QUADERNI

Oltre a uno squi­li­brio infor­ma­ti­vo, è in atto una stra­te­gia tesa a crea­re un ben pre­ci­so cli­ma di opi­nio­ne. In cui la pau­ra dei “diver­si”, l’enfasi sull’immanenza del­le tra­ge­die legit­ti­ma­no vio­len­za e xenofobia 
Men­tre a Pari­gi si discu­to­no pia­ni straor­di­na­ri per mili­ta­riz­za­re fron­tie­re e rot­te migra­to­rie, c’è chi si ado­pe­ra per costrui­re un model­lo dif­fe­ren­te, in cui le per­so­ne non ven­go­no bloc­ca­te ma aiu­ta­te, in cui non sono pas­sa­to­ri, traf­fi­can­ti e mili­zie a gesti­re i flus­si ma le isti­tu­zio­ni e il ter­zo set­to­re assieme. 
L’e­co­lo­gia è quel­la gran­de idea che rivi­si­ta la rela­zio­ne del­l’u­ma­ni­tà con il mon­do e non è solu­bi­le nel­le altre tra­di­zio­ni poli­ti­che che han­no strut­tu­ra­to la sto­ria. Que­sto non signi­fi­ca che sia una cosa a sé stan­te e che non pos­sa dia­lo­ga­re con altre real­tà ma com­po­ne un imma­gi­na­rio sin­go­la­re che rein­ven­ta com­ple­ta­men­te la società.