QUADERNI

Ora si par­la di san­zio­ni eco­no­mi­che, ma sareb­be sta­to più faci­le pren­de­re seria­men­te que­sta minac­cia già piut­to­sto fiac­ca se giu­sto un mese fa l’UE non aves­se dichia­ra­to il gas natu­ra­le rus­so una fon­te ener­ge­ti­ca stru­men­ta­le alla tran­si­zio­ne ecologica. 
Appa­re evi­den­te come le scel­te del Gover­no polac­co sia­no chia­ra­men­te con­tra­rie agli orien­ta­men­ti poli­ti­ci dell’UE e soprat­tut­to al prin­ci­pio di rispet­to dei dirit­ti del­le per­so­ne LGBTIQ+. Come Pos­si­bi­le LGBTI+ ed Euro­pa Pos­si­bi­le non espri­mia­mo solo soli­da­rie­tà ai nostri fra­tel­li e alle nostre sorel­le polac­che ma invi­tia­mo anche le Isti­tu­zio­ni Euro­pee in pri­mis il Par­la­men­to e la Com­mis­sio­ne a pren­de­re una chia­ra posi­zio­ne tenen­do la bar­ra drit­ta in linea, anche, con i pro­ce­di­men­ti di infra­zio­ne già presentati. 
La Costi­tu­zio­ne, così come la Repub­bli­ca, sia­mo tut­ti noi, nes­su­no esclu­so. Ecco per­ché que­sta modi­fi­ca avrà sen­so solo nel momen­to in cui sarà vera­men­te appli­ca­ta e attua­ta. Il rischio non è solo quel­lo di con­ti­nua­re con deci­sio­ni e prov­ve­di­men­ti con­tro l’ambiente e la bio­di­ver­si­tà, ma anche di attac­ca­re i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la nostra demo­cra­zia che tro­va­no “casa” nel­la nostra Costituzione. 
Avrem­mo volu­to che il Gover­no affian­cas­se alla solu­zio­ne del vac­ci­no, impor­tan­tis­si­ma, anche altre ini­zia­ti­ve strut­tu­ra­li per rispon­de­re a una emer­gen­za edu­ca­ti­va, oltre che sani­ta­ria, che dura ormai da 2 anni: ridur­re il nume­ro di alun­ni per clas­se, poten­zia­re orga­ni­ci e tra­spor­ti, area­re ade­gua­ta­men­te le aule sco­la­sti­che con impian­ti di ven­ti­la­zio­ne mec­ca­ni­ca con­trol­la­ta, stan­zia­re fon­di ade­gua­ti per il soste­gno psi­co­lo­gi­co di stu­den­ti e personale. 
A tute­la di milio­ni di lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri, è più che mai neces­sa­rio affian­ca­re alla lot­ta per il mini­mo sala­ria­le un’ampia discus­sio­ne che ci por­ti a for­mu­la­re pro­po­ste da met­te­re in cam­po per rego­la­men­ta­re il siste­ma degli appal­ti che, oltre­tut­to, basan­do­si sul pre­ca­ria­to, por­ta la par­te debo­le a subi­re ricat­ti costan­ti, con con­se­guen­ti mor­ti e inva­li­di­tà per­ma­nen­ti sul lavoro. 
Suc­ce­de che vi sia­no migran­ti che arri­va­no in Ita­lia, rice­va­no un decre­to di respin­gi­men­to, ma non pos­sa­no muo­ver­si in alcun modo, nean­che per ritor­na­re nel Pae­se di ori­gi­ne. Anche volen­do ottem­pe­ra­re all’ob­bli­go del decre­to, infat­ti, non sono in gra­do di far­lo per­ché non sono in pos­ses­so di green pass raf­for­za­to. E così si ritro­va­no in un lim­bo in con­di­zio­ni insostenibili. 
Anche ammes­so che fos­se con­di­vi­si­bi­le l’obiettivo di anti­ci­pa­re la con­clu­sio­ne del per­cor­so sco­la­sti­co, l’ipotesi del­la ridu­zio­ne a quat­tro anni del ciclo secon­da­rio appa­re super­fi­cia­le e sem­pli­ci­sti­ca. In pra­ti­ca, si trat­te­reb­be di far­ci­re in quat­tro anni gli stu­den­ti dei mede­si­mi con­te­nu­ti attual­men­te svi­lup­pa­ti in cinque. 
Il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co sta gene­ran­do ingiu­sti­zia e disu­gua­glian­za. I pae­si che sof­fro­no mag­gior­men­te gli impat­ti del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co sono real­tà già pove­re che con­tri­bui­sco­no poco o nul­la con le emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti. Que­sta situa­zio­ne inol­tre sta met­ten­do for­te­men­te in cri­si le futu­re gene­ra­zio­ni, soprat­tut­to quel­le dei pae­si più poveri. 
“La sini­stra feli­ce”, per­ché — come scri­ve Giu­sep­pe Civa­ti — “la feli­ci­tà è una cosa col­let­ti­va. E la poli­ti­ca deve fare que­sto: orga­niz­za­re per­so­ne feli­ci, che pos­sa­no cam­bia­re le cose per chi anco­ra non può esser­lo.” Puoi iscri­ver­ti o rin­no­va­re la tua tes­se­ra su www.possibile.com/tessera. Se sei già iscritto/a, puoi effet­tua­re il login su Viva e sce­glie­re la voce “tes­se­ra­men­to”, per non dover com­pi­la­re nuo­va­men­te i tuoi dati. 
Vener­dì 17 dicem­bre  abbia­mo par­te­ci­pa­to in Sena­to alla con­fe­ren­za stam­pa di lan­cio del pre­si­dio del 21 dicem­bre con­tro l’au­to­no­mia dif­fe­ren­zia­ta. Auto­no­mia dif­fe­ren­zia­ta i cui rischi evi­den­zia­mo da sem­pre e che è sta­ta inse­ri­ta all’in­ter­no del­la mano­vra di bilan­cio  attra­ver­so un dise­gno di leg­ge col­le­ga­to, che por­te­reb­be alla fram­men­ta­zio­ne del­la Repub­bli­ca con con­se­guen­ze cata­stro­fi­che sull’ampliamento del­le dise­gua­glian­ze già esi­sten­ti tra Regio­ni e per la frui­zio­ne dei dirit­ti costi­tu­zio­na­li di cit­ta­di­ne e cit­ta­di­ni, pri­mi tra tut­ti il dirit­to all’istruzione e il dirit­to alla cura.