QUADERNI
Anche ammesso che fosse condivisibile l’obiettivo di anticipare la conclusione del percorso scolastico, l’ipotesi della riduzione a quattro anni del ciclo secondario appare superficiale e semplicistica. In pratica, si tratterebbe di farcire in quattro anni gli studenti dei medesimi contenuti attualmente sviluppati in cinque.
Il cambiamento climatico sta generando ingiustizia e disuguaglianza. I paesi che soffrono maggiormente gli impatti del cambiamento climatico sono realtà già povere che contribuiscono poco o nulla con le emissioni climalteranti. Questa situazione inoltre sta mettendo fortemente in crisi le future generazioni, soprattutto quelle dei paesi più poveri.
“La sinistra felice”, perché — come scrive Giuseppe Civati — “la felicità è una cosa collettiva. E la politica deve fare questo: organizzare persone felici, che possano cambiare le cose per chi ancora non può esserlo.”
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Venerdì 17 dicembre abbiamo partecipato in Senato alla conferenza stampa di lancio del presidio del 21 dicembre contro l’autonomia differenziata. Autonomia differenziata i cui rischi evidenziamo da sempre e che è stata inserita all’interno della manovra di bilancio attraverso un disegno di legge collegato, che porterebbe alla frammentazione della Repubblica con conseguenze catastrofiche sull’ampliamento delle diseguaglianze già esistenti tra Regioni e per la fruizione dei diritti costituzionali di cittadine e cittadini, primi tra tutti il diritto all’istruzione e il diritto alla cura.
Ci saremmo aspettati di leggere, a questo punto, l’attribuzione ai lavoratori di un potere di messa in discussione non solo degli esiti di un sistema ADM ma anche dei criteri base che lo sottendono, in un’ottica di piena trasparenza — laddove tecnicamente possibile — circa il loro funzionamento. La direttiva si limita però a stabilire forme di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori, o dei lavoratori stessi, nel caso in cui le imprese intendessero introdurre nuovi sistemi di monitoraggio o sistemi decisionali automatizzati, o apportare modifiche sostanziali a quei sistemi, con lo scopo di promuovere il dialogo sociale sulla gestione algoritmica. Un po’ poco, forse. Si tratta di un embrione della contrattazione collettiva digitale? È troppo presto per dirlo ma dovremmo cominciare a reclamare questo diritto.
Non si può insomma sfuggire al sospetto che l’eventuale scomparsa delle prove scritte si configurerebbe come l’ennesima riforma a costo zero, alla ricerca di qualche facile consenso politico presso una parte della popolazione studentesca e delle famiglie, evitando di impegnarsi in un ben più profondo e proficuo processo di innovazione nella scuola, che comporterebbe invece cospicui investimenti, non solo dal punto di vista strettamente finanziario, ma anche in termini di intelligenza e creatività progettuale.
La riforma dei trattati non è più un tabù: l’accordo di coalizione che guiderà la politica del nuovo governo tedesco di Olaf Scholz insiste esplicitamente sulla necessità di cambiare il funzionamento dell’Ue attraverso una riforma istituzionale che parta dal basso, attraverso la convocazione di un’assemblea costituente.
Il dare una pacca sul sedere a una donna non è percepito dalla maggioranza dell’opinione pubblica, e intendo non solo maschile, come una cosa grave, come un reato, ma solo, al massimo, come una sciocchezza, uno scherzo, un piccolo, insignificante, errore in una carriera di vita immacolata.
Non basta il 1 dicembre ma serve un impegno deciso, strutturato, permanente capace di superare il mero approccio sanitario e di prevenzione e di guardare oltre, anche alla qualità della vita e alla piena inclusione delle persone sierocoinvolte. Per liberarle da uno stigma che viene dato loro da una società che ha ancora paura di affrontare questo tema.