QUADERNI

Più che di inclu­sio­ne la poli­ti­ca del gover­no Gen­ti­lo­ni (anche qui in per­fet­ta con­ti­nui­tà con il gover­no Ren­zi) è tut­ta vol­ta a esclu­de­re e pena­liz­za­re le fasce più bas­se di red­di­to, per giun­ta con la bef­fa di una pic­co­la rega­lia (in fon­do non dis­si­mi­le dal­la social card di Tre­mon­ti) con la mano sini­stra, men­te con la destra (mol­to più alle­na­ta) pro­se­gue imper­ter­ri­to con i tagli indi­scri­mi­na­ti e con i favo­ri ai più ricchi. 
Ave­va­mo pre­sen­ta­to un ordi­ne del gior­no alla pro­po­sta di leg­ge sul lavo­ro auto­no­mo in discus­sio­ne alla Came­ra che riguar­da­va le tute­le da esten­de­re ai col­la­bo­ra­to­ri par­la­men­ta­ri. Un Gover­no come que­sto che dice di ave­re tra le sue prio­ri­tà l’emersione del lavo­ro nero, o sot­to­pa­ga­to, avreb­be dovu­to coglie­re la pal­la al bal­zo e, acco­glien­do­lo, rimar­ca­re l‘urgenza di dar segui­to a un ordi­ne del gior­no appro­va­to nell’agosto 2015 che sot­to­li­nea­va la man­ca­ta rego­la­men­ta­zio­ne, in par­ti­co­la­re sot­to un pro­fi­lo qua­li­ta­ti­vo, del­la figu­ra pro­fes­sio­na­le del col­la­bo­ra­to­re par­la­men­ta­re e le distor­sio­ni e le irre­go­la­ri­tà di cui è ogget­to, rile­va­te anche dal rap­por­to 2014 del­l’I­sti­tu­to di ricer­che sul­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne (IRPA).
Con le san­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve con­tro sen­za fis­sa dimo­ra, immi­gra­ti, per­so­ne in situa­zio­ne di disa­gio socia­le ed eco­no­mi­co, tos­si­co­di­pen­den­ti in nome del­la sicu­rez­za e del deco­ro urba­no si col­pi­sco­no i pove­ri ma non le cau­se del­la pover­tà. Vie­ne da chie­der­si poi con qua­le pre­sun­zio­ne di efficacia. 
Nei mesi scor­si il gover­no si è dimen­ti­ca­to in diver­se occa­sio­ni del prin­ci­pio di pro­gres­si­vi­tà san­ci­to dal­la Costi­tu­zio­ne, a par­ti­re dal cosid­det­to “bonus 80 euro”, ma non sem­bra in alcun modo voler cam­bia­re rot­ta. L’ul­ti­ma stra­va­gan­te tro­va­ta è quel­la che è sta­ta chia­ma­ta “flat tax sui Paperoni”. 
Dopo il Par­ti­to del Lavo­ro e la Groen­links, nel­l’ul­ti­ma tap­pa del nostro viag­gio nel­la sini­stra olan­de­se ci occu­pia­mo del Par­ti­to Socia­li­sta (SP), che si pro­po­ne come il par­ti­to del­la “heem”, un ter­mi­ne tra­du­ci­bi­le in ita­lia­no in modo for­se ina­de­gua­to come “comu­ni­tà di appar­te­nen­za”, un luo­go cioè dove gli “altri” non sono visti come dei con­cor­ren­ti ma piut­to­sto come dei vici­ni o dei col­le­ghi e dove chi vuo­le entra­re è il ben­ve­nu­to pur­ché collabori. 
Non è una novi­tà che negli ulti­mi anni la cit­tà di Napo­li, gra­zie ad una serie di con­giun­tu­re favo­re­vo­li per quan­to riguar­da spe­cial­men­te la sua “brand vision”, stia viven­do un momen­to mol­to feli­ce dal pun­to di vista dei flus­si turi­sti­ci, con un vero e pro­prio boom di pre­sen­ze con­fer­ma­to dai dati di Fede­ral­ber­ghi, che han­no regi­stra­to una ver­ti­gi­no­sa cre­sci­ta per quan­to riguar­da l’occupazione di camere. 
Ponia­mo che que­sto papà e que­sta bam­bi­na voglia­no veni­re in Ita­lia. Lo devo­no fare con mez­zi di for­tu­na, affi­dan­do­si a cri­mi­na­li, sot­to­po­nen­do­si a ricat­ti inac­cet­ta­bi­li, pagan­do cifre esor­bi­tan­ti, evi­tan­do poli­zie che pos­so­no anche esse­re poco cor­ret­te e lea­li (quan­do non let­te­ral­men­te vio­len­te), affron­tan­do mare e muri, per­not­tan­do all’a­per­to e spo­stan­do­si di not­te, nel­l’om­bra. Lo devo­no fare suben­do vio­len­ze fisi­che e psi­co­lo­gi­che quo­ti­dia­ne e rischian­do quo­ti­dia­na­men­te la mor­te. Lo devo­no fare veden­do mori­re i pro­pri com­pa­gni di viag­gio al loro fian­co, col costan­te timo­re di esse­re i prossimi. 
La sfi­da è gran­de quan­to neces­sa­ria e non basta l’8 mar­zo, è neces­sa­rio lot­ta­re tut­ti i gior­ni. Abbia­mo così crea­to uno spa­zio Pos­si­bi­le dove con­ti­nua­re a con­fron­tar­ci, pro­por­re e discu­te­re tut­to l’an­no. Dove appro­fon­di­re le nostre pro­po­ste e per rece­pi­re o costruir­ne del­le altre, dal bas­so, con la col­la­bo­ra­zio­ne di chi ogni gior­no lotta. 
Chie­dia­mo come avvie­ne in ogni par­te di Euro­pa che si pos­sa­no rea­liz­za­re siste­mi di rete pri­va­ti e loca­li in cui i vici­ni di con­do­mi­nio o di area indu­stria­le pos­sa­no sen­za pas­sa­re dal­la rete di distri­bu­zio­ne, scam­biar­si o ven­der­si ener­gia rin­no­va­bi­le. Non pese­rem­mo sul­la rete, anzi la alleg­ge­ri­rem­mo di cari­chi e ridur­rem­mo la disper­sio­ne, ridur­rem­mo i costi per i nostri vici­ni di alme­no il 50% di quan­to paga­no ora l’e­ner­gia e remu­ne­re­re­mo in manie­ra ragio­ne­vo­le l’in­ve­sti­men­to per la rea­liz­za­zio­ne dell’impianto. 
Di fron­te al pro­gres­si­vo invec­chia­men­to del­la popo­la­zio­ne ita­lia­na, effet­to com­bi­na­to di bas­sa nata­li­tà e di un aumen­to del­l’e­tà media, la popo­la­zio­ne stra­nie­ra — che rima­ne sta­bi­le soprat­tut­to per effet­to del­le acqui­si­zio­ni di cit­ta­di­nan­za — con­tri­bui­sce a con­tra­sta­re una dina­mi­ca nega­ti­va di spo­po­la­men­to e invec­chia­men­to. Tut­ti ele­men­ti dei qua­li una poli­ti­ca lun­gi­mi­ran­te, non ideo­lo­gi­ca e non in pre­da a sva­rio­ni pre-elet­to­ra­li dovreb­be tene­re conto. 
Ciò che que­ste Came­re, elet­te con una leg­ge elet­to­ra­le inco­sti­tu­zio­na­le e autri­ci di una leg­ge elet­to­ra­le (per la sola Came­ra) inco­sti­tu­zio­na­le, devo­no in ogni modo evi­ta­re è l’approvazione di un’altra leg­ge elet­to­ra­le incostituzionale. 
Sono due le cose che col­pi­sco­no di più: l’as­sen­za di una dia­let­ti­ca dura tra mag­gio­ran­za e oppo­si­zio­ne sul tema, come se tut­to som­ma­to non ci fos­se un gran dibat­ti­to poli­ti­co sugli scan­da­li, e che a sen­ti­re i mini­stri, alcu­ni par­la­men­ta­ri, e gli addet­ti del set­to­re finan­zia­rio, non è sta­to nessuno.