Pisa: sgomberato un altro spazio femminista

Dopo lo sgombero della "Limonaia – Zona Rosa" il 3 maggio, il 24 maggio è avvenuto quello della Mala Servanen Jin Occupata (che in lingua kurda significa “Casa delle Donne che Combattono”), in via Garibaldi a Pisa

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1495805741981{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Ci risia­mo! Dopo lo sgom­be­ro del­la “Limo­na­ia – Zona Rosa” il 3 mag­gio, il 24 mag­gio è avve­nu­to quel­lo del­la Mala Ser­va­nen Jin Occu­pa­ta (che in lin­gua kur­da signi­fi­ca “Casa del­le Don­ne che Com­bat­to­no”), in via Gari­bal­di a Pisa. Si trat­ta­va di un altro spa­zio fem­mi­ni­sta, occu­pa­to l’8 mar­zo a segui­to del­la gior­na­ta di scio­pe­ro del­le don­ne, che a Pisa ha visto una gran­de par­te­ci­pa­zio­ne e l’a­de­sio­ne all’u­na­ni­mi­tà del­l’in­te­ro con­si­glio comunale.

L’e­di­fi­cio occu­pa­to, di pro­prie­tà comu­na­le, ex cen­tro di acco­glien­za per migran­ti, era chiu­so dal 2013 e da allo­ra lascia­to in tota­le sta­to di abban­do­no. Al momen­to del­l’oc­cu­pa­zio­ne si pre­sen­ta­va come una sor­ta di disca­ri­ca (rifiu­ti orga­ni­ci di ogni tipo, sirin­ghe, sostan­ze di taglio per le dro­ghe), che l’au­to­ge­stio­ne ha tra­sfor­ma­to in uno spa­zio con­for­te­vo­le, attra­ver­sa­to da don­ne di ogni età e pro­ve­nien­za. Uno spa­zio sen­za violenza.

Nel­la pri­ma mat­ti­na­ta del 24 mag­gio, poli­zia e cara­bi­nie­ri sono inter­ve­nu­ti per sgom­be­ra­re l’e­di­fi­cio, con un impo­nen­te dispie­ga­men­to di uomi­ni e mez­zi. Il tut­to si è svol­to anche con l’u­so del­la vio­len­za, sia fisi­ca che ver­ba­le. I mani­fe­stan­ti, nel frat­tem­po inter­ve­nu­ti a soste­gno, sono sta­ti cari­ca­ti a più ripre­se. Sono docu­men­ta­ti da video l’uso di man­ga­nel­li al con­tra­rio per fare più male, insul­ti ses­si­sti ed il fat­to che le cin­que don­ne rima­ste all’in­ter­no sia­no sta­te por­ta­te fuo­ri di for­za. Alcu­ni feri­ti han­no dovu­to ricor­re­re alle cure in ospe­da­le. Lo sgom­be­ro è avve­nu­to a due pas­si dal­l’I­sti­tu­to Alber­ghie­ro Mat­teot­ti, che è sta­to iso­la­to per moti­vi di sicu­rez­za e gli stu­den­ti sono rima­sti ‘mura­ti’ all’in­ter­no fino alle 13 e fat­ti poi usci­re alla spic­cio­la­ta, sot­to il con­trol­lo del­le for­ze dell’ordine.

Mala Ser­ven Jin Occu­pa­ta, come la Zona Rosa, vole­va esse­re uno spa­zio di aggre­ga­zio­ne, di ascol­to e discus­sio­ne, intor­no ai temi del­la salu­te e dei ser­vi­zi. «Un luo­go fem­mi­ni­sta dove ricrea­re reti di soli­da­rie­tà for­ti, atti­ve e arti­co­la­te, così come sia­mo com­ples­se e mol­te­pli­ci noi, coi nostri vis­su­ti, le nostre cul­tu­re, le nostre età dif­fe­ren­ti, per riu­sci­re a intra­pren­de­re per­cor­si di fuo­riu­sci­ta dal­le vio­len­ze e dagli abu­si, sen­za invo­ca­re tuto­ri e sen­za rima­ne­re intrap­po­la­te in ulte­rio­ri dipen­den­ze, ma auto­de­ter­mi­nan­do­ci», così le don­ne lo defi­ni­va­no nel comu­ni­ca­to subi­to suc­ces­si­vo all’oc­cu­pa­zio­ne. Acco­glie­va anche don­ne in emer­gen­za abi­ta­ti­va, alle qua­li non è sta­ta for­ni­ta alcu­na solu­zio­ne alter­na­ti­va, nono­stan­te l’occupazione dell’edificio for­nis­se loro una siste­ma­zio­ne tem­po­ra­nea, non otte­nu­ta diversamente.

La spro­por­zio­ne del­le for­ze impie­ga­te, l’assetto anti­som­mos­sa, in cui si sono dispo­sti all’arrivo dei mani­fe­stan­ti, e l’abuso del­la vio­len­za ver­ba­le e fisi­ca da par­te degli agen­ti han­no reso inu­til­men­te musco­la­re e spet­ta­co­la­riz­za­to quest’ultimo sgom­be­ro, ese­gui­to anco­ra una vol­ta a dan­no di un’occupazione, paci­fi­ca ed a fini socia­li, di un edi­fi­cio di pro­prie­tà pub­bli­ca, da tem­po inu­ti­liz­za­to ed espo­sto al degra­do. Gli epi­so­di di inu­ti­le vio­len­za con­tro i mani­fe­stan­ti fan­no inol­tre rite­ne­re quan­to mai neces­sa­ria ed oppor­tu­na l’assegnazione, da tem­po richie­sta ma non anco­ra intro­dot­ta nel nostro ordi­na­men­to, di un codi­ce di iden­ti­fi­ca­zio­ne ben visi­bi­le a cia­scun agen­te impie­ga­to in mani­fe­sta­zio­ni, scio­pe­ri o altro, in modo che pos­sa­no esse­re per­se­gui­ti even­tua­li epi­so­di di abu­si, come quel­li veri­fi­ca­ti­si e docu­men­ta­ti ieri in occa­sio­ne del­lo sgom­be­ro di Mala Ser­va­nen Jin. «La vio­len­za machi­sta non pas­se­rà. Deci­dia­mo noi su ogni cen­ti­me­tro dei nostri cor­pi e dei nostri spa­zi. Su que­sto sin­da­co che gio­ca al maschio Alpha si abbat­te­rà la rab­bia di tut­te noi, per­ché se toc­ca­no una toc­ca­no tut­te». Così le occu­pan­ti poco dopo lo sgombero.

Ema­nue­la Amendola

Eli­sa­bet­ta Mae­stri­ni[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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