Precari ISPRA, tutto quello che c’è da sapere sulla loro mobilitazione

Rice­via­mo e pub­bli­chia­mo que­sta nota del grup­po ISPRA Occu­pa­to, la cui mobi­li­ta­zio­ne seguia­mo da vici­no sin dal­l’i­ni­zio e a cui rin­no­via­mo anco­ra una vol­ta la nostra soli­da­rie­tà e vicinanza.

Nell’agosto del 2008 APAT, ICRAM e INFS con­flui­sco­no nel­l’Isti­tu­to Supe­rio­re per la Pro­te­zio­ne e la Ricer­ca Ambien­ta­le (ISPRA) con la leg­ge 133/2008. L’allora mini­stra Ste­fa­nia Pre­sti­gia­co­mo com­mis­sa­ria subi­to l’Istituto affi­dan­do­lo all’ex pre­fet­to Vin­cen­zo Gri­mal­di e a due sub com­mis­sa­ri, uno dei qua­li, vice pre­fet­to, diver­rà poi il Diret­to­re Gene­ra­le (Ste­fa­no Lapor­ta) dell’ente, al ter­mi­ne del­la fase commissariale.

La natu­ra del­le atti­vi­tà affi­da­te all’Istituto è duplice:

  1. Atti­vi­tà cono­sci­ti­va, di con­trol­lo, moni­to­rag­gio e valu­ta­zio­ne; atti­vi­tà di con­su­len­za stra­te­gi­ca, assi­sten­za tec­ni­ca e scien­ti­fi­ca, non­ché di infor­ma­zio­ne, divul­ga­zio­ne, edu­ca­zio­ne e for­ma­zio­ne, anche post-uni­ver­si­ta­ria, in mate­ria ambien­ta­le e in rife­ri­men­to a tut­te lE matri­ci ambientali.
  2. Atti­vi­tà di sup­por­to tec­ni­co scien­ti­fi­co al Mini­ste­ro dell’ambiente e ad altre ammi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che in mate­ria di tute­la dell’ambiente e di pia­ni­fi­ca­zio­ne territoriale.

Le lot­te dei lavo­ra­to­ri e del­le lavo­ra­tri­ci che, col soste­gno di USB, da subi­to evi­ta­no il licen­zia­men­to di una par­te del per­so­na­le pre­ca­rio, cul­mi­na­no poi con la bat­ta­glia vit­to­rio­sa del “Tet­to”, ini­zia­ta il 24 novem­bre 2009. Nel 2010 sono nomi­na­ti i nuo­vi ver­ti­ci (B. De Ber­nar­di­nis Pre­si­den­te e S. Lapor­ta Diret­to­re Gene­ra­le) che arri­ve­ran­no fino al 2017 con un rin­no­vo del man­da­to e che impie­ga­no ben set­te anni a modi­fi­ca­re le pre­e­si­sten­ti strut­tu­re dei tre enti, soprav­vis­su­te in que­sto lun­go perio­do con sovrap­po­si­zio­ne di com­pe­ten­ze e obiet­ti­vi, sen­za peral­tro for­ni­re poi una con­vin­cen­te pro­po­sta di cam­bia­men­to rispet­to al pas­sa­to. In que­sti anni le bat­ta­glie di USB con­ti­nua­no per cer­ca­re di evi­ta­re la rovi­na dell’Istituto, invi­so a tut­ti i mini­stri dell’ambiente suc­ce­du­ti­si negli anni e per ten­ta­re di non far paga­re un con­to sala­tis­si­mo al per­so­na­le più debo­le e pre­ca­rio; una par­te con­si­sten­te del per­so­na­le pre­ca­rio vie­ne, infat­ti, assun­ta in que­sti anni.

Negli stes­si anni però il bilan­cio dell’Istituto entra in sof­fe­ren­za a cau­sa dei pesan­ti tagli al con­tri­bu­to ordi­na­rio del­lo Sta­to e per la dimi­nu­zio­ne del­le entra­te ine­ren­ti la for­ni­tu­ra di ricer­ca e ser­vi­zi a sog­get­ti pub­bli­ci e privati:

  • Il con­tri­bu­to ordi­na­rio (aggre­ga­to APAT, ICRAM e INFS) che al 2007 ammon­ta­va a cir­ca 93,4 milio­ni di euro scen­de nel 2017 a poco più 80 milio­ni di euro. In die­ci anni il con­tri­bu­to ordi­na­rio del­lo Sta­to è sce­so del 13,6%.
  • Le entra­te, ine­ren­ti la for­ni­tu­ra di ricer­ca e ser­vi­zi scen­do­no del 48% (da cir­ca 22 mln di euro nel 2009 scen­do­no a poco più di 11   mln di euro al 2017).

Il con­tri­bu­to ordi­na­rio scen­de per la dupli­ce azio­ne dei tagli appor­ta­ti al momen­to del­la fusio­ne dei tre enti e per quel­li suc­ces­si­vi ascri­vi­bi­li alla spen­ding review. Le altre entra­te per ricer­ca e ser­vi­zi inve­ce scen­do­no sia per la note­vo­le buro­cra­tiz­za­zio­ne del­le pro­ce­du­re gestio­na­li inter­ne sia a cau­sa del pro­gres­si­vo e sem­pre più accen­tua­to spo­sta­men­to del’istituto su atti­vi­tà isti­tu­zio­na­li. L’istituto rie­sce a tam­po­na­re i tagli avva­len­do­si di fon­di accan­to­na­ti negli anni pre­ce­den­ti (prin­ci­pal­men­te 20 mln di euro accan­to­na­ti per l’acquisto del­la sede ex ICRAM) e com­pri­men­do tut­te le spe­se per le atti­vi­tà tec­ni­co scien­ti­fi­che (for­ma­zio­ne, inve­sti­men­ti per la ricerca).

A livel­lo di com­por­to Enti Pub­bli­ci di Ricer­ca (EPR — ora con­flui­to nel com­par­to scuo­la) vie­ne appro­va­to Il D.Lgs 218/2016 che pre­ve­de il rece­pi­men­to nel­lo sta­tu­to degli enti del­la Rac­co­man­da­zio­ne del­la Com­mis­sio­ne Euro­pea dell’11 mar­zo 2005 riguar­dan­te la Car­ta Euro­pea dei ricer­ca­to­ri e del Codi­ce di Con­dot­ta per l’As­sun­zio­ne dei Ricer­ca­to­ri (2005/251/CE). Alla luce di quan­to pre­vi­sto nel D.Lgs 218/2016 gli EPR adot­ta­no un Pia­no Trien­na­le di Atti­vi­ta’, aggior­na­to annual­men­te, con il qua­le deter­mi­na­no anche la con­si­sten­za e le varia­zio­ni del­l’or­ga­ni­co e del pia­no di fab­bi­so­gno del per­so­na­le. L’in­di­ca­to­re del limi­te mas­si­mo alle spe­se di per­so­na­le è cal­co­la­to rap­por­tan­do le spe­se com­ples­si­ve per il per­so­na­le di com­pe­ten­za del­l’an­no di rife­ri­men­to alla media del­le entra­te com­ples­si­ve del­l’En­te come risul­tan­te dai bilan­ci con­sun­ti­vi del­l’ul­ti­mo trien­nio. Negli Enti tale rap­por­to non può supe­ra­re l’80 per cento.

Sem­pre nel 2016 vie­ne appro­va­ta la leg­ge 132 che isti­tui­sce il Siste­ma Nazio­na­le a rete per la Pro­te­zio­ne dell’Ambiente, SNPA, per assi­cu­ra­re omo­ge­nei­tà ed effi­ca­cia all’esercizio dell’azione cono­sci­ti­va e di con­trol­lo pub­bli­co del­la qua­li­tà dell’ambiente a sup­por­to del­le poli­ti­che di soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le e di pre­ven­zio­ne sani­ta­ria a tute­la del­la salu­te pub­bli­ca. Il SNPA è for­ma­to dall’ISPRA e dal­le Agen­zie Regio­na­li e Pro­vin­cia­li per la Pro­te­zio­ne dell’Ambiente (ARPA/APPA). In que­sto nuo­vo siste­ma le fun­zio­ni d’indirizzo e di coor­di­na­men­to tec­ni­co dell’ISPRA sono fina­liz­za­te a ren­de­re omo­ge­nee, sot­to il pro­fi­lo tec­ni­co, le atti­vi­tà del SNPA.

L’introduzione dei Livel­li Essen­zia­li del­le Pre­sta­zio­ni Tec­ni­che Ambien­ta­li (LEPTA) costi­tui­sce la novi­tà prin­ci­pa­le del­la leg­ge. I LEPTA rap­pre­sen­ta­no il livel­lo mini­mo omo­ge­neo in tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le che il Siste­ma nazio­na­le è tenu­to a garan­ti­re, anche ai fini del per­se­gui­men­to degli obiet­ti­vi di pre­ven­zio­ne col­let­ti­va pre­vi­sti dai livel­li essen­zia­li di assi­sten­za sanitaria.

La leg­ge però pre­ve­de che le nuo­ve atti­vi­tà deb­ba­no esse­re svol­te sen­za nuo­vi o mag­gio­ri one­ri per la finan­za pub­bli­ca e que­sto acui­sce ancor di più la cri­si dell’ISPRA, già al col­las­so eco­no­mi­co. In que­sto qua­dro scon­for­tan­te, la poli­ti­ca non rin­no­va i ver­ti­ci dell’Istituto nei tem­pi pre­vi­sti dal­le pro­ce­du­re di leg­ge e il 3 mar­zo del 2017 com­mis­sa­ria di nuo­vo l’Istituto nomi­nan­do B. De Ber­nar­di­nis com­mis­sa­rio. Un com­mis­sa­ria­men­to per ina­dem­pien­za dei deci­so­ri politici.

L’USB al ter­mi­ne di una par­te­ci­pa­ta assem­blea dei lavo­ra­to­ri, il 22 mag­gio 2017 deci­de di occu­pa­re ad oltran­za la sala dei con­ve­gni dell’ISPRA: di fron­te a que­sta cri­si sen­za fine dell’Istituto e all’annuncio da par­te dei ver­ti­ci del licen­zia­men­to di cir­ca 90 col­le­ghi pre­ca­ri, la lot­ta è ine­vi­ta­bi­le e come nel 2009 noi sia­mo pron­ti di nuo­vo a combattere.

Le richie­ste sono chiare:

  • Il rilan­cio eco­no­mi­co e gestio­na­le dell’ISPRA per poter esse­re all’altezza dei com­pi­ti che la leg­ge e i cit­ta­di­ni ci richiedono.
  • L’assun­zio­ne dei lavo­ra­to­ri pre­ca­ri.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.