Procuratori di Agrigento diretti a Roma per interrogare Salvini sulla Diciotti

Le indagini, condotte dalla procura di Agrigento, sono state aperte verso ignoti, ma è chiaro che se la magistratura dovesse procedere con le accuse, Salvini, che al momento non è indagato, finirebbe per esserlo, essendo il responsabile del blocco

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il mini­stro dal­la linea dura potreb­be dover fron­teg­gia­re un’indagine, men­tre l’Europa rispe­di­sce al mit­ten­te le minac­ce sul bilancio

Ripor­tia­mo gli stral­ci prin­ci­pa­li del­l’ar­ti­co­lo di Loren­zo Ton­do per The Guardian.

L’UE ha rispe­di­to al mit­ten­te le minac­ce del gover­no popu­li­sta ita­lia­no di bloc­ca­re i tra­sfe­ri­men­ti a Bru­xel­les se non ci sarà sup­por­to sul caso Diciot­ti. Nel frat­tem­po, i pro­cu­ra­to­ri di Agri­gen­to sono diret­ti a Roma per inter­ro­ga­re il mini­stro degli Inter­ni di estre­ma destra Mat­teo Sal­vi­ni sul­la deten­zio­ne ille­ga­le dei migran­ti a bordo.

Le inda­gi­ni, con­dot­te dal­la pro­cu­ra di Agri­gen­to, sono sta­te aper­te ver­so igno­ti, ma è chia­ro che se la magi­stra­tu­ra doves­se pro­ce­de­re con le accu­se, Sal­vi­ni, che al momen­to non è inda­ga­to, fini­reb­be per esser­lo, essen­do il respon­sa­bi­le del bloc­co, secon­do le nostre fonti.

Gio­ve­dì, il vice-pre­mier ita­lia­no ha minac­cia­to di sospen­de­re i tra­sfe­ri­men­ti ita­lia­ni all’UE se Bru­xel­les non fos­se inter­ve­nu­ta per redi­stri­bui­re i 150 rifu­gia­ti a bor­do del­la nave Ubal­do Diciot­ti del­la Guar­dia Costie­ra italiana.

La Com­mis­sio­ne Euro­pea ha dichia­ra­to che que­ste minac­ce non sono uti­li e si è appel­la­ta a tut­ti i pae­si per tro­va­re una solu­zio­ne per aiu­ta­re le per­so­ne a bor­do del­la Diciot­ti, a cui è sta­to nega­to il per­mes­so di sbar­co al por­to di Cata­nia da Mat­teo Sal­vi­ni, mini­stro degli Inter­ni ita­lia­no e lea­der del­la Lega.

“Lascia­mo per­de­re le accu­se”, ha det­to il por­ta­vo­ce del­la Com­mis­sio­ne, Ale­xan­der Win­ter­stein, a chi gli chie­de­va com­men­ti. “I com­men­ti poco costrut­ti­vi, per non par­la­re del­le minac­ce, non aiu­ta­no, e non ci avvi­ci­ne­ran­no alla solu­zio­ne. L’Unione Euro­pea è una comu­ni­tà fon­da­ta sul­le rego­le e ope­ra in base ad esse, non alle minac­ce. Quin­di mi appel­lo a tut­ti i sog­get­ti coin­vol­ti per­ché tro­vi­no una solu­zio­ne rapi­da per le per­so­ne a bor­do nel­lo spi­ri­to del­la buo­na cooperazione.”

La Com­mis­sio­ne, che è il guar­dia­no del­la legi­sla­zio­ne UE e che può por­ta­re i gover­ni recal­ci­tran­ti davan­ti alla cor­te di giu­sti­zia euro­pea, ha rifiu­ta­to di com­men­ta­re sul­le con­se­guen­ze che ver­reb­be­ro dal rifiu­to dell’Italia di paga­re quan­to dovu­to.

Il taglien­te scam­bio di bat­tu­te met­te in luce lo situa­zio­ne di stal­lo su qua­le pae­se dovreb­be aiu­ta­re le per­so­ne sul­la Diciot­ti. Espo­nen­ti di 12 sta­ti mem­bri han­no con­dot­to col­lo­qui a Bru­xel­les vener­dì. La Com­mis­sio­ne ha det­to che gli incon­tri non sono sta­ti orga­niz­za­ti per tro­va­re una solu­zio­ne imme­dia­ta, ma per dare rispo­ste a lun­go ter­mi­ne alla cri­si migra­to­ria.

“Cer­chia­mo una solu­zio­ne strut­tu­ra­le, soste­ni­bi­le, inve­ce di una riso­lu­zio­ne dei pro­ble­mi bar­ca per bar­ca”, ha dichia­ra­to Winterstein.

I lea­der del­la UE han­no con­cor­da­to, duran­te la dif­fi­ci­le riu­nio­ne dura­ta tut­ta la not­te in Giu­gno, di crea­re dei “cen­tri di con­trol­lo” spe­cia­li per por­ta­re avan­ti le pra­ti­che di richie­sta di asi­lo del­le per­so­ne sal­va­te nel Medi­ter­ra­neo. Ma gli accor­di sem­bra­no aver san­ci­to solo le divi­sio­ni, e nes­sun pae­se ha dato dispo­ni­bi­li­tà ad apri­re uno di que­sti cen­tri sul suo territorio.

Sal­vi­ni rischia di fini­re sot­to inda­gi­ne dopo che i pro­cu­ra­to­ri di Agri­gen­to han­no aper­to un’indagine con­tro igno­ti per la deten­zio­ne ille­ga­le dei pas­seg­ge­ri, dovu­ta al rifiu­to del mini­stro degli Inter­ni di per­met­te­re loro di sbarcare.

Sal­vi­ni ha auto­riz­za­to mer­co­le­dì not­te lo sbar­co dei 27 mino­ri non accom­pa­gna­ti dopo esse­re sta­to vista­to di magi­stra­ti, ma ha chia­ri­to che non avreb­be per­mes­so ai restan­ti 150 a bor­do di fare altret­tan­to a meno che l’Europa non si fos­se fat­ta avanti.

Vener­dì, i 150 migran­ti sul­la Diciot­ti han­no comin­cia­to uno scio­pe­ro del­la fame per pro­te­sta­re con­tro la deci­sio­ne di Sal­vi­ni di non far­li sbarcare.

Han­no biso­gno di assi­sten­za al più pre­sto”, ha dichia­ra­to al Guar­dian Gio­van­na Di Bene­det­to, una por­ta­vo­ce di Save the Chil­dren. “Alcu­ni di loro han­no subi­to mesi, se non anni, di pri­gio­nia nei cam­pi di deten­zio­ne in Libia”.

“Uno di loro ha pro­ble­mi alla vista e le pupil­le dila­ta­te, ha det­to Natha­lie Lei­ba, una psi­co­lo­ga di Medi­ci Sen­za Fron­tie­re. “Mi ha det­to che è sta­to mole­sta­to dai libi­ci che lo han­no obbli­ga­to a chia­ma­re la sua fami­glia per far­si man­da­re dena­ro”.

Qui l’ar­ti­co­lo com­ple­to.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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