QUADERNI
Davanti a un’Europa che alza barriere e moltiplica le prigioni per migranti, la risposta deve essere un movimento collettivo, forte e determinato. Come ha dimostrato questa assemblea, le alleanze tra realtà locali e transnazionali sono fondamentali. Possibile è pronto a fare la sua parte, mettendo a disposizione competenze, energie e una rete di supporto per costruire un’Europa fondata sulla solidarietà, non sui muri e sulle prigioni.
È chiaro da tempo da che parte si sarebbe schierato il partito di Giorgia Meloni negli anni di Ventotene. Per questo le sue parole di oggi non ci stupiscono.
Ancora una volta chi denuncia le atrocità subite dai civili palestinesi viene criminalizzato molto più di chi quelle atrocità le compie. E non si può rimanere in silenzio a guardare.
Pretendiamo che Milano diventi veramente sostenibile come le capitali europee che hanno fatto un cambio di passo nella gestione della città, investendo in mobilità dolce, rigenerando interi quartieri, aumentando le superfici a verde e le zone pedonali rispetto alla quota di nuovo edificato.
Dalla campagna per il Referendum Cittadinanza passa una responsabilità enorme, nei confronti di milioni di persone: quella di adeguare la legge a una società che è già cambiata.
Abbiamo il dovere morale di contrastare Putin e Trump e di continuare a mettere pressione ai leader europei per raggiungere un accordo in grado di stabilire una pace duratura. In questo contesto è fondamentale aprire spazi di mediazione e iniziare a ridurre il livello di violenza, nell’attesa di raggiungere una soluzione diplomatica adeguata, che veda attorno al tavolo dei negoziati anche l’Ucraina.
Perché la soluzione si traduca in una pace duratura, o meglio “perpetua”, occorre ritrovare lo slancio federale degli autori del Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita.
Le persone non sono pedine geopolitiche. Chiediamo a gran voce la liberazione di Alberto, uniamoci alla mobilitazione.
Partiamo il 5 Marzo a Torino al Blah Blah con le amiche di ADI — Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia e Assemblea Precaria.
Contattaci per organizzare un dibattito nella tua città: scrivici a organizzazione@possibile.com
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, criticando la proposta della Commissione Europea di introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche, ha oggi pronunciato parole secondo noi gravissime e, come sempre in questi casi, prive di fondamento scientifico.
Le sole parole di cordoglio non bastano più così come le inutili commemorazioni se poi si tornerà alla vita universitaria di tutti i giorni facendo finta — per l’ennesima volta — che nulla sia successo.
Continuiamo a chiedere che il governo faccia chiarezza su entrambi gli scandali: la restituzione di Almasri e il caso di spionaggio. Il coraggio di Yambio nel raccontare la sua storia ci impone di non restare in silenzio. La sua lotta per la giustizia merita tutto il nostro sostegno e la nostra attenzione.
Il sistema di apartheid israeliano si muove sempre più velocemente nella direzione di una cancellazione culturale che a Gerusalemme è particolarmente visibile.
Che fine ha fatto la testimonianza di Carmine Schiavone in merito la presenza di fusti altamente nocivi nel sito di Borgo Montello? Quando e chi si prenderà l’onere di bonificare il sito? In che modo la popolazione locale riceverà sacrosanto risarcimento per i danni percepiti in termini di salute?
Nella notte del 28 gennaio, è morto di freddo un richiedente asilo in fila davanti all’Ufficio Stranieri in via Patini, a Roma.
L’uomo era in fila dalle 22.00 del giorno prima, ma secondo i testimoni già alle 4.00 non era più in vita.
La morte dell’anziano è il tragico epilogo di una situazione indegna di un paese che si vuole considerare civile.
Quando in Italia leggi di “una pioggia di fondi per le Università”, come alcune testate hanno titolato, puoi solo pensare: “Ecco l’ennesima bugia, detta per mascherare una nuova riforma che toglie ulteriori fondi alla ricerca”. Purtroppo, in Italia, va sempre così.
È un giorno importante per chi come noi ha seguito con apprensione la sua vicenda, emblema della criminalizzazione delle persone migranti. Oggi Maysoon può rialzare la testa, continuando a lottare per i più deboli come ha sempre fatto.