­nan­za una pra­ti­ca da riget­ta­re.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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