QUADERNI

Ma per­ché la scuo­la deve sup­pli­re alle man­can­ze del­la poli­ti­ca? Il tra­spor­to pub­bli­co e la mobi­li­tà non sono for­se com­pe­ten­za degli enti loca­li? La veri­tà è che si trat­ta del­l’en­ne­si­mo ten­ta­ti­vo di greenwashing. 
Si auspi­ca che il DDL con­cor­ren­za, nel­la fase di con­ver­sio­ne, eli­mi­ni ogni rife­ri­men­to all’abolizione dei con­trol­li a sor­pre­sa e con­ten­ga inve­ce misu­re effi­ca­ci che con­tra­sti­no l’evasione e il lavo­ro irre­go­la­re e che tute­li­no la salu­te e la sicu­rez­za nei luo­ghi di lavo­ro, a par­ti­re da un pia­no di imme­dia­ta assun­zio­ne di alme­no 10.000 ispet­to­ri del lavo­ro, dell’Inps, dell’Inail e di tec­ni­ci del­la prevenzione. 
Ter­re Resi­sten­ti è un’azione poli­ti­ca. Di soste­gno, di denun­cia, di costru­zio­ne di un Pae­se miglio­re. Giu­sto, soli­da­le, anti­fa­sci­sta, inclu­si­vo. Per pre­no­ta­re il pro­prio pac­co è suf­fi­cien­te scri­ve­re all’indirizzo terreresistenti@gmail.com e vi arri­ve­ran­no tut­te le indi­ca­zio­ni. Le ordi­na­zio­ni si apro­no ORA e si chiu­de­ran­no inde­ro­ga­bil­men­te il 21 novembre. 
Se fos­se­ro le nuo­ve gene­ra­zio­ni a chie­de­re una vera pre­sa di coscien­za — non “un piz­zi­co di inco­scien­za” — rispet­to a tut­te le lot­te e le bat­ta­glie che i gio­va­ni che por­ta­no avan­ti da anni? Se, ad esem­pio, chi è al gover­no pren­des­se sul serio le richie­ste di giu­sti­zia cli­ma­ti­ca, giu­sti­zia socia­le e dirit­ti di cui le nuo­ve gene­ra­zio­ni si fan­no por­ta­tri­ci da anni?  In fon­do, le richie­ste sono sem­pre le stes­se pro­prio per­ché, gover­no dopo gover­no, nes­su­no se n’è mai occu­pa­to davvero. 
Pur­trop­po vi sono sia luci che ombre nel­la nuo­va ste­su­ra di que­sto dispo­si­ti­vo. Qual­co­sa che asso­mi­glia al frut­to di un com­pro­mes­so al ribas­so, sen­za una vera filo­so­fia o stra­te­gia di fon­do per fare un pas­so in avan­ti nel­lo svi­lup­po del Paese. 
La que­stio­ne va risol­ta imme­dia­ta­men­te, con il ripri­sti­no dell’interpretazione pre­ce­den­te del­la nor­ma oppu­re, se ser­ve, con l’immediata modi­fi­ca dell’art. 13 nel­lo stes­so sen­so. A meno che non si riten­ga di voler fon­da­re i pro­get­ti di ripre­sa eco­no­mi­ca di cui il gover­no va così fie­ro rispar­mian­do sugli asse­gni di assi­sten­za alle per­so­ne con gra­ve disa­bi­li­tà, per un cavillo. 
E così il Gover­no ha deci­so di abbas­sa­re l’Iva sugli assor­ben­ti fem­mi­ni­li al 10%, bene ma non benis­si­mo visto che la misu­ra cor­ret­ta sareb­be quel­la del 4%, ma in più vie­ne da chie­der­si cosa stia­no facen­do esat­ta­men­te i par­ti­ti in Par­la­men­to se su una misu­ra di que­sto tipo arri­va­no a far­si bagna­re il naso da Dra­ghi. Osser­va­zio­ni simi­li si potreb­be­ro fare a pro­po­si­to di euta­na­sia e can­na­bis lega­le, e lo stes­so ci si augu­ra acca­da per la pro­po­sta di leg­ge d’i­ni­zia­ti­va popo­la­re sul sala­rio mini­mo su cui Pos­si­bi­le si impe­gna a rac­co­glie­re adesioni. 
Dopo mol­ti anni, ben 6 dal­la pro­po­sta che facem­mo con Giu­sep­pe Civa­ti e Pos­si­bi­le, se ne è col­to il signi­fi­ca­to sim­bo­li­co e però con­cre­tis­si­mo. Un pas­so avan­ti, sicu­ra­men­te. Anche se spia­ce per il tem­po per­so. E spia­ce per­ché l’I­VA sugli assor­ben­ti non è anco­ra al 4%, come quel­la per i pro­dot­ti di pri­ma neces­si­tà, com’è giu­sto che sia. Per­ché le mestrua­zio­ni non sono un lus­so. Con­ti­nue­re­mo a insistere. 
Il tem­po del bla bla bla è fini­to e biso­gna agi­re: non c’è più tem­po. Infi­ne c’è da cam­bia­re un para­dig­ma e da riscri­ve­re una sto­ria: sem­bra che le deci­sio­ni sul cli­ma le pren­da­no in pochi e in tavo­li deci­sa­men­te ristret­ti con la pre­sen­za del­le lob­by del car­bo­ne. Va com­ple­ta­men­te ribal­ta­to il tavo­lo, dan­do voce e ruo­lo a chi oggi subi­sce le con­se­guen­ze mag­gio­ri di que­sta cri­si socio cli­ma­ti­ca e ambientale. 
Men­tre sono sicu­ra che si potrà fare a meno di ben­zi­na per qual­che gior­no (il ben­zi­na­io più vici­no mi ha det­to di ripro­va­re lune­dì o mar­te­dì), o dell’acqua sugli scaf­fa­li dei super­mer­ca­ti, o man­gia­re qual­che ver­du­ra in meno per ades­so, la situa­zio­ne diven­te­rà anco­ra più inso­ste­ni­bi­le per i dirit­ti di chi lavo­ra in que­sti set­to­ri e di con­se­guen­za per l’intero pae­se, che, nel frat­tem­po, razio­na anche un dibat­ti­to pro­fon­do sull’impatto del­la Brexit. 
Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare. 
La cri­si cli­ma­ti­ca sta col­pen­do e col­pi­rà tut­ti, spes­so con estre­ma vio­len­za. Come sem­pre le per­so­ne più espo­ste saran­no quel­le più vul­ne­ra­bi­li. Le respon­sa­bi­li­tà sap­pia­mo tut­ti dove stanno. 
Il Cli­ma entri nel­le deci­sio­ni del­la Poli­ti­ca e la Poli­ti­ca si com­por­ti in manie­ra coscien­zio­sa, non guar­dan­do i son­dag­gi e pen­san­do al pros­si­mo appun­ta­men­to elet­to­ra­le, ma guar­di al futu­ro, alle gene­ra­zio­ni futu­re e a chi ver­rà dopo di loro.