QUADERNI

Abbia­mo scrit­to a Lau­ra Bol­dri­ni, per segna­lar­le l’in­cre­scio­so epi­so­dio di cui è sta­ta vit­ti­ma Ilham Mouns­sif, asso­lu­ta­men­te ita­lia­na quan­do si trat­ta di rap­pre­sen­ta­re “l’or­go­glio” nazio­na­le, ma non abba­stan­za da dar­le il dirit­to di visi­ta­re un luo­go sim­bo­lo del­la Costi­tu­zio­ne italiana. 
Orlan­do si fa pro­mo­to­re di una gran­de mani­fe­sta­zio­ne a favo­re dei dirit­ti dei migran­ti. Pec­ca­to che i suoi prov­ve­di­men­ti sia­no anda­ti nel­la dire­zio­ne oppo­sta, e cioè quel­la del­la com­pres­sio­ne dei dirit­ti dei cit­ta­di­ni stranieri. 
E’ di ieri la deci­sio­ne del Gover­no che, attra­ver­so il Mini­ste­ro dell’Ambiente, auto­riz­za la “Gon­no­sfa­na­di­ga Limi­ted” per la costru­zio­ne di un gigan­te­sco impian­to sola­re ter­mo­di­na­mi­co osteg­gia­to dai comu­ni del Medio Cam­pi­da­no e dal­la cit­ta­di­nan­za: l’ennesimo sfre­gio al ter­ri­to­rio regio­na­le, all’autonomia del­la Sar­de­gna ed alla voca­zio­ne agri­co­la di quei territori. 
Tra tut­te le idee genia­li degli ulti­mi gior­ni, l’istituzione del “rea­to di pover­tà” è sicu­ra­men­te l’ultimo emble­ma­ti­co esem­pio del­la tota­le man­can­za di dire­zio­ne poli­ti­ca a cui la Giun­ta comu­na­le sta con­dan­nan­do la cit­tà di Roma. Una deci­sio­ne assur­da, per­ché pover­tà e fame non pos­so­no e non devo­no esse­re con­si­de­ra­ti rea­ti: sono, inve­ce, con­se­guen­ze di un deter­mi­na­to model­lo socio-economico. 
Dopo il fer­mo dei lavo­ri e l’avvio di un pro­ce­di­men­to pena­le che accer­ti even­tua­li vio­la­zio­ni e respon­sa­bi­li­tà, non pos­sia­mo che salu­ta­re con favo­re la sosti­tu­zio­ne del sovrin­ten­den­te. Spe­ria­mo che sia solo il pri­mo vero pas­so del Mibact, più vol­te sol­le­ci­ta­to da Civa­ti per vie uffi­cia­li e non solo, a una rin­no­va­ta atten­zio­ne rispet­to al patri­mo­nio di cul­tu­ra e ambien­te che rap­pre­sen­ta tut­ta l’area di Capocolonna. 
Le pato­lo­gie da distur­bi ali­men­ta­ri col­pi­sco­no tre milio­ni di per­so­ne in Ita­lia e coin­vol­go­no insie­me a loro le fami­glie, con­si­de­ran­do soprat­tut­to che l’e­sor­dio dei distur­bi si col­lo­ca nel­le fasce d’e­tà ado­le­scen­zia­li e pre ado­le­scen­zia­li. Per le ragaz­ze nel­la fascia tra i 12 e i 25 costi­tui­sco­no la pri­ma cau­sa di mor­te dopo gli inci­den­ti stra­da­li, dato recen­tis­si­mo che ha visto un incre­men­to negli ulti­mi anni. I pazien­ti e le fami­glie si tro­va­no spes­so soli, o arri­va­no alla dia­gno­si e all’as­si­sten­za in modo tar­di­vo, emar­gi­na­ti dal­la natu­ra stes­sa del­le patologie. 
Colo­ro che han­no defi­ni­ti­va­men­te sman­tel­la­to l’oc­ca­sio­na­li­tà del ricor­so ai vou­cher e che nul­la han­no fat­to di fron­te all’e­splo­sio­ne del loro uso (e abu­so), colo­ro che han­no sem­pre dife­so i vou­cher, ora nega­no qual­sia­si responsabilità. 
Con 46 gior­ni di ritar­do final­men­te il gover­no Gen­ti­lo­ni-Pd ha deci­so la data di svol­gi­men­to dei refe­ren­dum pro­mos­si dal­la Cgil e sot­to­scrit­ti da milio­ni di cit­ta­di­ni. Refe­ren­dum per abro­ga­re una leg­ge che ha pro­dot­to solo pre­ca­rie­tà e sfrut­ta­men­to, e per mag­gio­re tra­spa­ren­za e lega­li­tà negli appal­ti. Ora ci rispar­mi­no bal­let­ti e gio­chet­ti vari per evi­ta­re il voto popo­la­re. E già che ci sono, per­met­ta­no la mas­si­ma par­te­ci­pa­zio­ne demo­cra­ti­ca, accor­pan­do il voto refe­ren­da­rio con le ele­zio­ni amministrative. 
C’è un gran­de dibat­ti­to sul mag­gio­ri­ta­rio, for­se per via del­la sua assen­za, deter­mi­na­ta dal­la boc­cia­tu­ra del­la rifor­ma elet­to­ra­le (che era pro­por­zio­na­le, eh) che la Cor­te costi­tu­zio­na­le ha riget­ta­to pro­prio nel suo «cuo­re», quel­lo del bal­lot­tag­gio e dell’analogia tra pre­mier e sindaco.