Una proposta elettorale “minima” per una legislatura costituzionale

Insistiamo circa l’opportunità di rinunciare a forzature e di limitarsi – nelle ultime settimane di legislatura – ad armonizzare le leggi elettorali esistenti, in poche mosse

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1506513683226{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Nello stes­so gior­no in cui veni­va­no affos­sa­te la pro­po­sta sul­lo ius soli e quel­lo sul­la can­na­bis (a ulte­rio­re con­fer­ma che que­sta mag­gio­ran­za pen­de sem­pre più sul lato destro), la leg­ge elet­to­ra­le è sta­ta ogget­to di (ulte­rio­ri) ten­sio­ni e rin­vii, che aumen­ta­no le per­ples­si­tà cir­ca la pos­si­bi­li­tà che rie­sca ad arri­va­re alla fine del per­cor­so par­la­men­ta­re. Con il rischio di tro­var­ci anco­ra, tra qual­che set­ti­ma­na, con due pez­zi di leg­ge (uno per il Sena­to e uno per la Came­ra) fun­zio­nan­ti in se stes­si, ma inca­pa­ci di favo­ri­re la for­ma­zio­ne di una mag­gio­ran­za coe­ren­te nel­le due Came­re, con la pos­si­bi­li­tà che que­sta incoe­ren­za dia luo­go anche a un’incostituzionalità.

Que­sta situa­zio­ne – lo ripe­tia­mo – non è frut­to di un desti­no avver­so, ma di scel­te poli­ti­che: quel­la di abban­do­na­re, sul fini­re del­la XIV legi­sla­tu­ra, il mat­ta­rel­lum, per sosti­tuir­lo con una leg­ge defi­ni­ta dal suo idea­to­re «una por­ca­ta», fat­ta solo per osta­co­la­re (con par­zia­le suc­ces­so) la vit­to­ria del­lo schie­ra­men­to avver­sa­rio; quel­la di man­te­ne­re, nel­le legi­sla­tu­re suc­ces­si­ve, la stes­sa leg­ge (anche da par­te di chi l’aveva avver­sa­ta), nel­la spe­ran­za di otte­ne­re il gran­de jac­k­pot del pre­mio di mag­gio­ran­za (a pre­scin­de­re dai voti popo­la­ri), fino a subi­re una dichia­ra­zio­ne d’incostituzionalità, dele­git­ti­man­te lo stes­so Par­la­men­to in cari­ca; quel­la di non appro­va­re, in que­sta legi­sla­tu­ra, per entram­be le Came­re, una nuo­va leg­ge che tenes­se in atten­ta con­si­de­ra­zio­ne le indi­ca­zio­ni del­la Cor­te costi­tu­zio­na­le nel­la sen­ten­za n. 1 del 2014. Al con­tra­rio, tut­te le ener­gie sono sta­te dispie­ga­te dal Gover­no Ren­zi, che vi ha appo­sto la fidu­cia, per l’Italicum: una leg­ge per la sola Came­ra dei depu­ta­ti, appro­va­ta nel­la spe­ran­za che la Costi­tu­zio­ne fos­se cam­bia­ta, con l’eliminazione del suf­fra­gio diret­to per il Sena­to, vizia­ta dal­la stes­sa inco­sti­tu­zio­na­li­tà riscon­tra­ta per il “Por­cel­lum”, sep­pu­re in que­sto caso (solo) nel tur­no di ballottaggio.

Que­sto per dire che, se que­sta legi­sla­tu­ra fos­se sta­ta impie­ga­ta per appro­va­re una leg­ge con­for­me alla Costi­tu­zio­ne vigen­te (anzi­ché una inco­sti­tu­zio­na­le secon­do la stes­sa e pure secon­do quel­la che si spe­ra­va arri­va­re) oggi non sareb­be neces­sa­rio arran­ca­re, nel­le ulti­me set­ti­ma­ne del­la legi­sla­tu­ra, per appro­va­re una nuo­va leg­ge elettorale.

Da quest’ultimo pun­to di vista, però, sem­bra uti­le ricor­da­re che il Codi­ce di buo­na con­dot­ta elet­to­ra­le del Con­si­glio d’Europa affer­ma di non appro­va­re leg­gi elet­to­ra­li nell’ultimo anno del­la legi­sla­tu­ra. Que­sto, natu­ral­men­te, per­ché in quel perio­do tut­te le for­ze poli­ti­che rischia­no di esse­re trop­po con­di­zio­na­te da un imme­dia­to tor­na­con­to, al qua­le potreb­be guar­da­re – con suc­ces­so – in par­ti­co­la­re la mag­gio­ran­za. Pro­prio come avven­ne nel 2005, quan­do ciò deter­mi­nò la sec­ca oppo­si­zio­ne del­lo schie­ra­men­to di cen­tro­si­ni­stra che infat­ti abban­do­nò anche i lavori.

È per que­sto che insi­stia­mo cir­ca l’opportunità di rinun­cia­re a for­za­tu­re (ulte­rio­ri rispet­to alle nume­ro­se alle qua­li abbia­mo già assi­sti­to) e a non cro­gio­lar­si in una palu­de di pro­po­ste, che potreb­be­ro non arri­va­re in fon­do, per dare maga­ri poi la col­pa al bica­me­ra­li­smo per­fet­to, che non c’entra evi­den­te­men­te nul­la, essen­do le for­ze poli­ti­che a non tro­va­re la via d’uscita. E per que­sto – come ripe­tia­mo da tem­po e abbia­mo recen­te­men­te scrit­to sul Fat­to quo­ti­dia­no – rite­nia­mo che sareb­be più uti­le e più con­for­me al Codi­ce di buo­na con­dot­ta elet­to­ra­le del Con­si­glio d’Europa, limi­tar­si – nel­le ulti­me set­ti­ma­ne di legi­sla­tu­ra – ad armo­niz­za­re le leg­gi elet­to­ra­li esi­sten­ti, in poche mos­se, così sintetizzabili:

  1. via il pre­mio di mag­gio­ran­za alla Came­ra, con­si­de­ra­ta l’inutilità del­lo stes­so per una sola del­le due assem­blee che devo­no vota­re la fiducia;
  2. via le coa­li­zio­ni al Sena­to, con­si­de­ra­to che le coa­li­zio­ni pre-elet­to­ra­li han­no sem­pre solo inde­bo­li­to la pro­po­sta poli­ti­ca, non aven­do sen­so che, a fron­te di un pro­gram­ma comu­ne (come occor­re ave­re pre­sen­tan­do­si insie­me alle ele­zio­ni), ci sia­no liste con­cor­ren­ti, che pos­so­no ser­vi­re quin­di solo a tute­la­re qual­che nomenclatura;
  3. via le can­di­da­tu­re “bloc­ca­te”, per­ché tut­ti i can­di­da­ti sia­no ugua­li e gli elet­to­ri abbia­no la più libe­ra scelta;
  4. via le can­di­da­tu­re plu­ri­me (o alme­no loro for­tis­si­ma ridu­zio­ne fino a un mas­si­mo di tre col­le­gi), per­ché cia­scu­no deve can­di­dar­si in un territorio;
  5. pre­fe­ren­za di gene­re, con­sen­ten­do cioè all’elettore di vota­re o una per­so­na o due, pur­ché don­na e uomo, per rie­qui­li­bra­re la rap­pre­sen­tan­za anche da que­sto pun­to di vista;
  6. soglia di sbar­ra­men­to ugua­le tra Came­ra e Sena­to al 4%, per evi­ta­re irra­gio­ne­vo­li squi­li­bri tra le due Came­re e tro­va­re un pun­to di incon­tro che non sacri­fi­chi trop­po la rappresentanza;
  7. col­le­gi alme­no medi, come quel­li del­la Came­ra, anche per il Sena­to, per raf­for­za­re il lega­me territoriale.

Pur­trop­po, la pro­po­sta in discus­sio­ne (nota come “Rosa­tel­lum-bis”) non risul­ta emen­da­bi­le in que­sto sen­so. Per que­sto biso­gne­reb­be abban­do­nar­la e pre­sen­tar­ne una limi­ta­ta a que­ste poche mos­se di armo­niz­za­zio­ne, che con­sen­ti­reb­be­ro (dopo mol­te legi­sla­tu­re) un Par­la­men­to rap­pre­sen­ta­ti­vo e non trop­po fram­men­ta­to, ma soprat­tut­to for­ma­to in con­for­mi­tà del­la Costi­tu­zio­ne. Sareb­be già un buon avvio per la pros­si­ma legi­sla­tu­ra.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.