Maria Chiara Prodi, per gli amici semplicemente MC. Bolognese, a Parigi da quasi nove anni, coordinatrice artistica de l’Opéra Comique, il teatro dov’è nata la Carmen di Bizet. Presidente dell’antenna francese di Libera, membro della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo, co-fondatrice di ExBo (il network dei bolognesi all’estero), nel consiglio d’amministrazione della rete delle associazioni italiane in Francia Maria Chiara si impegna da anni per la promozione della cultura della legalità, della partecipazione democratica, del volontariato.
MC, anzitutto: posso chiamarti MC? “Certo! Lo riescono a pronunciare tutti, in tutte le lingue. Molto meglio di “Marià”…”
La prima domanda seria è d’obbligo: perché Civati? “Perché nella mozione Civati c’è un metodo e ci sono dei contenuti che se attecchiscono cambiano l’Italia per davvero. Contenuti e, soprattutto, metodo. Un punto fermo laddove agitazione e urgenza restringono il campo visivo e vogliono portarci a delle scelte che non rispecchiano né noi, né il progetto di società che desideriamo. Perché non devo arrossire di nessuno dei miei compagni di squadra.”
Chiudi gli occhi e immaginati il PD, come vorresti che fosse. Ce lo descrivi? “Non ho bisogno di chiudere gli occhi. Bastano 10, 100, 1000 circoli come il nostro di Parigi. Basta applicare lo Statuto e avere un’Assemblea Nazionale al pieno del suo potenziale. Pero’ se chiudo gli occhi un sogno ce l’ho. Chiedere a due donne bravissime nel loro campo, Giovanna Cosenza e Marianella Sclavi, di traghettare il partito in una nuova era. In cui la comunicazione politica sia agile e ricca di contenuti, in cui la partecipazione sia presa sul serio: con le sue dinamiche, i suoi strumenti, la sua forza creativa. Ecco, due madrine. Molto meglio di tanti padrini, no?”
Senza dubbio. Mi dici tre proposte per migliorare la vita degli italiani all’estero?“1. riformare subito l’AIRE [registro degli italiani all’estero]. La maggioranza dei nuovi emigrati non cambia ufficialmente la residenza, benché sia obbligatorio. Non si iscrive all’AIRE per non perdere il medico di base, perché troppo mobile per volersi impigliare nella burocrazia da espatriati. Ma cosi’ la rappresentanza degli italiani all’estero è del tutto falsata, nonché l’idea che il nostro paese si fa dell’emigrazione e dell’immigrazione. 2. svolgere la Rilevazione degli italiani all’estero, che doveva essere fatta nel 2011 dal Ministero degli Esteri: senza conoscenza è impossibile fare delle politiche per gli italiani all’estero che siano basate sulla realtà. 3. il 53% degli italiani all’estero vive in Europa. E’ ora di impegnarsi, noi per primi, nel vivere una piena cittadinanza europea. Per esempio, come stiamo facendo qui a Parigi, lavorando gomito a gomito con le comunità spagnola, polacca e portoghese (di diverse generazioni) nel progetto www.citoyensactifs.eu: lo sapete che potete votare alle municipali della città in cui siete residenti, se siete cittadini comunitari, nonché scegliere se votare alle Europee per candidati italiani o del paese di residenza?”
E per finire: scusa, ma col cognome che ti ritrovi, non hai paura dei 101? “Io? Sono loro che devono aver paura di noi!”
MC è candidata all’Assemblea nazionale del PD nelle liste Civati di Parigi.
#Civoti 37: Maria Chiara Prodi