Possibile di nuovo sulla strada e nelle piazze. Contro le trivellazioni in mare

Ripartiamo con i nostri banchetti per fermare le trivellazioni in mare e proteggere le acque territoriali italiane. Dal Salento costeggiamo l’Italia minacciata dalle estrazioni di gas e petrolio in vista del referendum del 17 aprile. Il referendum taciuto dal governo e boicottato da Renzi.

In que­sti gior­ni, ven­ti anni fa, un pull­man in par­ten­za per un viag­gio in Ita­lia stra­vol­se i pia­ni di una poli­ti­ca che viag­gia­va lun­go i bina­ri del­lo slo­gan e del­la tv. Era “il pull­man di Pro­di”, che por­ta­va il sim­bo­lo dell’Ulivo in tut­te le piaz­ze da nord a sud. Quel­la sta­gio­ne poli­ti­ca è dura­ta trop­po poco, e chi l’ha ere­di­ta­ta ne ha stra­vol­to il significato.

A ven­ti anni di distan­za con Pos­si­bi­le ci sia­mo rimes­si in viag­gio su un pul­mi­no Volk­swa­gen che ci accom­pa­gna dal­le cam­pa­gne refe­ren­da­rie, ai ban­chet­ti, fino al Road Show Pos­si­bi­le. Abbia­mo incon­tra­to per­so­ne delu­se, ragaz­ze e ragaz­zi entu­sia­sti, entu­sia­smi inaspettati.

Da oggi voglia­mo rimet­ter­ci in viag­gio per fer­ma­re le tri­vel­la­zio­ni in mare e pro­teg­ge­re le acque ter­ri­to­ria­li ita­lia­ne. Dal Salen­to costeg­gia­mo l’Italia minac­cia­ta dal­le estra­zio­ni di gas e petro­lio in vista del refe­ren­dum del 17 apri­le. Un refe­ren­dum taciu­to dal gover­no, boi­cot­ta­to da Renzi.

Il nostro viag­gio a tap­pe lun­go l’i­ti­ne­ra­rio dise­gna­to dai comi­ta­ti di Pos­si­bi­le, che stan­no ria­pren­do i ban­chet­ti (che non ave­va­no mai abban­do­na­to in real­tà) e si pre­pa­ra­no a inva­de­re le piaz­ze di tut­te le cit­tà, come già fat­to l’estate scor­sa quan­do rac­co­glie­va­no le fir­me sui que­si­ti refe­ren­da­ri, tra cui ben due con­tro le trivellazioni.

Voglia­mo por­ta­re a ter­mi­ne quel­la bat­ta­glia. Voglia­mo can­cel­la­re la nor­ma che con­sen­te alle socie­tà petro­li­fe­re di son­da­re i nostri mari ed estrar­re gas e petro­lio entro le 12 miglia dal­le coste ita­lia­ne, sen­za limi­ti di tem­po. Nono­stan­te, infat­ti, le socie­tà petro­li­fe­re non pos­sa­no più richie­de­re per il futu­ro nuo­ve con­ces­sio­ni per estrar­re in mare entro le 12 miglia, le ricer­che e le atti­vi­tà petro­li­fe­re già in cor­so non avreb­be­ro più sca­den­za certa.

Per tute­la­re defi­ni­ti­va­men­te i nostri mari dal­le atti­vi­tà petro­li­fe­re, occor­re vota­re “Sì” al refe­ren­dum. In que­sto modo, quel­le stes­se atti­vi­tà andran­no pro­gres­si­va­men­te a ces­sa­re, secon­do la sca­den­za “natu­ra­le” fis­sa­ta al momen­to del rila­scio del­le concessioni.

Il gover­no ha deci­so di non accor­pa­re ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve e voto refe­ren­da­rio spre­can­do oltre 360 milio­ni, nel­la spe­ran­za di impe­di­re il rag­giun­gi­men­to del quo­rum. Curio­so che lo fac­cia un gover­no che si auto­pro­cla­ma ere­de di quel pull­man con il sim­bo­lo dell’Ulivo sul­la scoc­ca. Quel­la poli­ti­ca vole­va incen­ti­va­re le ener­gie rin­no­va­bi­li e ren­de­re auto­no­mo que­sto pae­se dal pun­to di vista dell’energia.

Inve­ce que­sto gover­no si osti­na con le ener­gie fos­si­li, por­tan­do aven­ti un model­lo vec­chio e dan­no­so, che non por­ta alcun bene­fi­cio al Pae­se. Le sti­me dico­no che tut­to il petro­lio pre­sen­te nei fon­da­li del mare ita­lia­no baste­reb­be a copri­re solo 7 set­ti­ma­ne di fab­bi­so­gno ener­ge­ti­co, e quel­le di gas appe­na 6 mesi.

Per que­sto ci rimet­tia­mo in viag­gio con il nostro pul­mi­no Volk­swa­gen, per­ché la sta­gio­ne dell’impegno e la poli­ti­ca del­le pos­si­bi­li­tà non finisca.

Sul­la nostra pagi­na dedi­ca­ta le infor­ma­zio­ni uti­li e il mate­ria­le per la cam­pa­gna referendaria.

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