Preparatevi perché la replica della nuova messinscena dell’uomo nuovo lontano dalla politica tutto retorica e sfavillante energia è già pronta: Matteo Renzi (che ringhia contratto nelle sue solipsistiche vendette come raccontano oggi tutti i giornali) finge di non essere la stessa persona che è riuscito a frantumare il Paese, si dimentica di essere segretario del più grande partito del Paese (partito in dissoluzione, com’è nelle sue corde di idea di comando) e si lancerà in un’esaltante campagna elettorale basata sulla perdita di memoria a breve termine.
Come un Berlusconi qualsiasi parla da esterno di un pasticcio politico di cui è il primo responsabile e con quella sua aria da scout volenteroso apre il suo ultimo post con una frase che è un capolavoro di millanteria (o scostamento dalla realtà, fate voi):
Eh sì, la soglia giusta è il 6%. — scrive Renzi nel suo blog — E non sto parlando di legge elettorale, anche se sembra che i politici italiani non pensino ad altro. Non è così, almeno non lo è per me. Qualunque sia la legge elettorale, qualunque sia la data in cui si voterà, per me il punto vero è quale idea di Italia e Europa offriremo agli elettori.
“I politici” scrive, continuando imperterrito a surfare l’onda del populismo solo un po’ più borghese: un ex Presidente del Consiglio che guida il PD può davvero simulare di essere vergine? Ci si può spingere a tanto? Sì. Renzi sì.
E sarà così per tutta la campagna elettorale.