Promuove la cultura dell’accoglienza: Davide Mattiello

22-cartolina-civoti-mattiello-vertLa noti­zia del­la can­di­da­tu­ra alla Came­ra di Davi­de Mat­tiel­lo, pre­si­den­te del­la fon­da­zio­ne Ben­ve­nu­ti in Ita­lia, da sem­pre ani­ma­to­re nel volon­ta­ria­to tori­ne­se e non solo, era sta­ta uno dei fio­ri all’oc­chiel­lo del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le demo­cra­ti­ca lo scor­so gen­na­io. «Que­sto PD meri­ta­va di vin­ce­re», dice l’og­gi ono­re­vo­le Mat­tiel­lo. «Le scel­te sono sta­te fat­te, non sono solo sta­te pro­cla­ma­te: dal­le pri­ma­rie per il pre­mier alle pri­ma­rie per i par­la­men­ta­ri, era­no scel­te tut­te rischio­se, e sono sta­te avver­sa­te da mol­ti colon­nel­li del par­ti­to. Nel PD c’è una poten­zia­li­tà straor­di­na­ria». Volu­to da Pier Lui­gi Ber­sa­ni, Mat­tiel­lo (che in Par­la­men­to sie­de alla com­mis­sio­ne Anti­ma­fia) trac­cia un paral­le­lo tra l’ex segre­ta­rio del PD e Giu­sep­pe Civa­ti, che si can­di­da a suc­ce­der­gli, e che egli stes­so sostie­ne: «Civa­ti ha atten­zio­ne uma­na alle per­so­ne, memo­ria dei fat­ti, capa­ci­tà di col­le­ga­men­to e di costrui­re una rela­zio­ne poli­ti­ca tra gli indi­vi­dui», argo­men­ta Mat­tiel­lo. «Pip­po non fin­ge di ascol­ta­re il suo inter­lo­cu­to­re, que­sto fa la dif­fe­ren­za. Un’a­na­lo­ga atten­zio­ne l’ho ritro­va­ta in Ber­sa­ni, a cui dis­si che vota­re la fidu­cia a que­sto gover­no mi avreb­be fat­to mori­re poli­ti­ca­men­te, non sarei sta­to uti­le a nes­su­no: così Pier Lui­gi ha par­la­to col capo­grup­po Spe­ran­za, per dispen­sar­mi e con­sen­tir­mi di usci­re dal­l’au­la. Ber­sa­ni allo­ra mi ha dedi­ca­to atten­zio­ne, si è fat­to cari­co di un pro­ble­ma. Così è Civa­ti: mi ha col­pi­to la sua capa­ci­tà di ave­re a cuo­re le per­so­ne come “pri­ma e più impor­tan­te for­ma di ser­vi­zio”, di cari­tà, per usa­re il voca­bo­la­rio cat­to­li­co e la rifles­sio­ne por­ta­ta da una come Simo­ne Weil, cara a colo­ro che con­di­vi­do­no il mio sguar­do. La fon­da­zio­ne è lo stru­men­to che a Tori­no abbia­mo pro­va­to per inno­va­re le for­me del­la poli­ti­ca anche fuo­ri dai par­ti­ti, con­tri­buen­do alla loro atti­vi­tà, come gli advo­ca­cy group sta­tu­ni­ten­si».

mattiello-640x429 Quel­lo che Mat­tiel­lo ha fat­to in que­sti anni lo qua­li­fi­ca come espo­nen­te di quel­la che i poli­ti­ci ama­no chia­ma­re socie­tà civi­le, per distin­guer­se­ne. Otto o nove mesi di Par­la­men­to non lo han­no cam­bia­to: che idea si è fat­to del­la clas­se poli­ti­ca di pro­fes­sio­ne, vista dal den­tro? «Non è vero che in Par­la­men­to non si lavo­ra, anzi si lavo­ra assai, ma sul­la base del­la volon­tà poli­ti­ca di chi ha in mano il gio­co da quan­do i 101 han­no impal­li­na­to Pro­di, e sem­bra tut­to­ra male­du­ca­zio­ne chie­der­ne con­to. Non è mora­li­smo: mi sono reso con­to, arri­van­do in Par­la­men­to, quan­to poco io pos­sa con­ta­re nei pro­ces­si deci­sio­na­li (che sono scel­te poli­ti­che pre­ci­se, e non ine­vi­ta­bi­li). Per far­lo tra l’al­tro ci vuo­le una com­pe­ten­za tec­ni­ca che non ho anco­ra rag­giun­to. Oltre­tut­to i pro­ces­si deci­sio­na­li sono basa­ti sul­le appar­te­nen­ze a que­sto o quel grup­po: nes­su­no pen­si di arri­va­re là e for­ma­re la deci­sio­ne sul­la base del dibat­ti­to in aula. Que­sto avvie­ne altro­ve, e le Came­re sono solo il luo­go del­la rap­pre­sen­ta­zio­ne del­la deci­sio­ne assun­ta. Quin­di il tema è: dove si for­ma­no le deci­sio­ni? Come fare a con­ta­re nel­la for­ma­zio­ne del­le deci­sio­ni? Anche per que­sto moti­vo, è impor­tan­te il con­gres­so del PD e la can­di­da­tu­ra di Pip­po Civa­ti: i pro­ces­si deci­sio­na­li sono inter­ni al par­ti­to, a secon­da di chi ne tie­ne le redi­ni que­sti van­no in un sen­so anzi­ché in un altro. Non mi scan­da­liz­zo che non si sia vota­ta la sfi­du­cia a Can­cel­lie­ri, per­ché non pote­va che suc­ce­de­re que­sto: vole­va­mo che il PD assu­mes­se la deci­sio­ne su di sè, Pip­po è sta­to coe­ren­te, corag­gio­so e con­cre­to anche sul pia­no for­ma­le. In quin­di­ci su 400 abbia­mo sot­to­scrit­to il docu­men­to, gli altri ci han­no sper­nac­chia­to: la bat­ta­glia dev’es­se­re den­tro il par­ti­to, non con­tro. Sto scom­met­ten­do sul­le pri­ma­rie e sul con­gres­so, sen­za la can­di­da­tu­ra di Pip­po mi sen­ti­rei impo­ten­te e disar­ma­to: mi dà un filo di spe­ran­za per il futu­ro, in cui uno come me pos­sa con­ta­re assie­me agli altri nei pro­ces­si deci­sio­na­li del par­ti­to. Il PD è rima­sto l’u­ni­co par­ti­to che c’è in Ita­lia, con tut­te le fati­che di un’or­ga­niz­za­zio­ne com­ples­sa».

Riparte-il-Futuro Un esem­pio del­le dina­mi­che par­la­men­ta­ri è dato dal­la rifor­ma del­l’ar­ti­co­lo 416 ter, una cam­pa­gna per la qua­le Mat­tiel­lo si è spe­so mol­to, pri­ma con “Ripar­te il futu­ro” e poi da rela­to­re. «Ora sia­mo a un pun­to mor­to. Il lavo­ro alla Came­ra è sta­to buo­no, per­fet­ti­bi­le come alcu­ni si sono affret­ta­ti a sot­to­li­nea­re, ma sen­za che faces­si­mo le bar­ri­ca­te. Il testo rifor­ma­to, usci­to all’u­na­ni­mi­tà dal­la com­mis­sio­ne giu­sti­zia ai pri­mi di luglio, è arri­va­to in aula il 15 del­lo stes­so mese e appro­va­to l’in­do­ma­ni, sem­pre all’u­na­ni­mi­tà. Un fat­to straor­di­na­rio, se si con­si­de­ra che il pro­get­to par­ti­va da una ini­zia­ti­va di leg­ge pri­ma popo­la­re (Ripar­te il futu­ro) e poi par­la­men­ta­re, rispet­tan­do i tem­pi che si era dato all’i­ni­zio: fino­ra abbia­mo vota­to per lo più prov­ve­di­men­ti del gover­no, nel­la XVII legi­sla­tu­ra. Il 23 luglio il testo dove­va appro­da­re al Sena­to, in com­mis­sio­ne Giu­sti­zia riu­ni­ta in sede deli­be­ran­te, ma è scop­pia­ta la pole­mi­ca su Repub­bli­ca, la pre­sun­ta rivol­ta dei pub­bli­ci mini­ste­ri, due ore pri­ma del­la sedu­ta com­mis­sio­ne, con un tem­pi­smo paz­ze­sco dopo che c’e­ra­no sta­ti solo applau­si, com­men­ti posi­ti­vi e lusin­ghie­ri. I sena­to­ri, tra­vol­ti dal­la pole­mi­ca e con stru­men­ta­le mali­zia, han­no bloc­ca­to tut­to: il cen­tro­de­stra non aspet­ta­va altro che di insab­biar­la, il PD come al soli­to si è divi­so, c’è una par­te rema con­tro. Addi­rit­tu­ra il capo­grup­po Zan­da ha dichia­ra­to che Savia­no ave­va ragio­ne e che la rifor­ma non anda­va bene, sen­za chia­ma­re né me, né il suo omo­lo­go Spe­ran­za, né l’on.Ferranti. Secon­do me se ormai se ne ripar­la nel­la pros­si­ma legi­sla­tu­ra, con un’al­tra mag­gio­ran­za».

 Han­no det­to che il docu­men­to di Civa­ti, pur lun­go e meti­co­lo­so, non si espo­ne con dovi­zia riguar­do le mafie. «I docu­men­ti sono impor­tan­ti, per­ché com­pro­met­to­no. La nostra mozio­ne è arti­co­la­ta, e va bene così: la cre­di­bi­li­tà di que­sto o quel testo dev’es­se­re data soprat­tut­to dal­le per­so­ne che lo sosten­go­no, per­ché un buon docu­men­to lo pos­so­no scri­ve­re tut­ti, come una gal­le­ria del­le buo­ne idee. Il nostro pro­ble­ma non è tro­va­re altre buo­ne idee per cam­bia­re il Pae­se, ma affi­dar­le a per­so­ne cre­di­bi­li e com­pe­ten­ti. Si vada quin­di a guar­da­re chi sostie­ne le mozio­ni, più che i loro para­gra­fi, anche in tema di mafie».

22-cartolina-civoti-mattielloUno dei tuoi slo­gan è “sia­mo Mol­ti”: chi sono i mol­ti, chi vedi dal­la tua par­te, chi sen­ti esser­ti vici­no? «Lo slo­gan è nato all’in­ter­no del­la nostra fon­da­zio­ne, pro­prio per il pas­sag­gio elet­to­ra­le del­lo scor­so inver­no. Era una rispo­sta all’a­gen­da Mon­ti: con l’a­gen­da Mol­ti, il nostro con­tri­bu­to in Par­la­men­to sareb­be anda­to in una dire­zio­ne mol­to dif­fe­ren­te da quel­la del pre­mier uscen­te, per­ché c’è anco­ra biso­gno di un’al­tra agen­da, di una rifles­sio­ne ampia sul­la poli­ti­ca eco­no­mi­ca, l’Eu­ro­pa, il debi­to. “Sia­mo Mol­ti” fa rife­ri­men­to alla gran­de rete di Ben­ve­nu­ti in Ita­lia, del­le coo­pe­ra­ti­ve socia­li, dei gio­va­ni che tra impre­sa e acco­glien­za si rico­no­sco­no in nosto modo di lavo­ra­re. Abbia­mo fat­to tan­te ini­zia­ti­ve, e anche per­so­ne che non avreb­be­ro vota­to per il Par­ti­to Demo­cra­ti­co lo han­no fat­to per­ché can­di­da­va me».

#Civo­ti 22: Davi­de Mattiello

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