QUADERNI
L’accordo di maggioranza sulla proposta di riforma Irpef è noto solo a metà. È stato divulgato lo schema delle aliquote nominali ma per ora nulla è dato a sapere delle detrazioni, salvo che verranno rimodulate anche per assorbire il bonus Renzi-Gualtieri all’interno della struttura dell’imposta. Troppo poco anche solo per tentare di profilare le tendenze. Eppure ogni giornale è pieno zeppo di simulazioni e calcoli: vada bene per l’oggi, domani tutto ciò potrebbe essere avulso dalla realtà. Abbiamo però una certezza: non ci sarà maggiore progressività fiscale.
Era il 23 settembre quando il Presidente del Consiglio Mario Draghi, all’Assemblea di Confindustria, dice “Il governo non aumenterà le tasse, è il momento di dare non prendere”.
Quello che viene da chiedersi, guardando la timidissima manovra, è a chi diamo, e soprattutto a chi non diamo.
La Ministra dell’Interno Lamorgese dovrebbe chiarire quale sia l’intenzione del governo circa la sorte degli ottocento precari rimasti in carico presso le sedi di servizio interessate dalle procedure di regolarizzazione e delle medesime istanze sospese.
La priorità è difendere la vittima, difendere chi denuncia, anche e soprattutto quando lo Stato chiede espressamente alla vittima di denunciare per poter intervenire.
Puntualmente, nelle discussioni che gravitano attorno alla riduzione ormai necessaria delle fonti fossili per una produzione di energia da fonti rinnovabili, emergono le voci di chi vorrebbe un ritorno al nucleare. Peccato che ci siano alcune questioni, sicuramente non di poco conto, irrisolte e che difficilmente troveranno una soluzione nel breve periodo.
Ma perché la scuola deve supplire alle mancanze della politica? Il trasporto pubblico e la mobilità non sono forse competenza degli enti locali? La verità è che si tratta dell’ennesimo tentativo di greenwashing.
Si auspica che il DDL concorrenza, nella fase di conversione, elimini ogni riferimento all’abolizione dei controlli a sorpresa e contenga invece misure efficaci che contrastino l’evasione e il lavoro irregolare e che tutelino la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire da un piano di immediata assunzione di almeno 10.000 ispettori del lavoro, dell’Inps, dell’Inail e di tecnici della prevenzione.
Terre Resistenti è un’azione politica. Di sostegno, di denuncia, di costruzione di un Paese migliore. Giusto, solidale, antifascista, inclusivo. Per prenotare il proprio pacco è sufficiente scrivere all’indirizzo terreresistenti@gmail.com e vi arriveranno tutte le indicazioni.
Le ordinazioni si aprono ORA e si chiuderanno inderogabilmente il 21 novembre.
Se fossero le nuove generazioni a chiedere una vera presa di coscienza — non “un pizzico di incoscienza” — rispetto a tutte le lotte e le battaglie che i giovani che portano avanti da anni?
Se, ad esempio, chi è al governo prendesse sul serio le richieste di giustizia climatica, giustizia sociale e diritti di cui le nuove generazioni si fanno portatrici da anni?
In fondo, le richieste sono sempre le stesse proprio perché, governo dopo governo, nessuno se n’è mai occupato davvero.
Purtroppo vi sono sia luci che ombre nella nuova stesura di questo dispositivo. Qualcosa che assomiglia al frutto di un compromesso al ribasso, senza una vera filosofia o strategia di fondo per fare un passo in avanti nello sviluppo del Paese.
La questione va risolta immediatamente, con il ripristino dell’interpretazione precedente della norma oppure, se serve, con l’immediata modifica dell’art. 13 nello stesso senso.
A meno che non si ritenga di voler fondare i progetti di ripresa economica di cui il governo va così fiero risparmiando sugli assegni di assistenza alle persone con grave disabilità, per un cavillo.
E così il Governo ha deciso di abbassare l’Iva sugli assorbenti femminili al 10%, bene ma non benissimo visto che la misura corretta sarebbe quella del 4%, ma in più viene da chiedersi cosa stiano facendo esattamente i partiti in Parlamento se su una misura di questo tipo arrivano a farsi bagnare il naso da Draghi. Osservazioni simili si potrebbero fare a proposito di eutanasia e cannabis legale, e lo stesso ci si augura accada per la proposta di legge d’iniziativa popolare sul salario minimo su cui Possibile si impegna a raccogliere adesioni.
Dopo molti anni, ben 6 dalla proposta che facemmo con Giuseppe Civati e Possibile, se ne è colto il significato simbolico e però concretissimo.
Un passo avanti, sicuramente. Anche se spiace per il tempo perso. E spiace perché l’IVA sugli assorbenti non è ancora al 4%, come quella per i prodotti di prima necessità, com’è giusto che sia. Perché le mestruazioni non sono un lusso. Continueremo a insistere.
Il tempo del bla bla bla è finito e bisogna agire: non c’è più tempo.
Infine c’è da cambiare un paradigma e da riscrivere una storia: sembra che le decisioni sul clima le prendano in pochi e in tavoli decisamente ristretti con la presenza delle lobby del carbone. Va completamente ribaltato il tavolo, dando voce e ruolo a chi oggi subisce le conseguenze maggiori di questa crisi socio climatica e ambientale.
Ci vediamo a Roma, il 23 e 24 ottobre, Largo Venue, con la nostra Scuola di Politica. Non abbiamo mai smesso di studiare, ma ora torniamo a farlo tutti e tutte insieme, di persona, finalmente.