È nata Possibile Palestina!

Ci disturba l’abisso che separa quello che osserviamo tutti i giorni, nella vita e nel lavoro, da quello che viene raccontato dai media. Riteniamo cruciale provare a farci canale e piattaforma per una narrazione critica e informata.

È nata Pos­si­bi­le Palestina!

Un pic­co­lo spa­zio, inclu­si­vo e atten­to, da cui vor­rem­mo distur­ba­re il silen­zio e il timo­re del­la poli­ti­ca ita­lia­na sul­la situa­zio­ne palestinese.

Vivia­mo, stu­dia­mo e lavo­ria­mo in Pale­sti­na, chi nel­le ONG e chi in orga­niz­za­zio­ni inter­na­zio­na­li. Sia­mo coo­pe­ran­ti e fun­zio­na­rie, inge­gne­ri, eco­no­mi­ste, inse­gnan­ti, edu­ca­tri­ci ed esper­ti di dirit­ti uma­ni. Ci occu­pia­mo in vari modi del­le con­se­guen­ze dell’occupazione israe­lia­na sul­la popo­la­zio­ne pale­sti­ne­se e non pas­sa gior­no in cui una noti­zia, una sce­na in stra­da, una mani­fe­sta­zio­ne, un rap­por­to, una visi­ta tec­ni­ca, un’immagine non col­pi­sca­no pre­po­ten­te­men­te e dolo­ro­sa­men­te la nostra sen­si­bi­li­tà uma­na e poli­ti­ca. Non pas­sa gior­no in cui non ci chie­dia­mo per­ché tut­to que­sto non inte­res­si il dibat­ti­to pub­bli­co e poli­ti­co come dovreb­be. Per­ché qui l’occupazione non è sola­men­te il tema che fa noti­zia quan­do gli scon­tri supe­ra­no il livel­lo di assue­fa­zio­ne dei media e del­le isti­tu­zio­ni, ma è la cru­de­le quo­ti­dia­ni­tà di milio­ni di per­so­ne che subi­sco­no in varie for­me una vio­len­za che si è fat­ta leg­ge, buro­cra­zia, deten­zio­ne. Una vio­len­za che è nega­zio­ne dei dirit­ti umani.

Non è mai il momen­to giu­sto di par­la­re di Pale­sti­na, ma è sem­pre il momen­to sba­glia­to per non far­lo. Quan­do si vive fian­co a fian­co a per­so­ne che subi­sco­no ogni gior­no l’ingiustizia vio­len­ta del­lo sta­tus quo (uno sta­tus quo che è un’illusione, per­ché stri­scia e avan­za nel silen­zio) è impos­si­bi­le resta­re indif­fe­ren­ti alla cer­tez­za di altra vio­len­za, alla con­sa­pe­vo­lez­za che non si può lavo­ra­re per la pace se non si lavo­ra per la giustizia.

Voglia­mo por­ta­re un con­tri­bu­to nuo­vo alla discus­sio­ne sul­la Pale­sti­na, infor­ma­to e com­pe­ten­te, sen­za il timo­re di affron­ta­re i pro­ble­mi ana­liz­zan­do­ne le cau­se. Ci irri­ta il fat­to che non si rie­sca a par­la­re di Pale­sti­na sen­za far scat­ta­re dei mec­ca­ni­smi auto­ma­ti­ci di dife­sa, fat­ti di slo­gan e pri­vi di con­te­nu­ti, che impe­di­sco­no il dia­lo­go. Ed è que­sta impos­si­bi­li­tà, che cemen­ti­fi­ca e legit­ti­ma lo sta­tus quo, a ren­de­re impra­ti­ca­bi­le qua­lun­que solu­zio­ne, qua­lun­que pace. 

Voglia­mo offri­re uno sguar­do che con­tri­bui­sca a far com­pren­de­re in Ita­lia per­ché ci dob­bia­mo cura­re del­la que­stio­ne israe­lo-pale­sti­ne­se. Le siste­ma­ti­che vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni, la cri­mi­na­liz­za­zio­ne del dis­sen­so, le sem­pre più per­va­si­ve pra­ti­che di sor­ve­glian­za, le varie spie­ta­te for­me di disu­gua­glian­za col­pi­sco­no la socie­tà pale­sti­ne­se ma anche quel­la israe­lia­na, dan­do mag­gio­re spa­zio poli­ti­co alle for­ze osti­li a una riso­lu­zio­ne paci­fi­ca. Que­sti temi inte­res­sa­no anche la nostra socie­tà, per­ché, una vol­ta rimos­se le len­ti del pre­giu­di­zio, ci pon­go­no di fron­te a doman­de di gran­de attua­li­tà e asso­lu­ta­men­te tra­sver­sa­li a tut­te le lati­tu­di­ni del globo. 

Ci distur­ba l’abisso che sepa­ra quel­lo che osser­via­mo tut­ti i gior­ni, nel­la vita e nel lavo­ro, da quel­lo che vie­ne rac­con­ta­to dai media. Rite­nia­mo cru­cia­le pro­va­re a far­ci cana­le e piat­ta­for­ma per una nar­ra­zio­ne cri­ti­ca e infor­ma­ta. Ci sen­tia­mo distan­ti dal­la poli­ti­ca ita­lia­na, ma è pro­prio per ridur­re que­sta distan­za che abbia­mo deci­so di par­te­ci­pa­re atti­va­men­te, per crea­re una poli­ti­ca che pos­sia­mo con­di­vi­de­re per­ché ne fac­cia­mo par­te, felici.

È que­sto il momen­to giu­sto, quan­do nes­sun altro lo fa.

Pos­si­bi­le Palestina

 

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Udine, 14 ottobre: in piazza per la Palestina

Abbia­mo appre­so con delu­sio­ne la scel­ta del Sin­da­co di Udi­ne di con­ce­de­re il patro­ci­nio, pre­ce­den­te­men­te nega­to, alla par­ti­ta Ita­lia — Israe­le che si dispu­te­rà a

Regionali Liguria, Conferenza stampa di presentazione lista Alleanza Verdi Sinistra con Orlando, Bonelli, Fratoianni, Druetti

Gio­ve­dì 3 otto­bre alle ore 11.30, a Geno­va nel­la sala del­lo Space4business in via­le Bri­ga­ta Bisa­gno 2/25, con Andrea Orlan­do, can­di­da­to Pre­si­den­te del­la Regio­ne Ligu­ria, Ange­lo Bonel­li, por­ta­vo­ce nazio­na­le di Euro­pa Ver­de; Fran­ce­sca Druet­ti, segre­ta­ria nazio­na­le di Pos­si­bi­le e Nico­la Fra­to­ian­ni segre­ta­rio nazio­na­le di Sini­stra Italiana.