Preferisco Civati, perché ho scelto di fare del mio meglio dentro il Partito Democratico. È dentro il PD che vorrei che avessero cittadinanza maggiore i punti di vista che hanno segnato la mia vita in movimento. Faccio tre esempi concreti che hanno a che fare con l’idea che abbiamo di sviluppo: la TAV, le missioni militari all’estero, la vicenda Cancellieri.
Io sono convinto che sia doveroso andare in un’altra direzione quando pensiamo allo sviluppo cioè all’economia, al lavoro, alla giustizia: la direzione di uno sviluppo che sia tale perché scommette sulla scuola come infrastruttura primaria, su un reddito diffuso e inclusivo e non su un reddito sperequato e quindi violento.
Uno sviluppo che passi dal disarmo e dalla cooperazione, che quindi sappia ridurre le pretese dell’osceno business della guerra.
Uno sviluppo che metta al centro la trasparenza dei rapporti, il rigore delle regole, soprattutto nelle relazioni tra Istituzioni e cittadini, in un Paese che marcisce di corruzione.
Preferisco Civati perché penso che Civati segretario vorrà andarci in questa direzione differente. Preferisco Civati, perché ho scelto il PD e ho bisogno di un PD così, sennò tornerò a fare movimento, cioè a lavorare perché cresca la cultura che fa differenza.